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Armored Core VI: Fires of Rubicon – Recensione

Negli ultimi anni From Software è riuscita a farsi amare, soprattutto grazie alla serie Dark Souls. Dopo aver conquistato il trono del gioco dell’anno con Elden Ring, il team ha deciso di concentrare i propri sforzi su un brand molto amati dai fan: Armored Core.
Per chi non lo sapesse, oltre alla serie dei Souls, il team ha da sempre lavorato a questa IP, così come a molte altre come King’s Field, Otogi e molte altre. Si tratta di titoli che hanno riscosso successo solo in una piccola nicchia di giocatori.

Pronti a farsi carico del loro successo, gli sviluppatori hanno deciso di riesumare la loro saga dedicata ai mech. Personalmente era un titolo che attendevo molto quest’anno, avendo da sempre apprezzato gli altri capitoli della serie. Ho avuto il piacere di mettere le mani su Armored Core VI: Fires of Rubicon, prodotto che è riuscito quasi per tutto a soddisfare le mie aspettative!

Armored Core VI Recensione

L’abuso di potere

Il mondo attorno ad Armored Core VI: Fires of Rubicon è cupo e maturo, un luogo dominato principalmente da grandi enti che sono pronti a darsi guerra l’uno con l’altro. La storia è ambientata nel pianeta Rubicon 3, ricco dell’omonima sostanza, la quale garantisce agli umani un grande progresso tecnologico. L’abuso di questo materiale ha causato un danno collaterale disastroso, portando il pianeta ad essere distrutto da una grossa e infernale coltre di fuoco.

È passato quasi mezzo secolo dal grande disastro, e di Rubicon è rimasto solo un pianeta “scheletro”, inevitabilmente pieno di rovine, da dove emergono nuove corporazioni pronte a scontrarsi contro chi lotta per la libertà.
Noi impersoneremo un mercenario, chiamato dapprima con il nome in codice Raven e in seguito con 621, un umano potenziato quarta generazione. Quello che la storia ci dice in ogni momento è solo una cosa: non possiamo fidarci di nessuno. In quanto mercenario dovremo lavorare con chi ci offrirà il maggior guadagno, allo stesso tempo porteremo avanti un’azione importante per il pianeta, ma di cui non voglio dirvi nulla per non rovinarvi la sorpresa.

In termini di narrazione ci troviamo di fronte a un titolo con una narrazione che fa solo da sfondo al gameplay. Spesso ci toccherà leggere i documenti sparsi per la mappa di gioco per capire meglio com’era la vita prima del disastro e cosa ne ha comportato. Vi confermo che serviranno ben tre partite per vedere tutti i finali, poiché le scelte relative a ogni finale ci precluderanno gli altri.

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Componi il tuo mech

L’elemento principale di Armored Core VI: Fires of Rubicon è sicuramente la personalizzazione del proprio AC. Per chi non ha mai giocato ad un titolo della serie, il gioco ci permette di personalizzare la nostra build, dalle bocche da fuoco fino ai componenti più minuziosi che possano darci un vantaggio nel campo di battaglia.

Bisogna stare attenti durante la personalizzazione del nostro Armored Core perché dovremo stare attenti al peso del nostro mezzo, il quale potrebbe svantaggiarci in alcune situazioni. Per potenziare il nostro mega-robottone, avremo a disposizione un negozio, che si amplierà man mano che completeremo le missioni.

Per combattere i nemici più tediosi saremo spesso chiamati a tornare all’hub principale, dove dovremo modificare il nostro AC per prenderlo più consono alla sfida che affronteremo. Spesso mi sono ritrovato di fronte ad alcuni boss tediosi che mi hanno costretto a rivalutare più volte la mia build per poter avanzare senza non poche difficoltà.

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No, non è un Soulslike

Gli scontri non saranno mai troppo facili. Una volta scesi sul campo di battaglia avremo a disposizione solo un quantitativo limitato di cure rendendoci l’esperienza più complicata, dato che spesso orde di nemici ci si pareranno davanti riducendoci il livello di salute in maniera vertiginosa. Se vi state chiedendo se il titolo ha elementi Soulslike, la risposta è un secco no.

La natura di Armored Core è totalmente differente: il gioco offre una difficoltà elevata, ma si fa carico di uno stile completamente differente. Durante gli scontri potremo utilizzare sia le armi da fuoco che corpo a corpo.

Tra le bocche di fuoco avremo una varietà disarmante tra cannoni e mitragliatrici a tamburo. Anche i boss non saranno da meno, poiché saranno Armored Core di vario tipo e con tecnologie differenti. Il livello di difficoltà del gioco è un continuo crescendo, e porta il giocatore a migliorarsi sempre di più per non trovare il proprio AC devastato durante lo scontro successivo.
Per sconfiggere i nemici più grossi ci sarà chiesta molta astuzia, poiché spesso capiterà di trovarsi davanti a boss che cambiano il pattern di combattimento da un momento all’altro, rendendo quasi nulla la previsione degli attacchi successivi.

Tanti contenuti progressivi

Avremo a disposizione all’interno del nostro hub una serie di missioni, composte da compiti principali e prove di abilità nell’arena. Vi posso confermare che è fondamentale completare ogni singolo tutorial disponibile, sia perché sbloccherà nuovi elementi, sia perché ci aiuteranno ad affrontare meglio gli scontri.

Parlando proprio dell’arena, si tratta di un luogo digitale dove potremo metterci alla prova con nemici di ogni tipo e difficoltà. Questa si amplierà man mano che avanzeremo nei tre percorsi narrativi. Tornando alla modalità storia, le missioni si compongono spesso di compiti semplici, fino ad arrivare agli scontri più letali.

Armored Core VI Recensione

PvP e criticità

Per gli amanti del PvP è presenta una modalità online dedicata. Sarà possibile effettuare scontri in 1vs1 e 3vs3. Ho avuto il piacere di cimentarmi in scontri molto frenetici e complicati, ma che hanno saputo donarmi la giusta dose di soddisfazione una volta distrutto l’AC dei miei avversari. A mio avviso uno dei punti dolenti è la stabilità dei server, non sempre ottimale e che spesso ci porterà a subire dei lag disastrosi.

Altro tasto dolente dell’intera produzione è sicuramente la telecamera, che in alcuni frangenti è veramente incontrollabile. Sarebbe bastato veramente poco per avere una resa migliore. Quando utilizzeremo le bocche da fuoco avremo la possibilità di utilizzare una mira automatica e una manuale, ma anche qui il gioco non è sempre preciso. 
Come potete ben capire, la combinazione dei due elementi non rende l’esperienza sempre piacevole, soprattutto se davanti a noi abbiamo un boss che con un colpo ci toglie quasi tutti i punti vita.

Anche per quanto riguarda i nemici dell’arena si poteva osare di più, dato che si tratta degli stessi che troveremo nella storia, ma leggermente più ostici.

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Uno sguardo a Rubicon

Posso dire che Armored Core VI: Fires of Rubicon offre un’ottima fluidità. Non ho mai avuto problemi con il framerate, neanche durante gli scontri che presentavano maggiori effetti scenici. Il problema principale risiede nel comparto grafico non proprio al passo con i tempi moderni della nuova generazione di console. In compenso però, il gioco non manca di offrirci degli scorci su Rubicon davvero maestosi e piacevoli da vedere.

A livello scenico avremo tantissimi elementi a schermo da poter distruggere, rendendo le battaglie ancora più incredibili e mozzafiato. La distruzione scenica è sicuramente una componente che aggiunge grande valore alla produzione targata From Software. Anche la colonna sonora non è da meno, grazie ad alcuni brani veramente epici e che accompagnano perfettamente la narrazione nei suoi momenti migliori!

Commento Finale

Alla fine dei conti, Armored Core VI: Fires of Rubicon è un gioco che ha saputo soddisfare tutte le richieste dei fan. Nonostante qualche piccola incertezza tecnica, soprattutto dovuta alla telecamera, il titolo riesce a spiccare grazie ai suoi scontri frenetici e soddisfacenti.

A mio avviso si tratta di un grande ritorno per la serie, e spero che questo possa portare a nuovi titoli nel prossimo futuro, oltre a dei contenuti aggiuntivi per espandere il nostro viaggio a Rubicon 3!

Armored Core VI: Fires of Rubicon
  • 8.5/10
    Voto - 8.5/10
8.5/10

Riassumendo

Armored Core VI: Fires of Rubicon è un buon capitolo della serie. Mi sono divertito in tutta la sua durata, grazie a delle missioni appaganti e che mi hanno proposto un elevato livello di sfida. Peccato per alcuni difetti che potevano essere evitati, come la telecamera non sempre reattiva.

Classe 1996, assiduo consumatore di giochi di ruolo, amante della fotografia e informatico a tempo pieno.