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Rewind & Play – Assassin’s Creed Valhalla, l’era dei Vichinghi

Ormai sono passati quasi due anni da quando Assassin’s Creed Valhalla ha fatto il suo debutto sulle console di nuova e vecchia generazione, portando il brand finalmente all’epoca dei Vichinghi, dove la Norvegia era diventata troppo stretta e l’Inghilterra sembrava essere l’unica meta appetibile per nuove conquiste. Nel corso di questi quasi due anni sono stati rilasciati diversi contenuti aggiuntivi, ma tra quelli più appetibili c’è sicuramente l’Alba del Ragnarok.

A proposito dell’espansione, il qui presente doveva ancora comprarla, quando durante Etna Comics 2022 mi si è parata davanti la versione per Xbox Series X in Ragnarok Edition a un prezzo irresistibile. Questa edizione include sia il gioco base che l’espansione tanto voluta. Lì avevo ben poche scelte, se non cedere all’acquisto per rigiocarmi al meglio la storia di Eivor e compagni, per poi fiondarmi nell’espansione.

Proprio oggi voglio dirvi cosa mi ha colpito rigiocando ad AC Valhalla, perché ancora oggi per me rimane uno dei punti più alti raggiunti negli ultimi anni da Ubisoft con il suo brand più fruttuoso.

Vichinghi e non solo

Una delle cose che più mi affascina dei nuovi Assassin’s Creed è la possibilità di poter scegliere il personaggio, una cosa che abbiamo già visto all’interno di Odyssey con Kassandra e Alexios. In questo caso la scelta non porterà a nessun cambiamento sostanziale, la trama procede in egual modo con entrambi i sessi, ed è possibile cambiare tra la nostra scelta in qualunque momento.

Ammetto che l’inizio della storia è uno dei momenti che più preferisco, dato che ci permette di vedere la vita spensierata di un gruppo di Vichinghi, che dopo la loro conquista stanno banchettando e formando nuove alleanze per permettere alla generazione futura di poter prosperare senza essere succubi di nessuno. Anche se quel momento è destinato a finire da lì a poco, è bello vedere come Eivor, da bambino fino alla sua crescita, non abbia mai abbandonato la sua indole nel voler combattere.

Il bello di questa nuova produzione di Ubisoft è che ci permette di scegliere come sfogliare la trama seguendo un ordine non delineato, dato che potremo stringere le nostre alleanze una volta arrivati in Inghilterra nell’ordine che preferiremo.

Un modo vivo e pieno di segreti

Una delle cose che più mi affascina è come il mondo di gioco sia stato reso vivo. Durante le mie prime ore, una delle cose che faccio sempre è quella di andare alla ricerca dei simboli blu segnati in mappa, che segnalano dei misteriosi eventi. Questi si suddividono tra eventi paranormali o semplici richieste da personaggi strampalati.
Le attività presenti sono molte, potremo, anche per avarizia personale, cimentarci nel saccheggio a piedi, andando a rovistare nei tesori dei vari avamposti o città. Se questo non fosse abbastanza, una volta imbarcati potremo effettuare le razzie, uccidendo tutti quelli che ci ostacolano e svuotando tutti i tesori.

È bello vedere come la cultura pagana e quella cristiana vengono a scontrarsi più volte nella trama di gioco, o anche durante un dialogo secondario in un avamposto cristiano. Le differenze culturali sono evidenti e abbastanza grandi, e questo è possibile vederlo anche nel modo in cui ci trattano determinati personaggi appartenenti ad altri culti. Una cura nei dettagli non indifferente da parte degli sviluppatori. Una volta infatti mi è capitato in una missione secondaria, di imbattermi in un gruppo di suore combattenti, che mi hanno aiutato a liberare un avamposto, e citando Eivor “Non vedrò più il culto cristiano, ma soprattutto le suore, così tanto indifeso…”.

Combatti come un Vichingo e sposa la mitologia

Anche sul sistema di combattimento sono stati fatti dei passi in avanti, abbracciando a pieno lo stile brutale dei combattimenti dei vichinghi. L’intelligenza artificiale l’ho trovata molto più aggressiva e reattiva, permettendo anche di offrire un livello di sfida ragionevole, che va ad aumentare ogni volta che si esplora una nuova regione.

La mitologia Norrena è stata raccontata all’interno della storia di Assassin’s Creed Valhalla in più modi, alcuni di questi eviterò di dirveli per evitare spoiler indesiderati. Posso solo dire che da amante del setting in cui viene ambientato il gioco, l’ho trovato totalmente coerente, aiutando anche a chi non conosce bene la mitologia di apprezzarla per le sue peculiarità e per le sue divinità tutt’altro che benevole il più delle volte.

Rewind finale

Mi rendo conto a distanza di quasi due anni che Assassin’s Creed Valhalla riesce a centrare diversi punti raggiungendo così la vetta di uno dei capitoli più completi. La storia è ben raccontata e piacevole da seguire, il tutto accompagnato da una mitologia forte e sempre presente in diverse sfaccettature. Lo stesso posso dire del sistema di combattimento e delle innumerevoli attività presenti all’interno del mondo di gioco.

Quindi sì, mi sento di dovervi consigliare Assassin’s Creed Valhalla in questo afoso Giugno 2022, perché ancora oggi riesce ad emozionarmi come la prima volta e mi sta divertendo molto rigiocarlo. Non vedo l’ora di giocare l’espansione, di cui vi parlerò una volta portata a termine!

Classe 1996, assiduo consumatore di giochi di ruolo, amante della fotografia e informatico a tempo pieno.