Atlas Fallen
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Atlas Fallen – Recensione

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Negli ultimi anni Deck13 si era concentrata maggiormente sulla serie The Surge, ovvero due soulslike a tema futuristico, ma ha deciso di tornare ad ambientazioni più fantasy con Atlas Fallen. Il titolo, che sarà disponibile a partire da domani su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S, è un action RPG che fin dal suo annuncio ha saputo colpirmi con la sua direzione artistica.

Dopo aver sfrecciato ore nel deserto, sono finalmente pronta a parlarvi della mia esperienza con la versione PlayStation 5 di Atlas Fallen. Sarà riuscito a risaltare in un periodo di videogiochi di spicco in uscita? Scopriamolo assieme!

La tirannia di Thelos

Nel gioco vestiamo i panni di un Senza Nome, dall’aspetto personalizzabile, che si trova a viaggiare con una carovana nel deserto. I Senza Nome vengono sfruttati per ogni tipo di mansione che gli altri umani non vogliono fare, il tutto sotto la perenne guardia della divinità Thelos. Quest’ultimo è sempre esistito fin da tempi immemori, e l’umanità è costretta a sottostare al suo volere.

Il nostro Senza Nome si imbatte in uno strano guanto che, una volta indossato, lo mette in contatto con una misteriosa entità. Questo guanto gli garantisce i poteri per poter combattere contro gli Spettri in cui si può imbattere quando si viaggia nello sconfinato deserto.

Il nostro Senza Nome decide di partire alla ricerca dei Cavalieri di Bastengar, gli unici a essersi opposti apertamente alla divinità, nella speranza che unendosi a loro e con il guanto possano finalmente porre fine alla tirannia di Thelos.

La lore di Atlas Fallen è davvero interessante: ogni volta che si legge un documento o che si parla con un NPC veniamo a conoscenza di dettagli che arricchiscono il mondo di gioco.
Il problema, però, è che la trama del gioco non riesce a raggiungere gli stessi livelli qualitativi. Quest’ultima, seppur con spunti interessanti, procede troppo rapidamente, con punti della storia spiegati in modo sbrigativo e a tratti raffazzonato. Anche momenti che portano dei piccoli colpi di scena sono solo lievemente accennati, lasciandoci anche interrogativi che non troveranno mai davvero risposta.

A tutto ciò bisogna aggiungere il fatto che sono presenti dei momenti un po’ ripetitivi. Più volte dovremo trovare un pezzo del guanto e tre frammenti per sbloccare una nuova abilità per procedere, e ogni volta avviene tutto allo stesso identico modo.

Atlas Fallen storia

C’è qualcosa nella sabbia

I combattimenti con gli Spettri costituiscono buona parte del gameplay. C’è una certa ripetitività di fondo per quanto riguarda le tipologie, dato che bene o male ci sembrerà di affrontare sempre gli stessi, ma il combat system risulta piuttosto soddisfacente. Purtroppo però devo segnalarvi che ho trovato il sistema di lock-on sui nemici piuttosto confusionario: spesso infatti ci ritroviamo a puntare un nemico diverso da quello scelto da noi.
Di vitale importanza è la parata, che ci permette di cristallizzare i nemici per poterli attaccare ancora più efficacemente. Abbiamo anche una serie di abilità attive e passive che diventano disponibili man mano che carichiamo la Barra Impeto. Premendo insieme L2 e R2 possiamo svuotare la Barra Impeto per infliggere un attacco ancora più forte.
Le abilità passive e attive si possono equipaggiare negli appositi slot, divisi su più livelli, e hanno gli effetti più disparati. Alcuni incrementano i nostri danni, altri ci permettono di generare più impeto e via dicendo.

Ho giocato al titolo alla sua difficoltà intermedia e ho trovato gli scontri piuttosto bilanciati. Se si prosegue nella storia senza fare nulla delle attività secondarie, si potrebbe avere un piccolo picco di difficoltà, facilmente superabile esplorando e combattendo di più.

I poteri del Guanto, durante l’esplorazione, ci permettono fin dall’inizio di scattare a mezz’aria e di far emergere forzieri e strutture dalla sabbia nei punti indicati. Più avanti potremo far emergere strutture ancora più grandi, far comparire delle piattaforme su cui saltare e distruggere alcune porte e forzieri. Questi poteri aggiuntivi si ottengono man mano che si procede con la storia principale, ma ci permettono anche di andare avanti con l’esplorazione.

Combat Spettro

I tesori del deserto

Il mondo di Atlas Fallen è ricco sia di missioni secondarie, sia di tanti collezionabili che espandono ancora di più la lore del gioco. Le missioni spesso ci spingono a esplorare meglio zone che altrimenti si ignorerebbero. Ciò ci permette anche di cercare meglio i collezionabili. Questi ultimi sono di più tipi: abbiamo degli artefatti vendibili in cambio di Tributi, la valuta del gioco, dei documenti sulla lore del mondo di gioco, dei pilastri dedicati a Thelos da distruggere e altro ancora.

Tutte queste attività secondarie ci permettono di acquistare con i tributi armature sempre nuove, ma anche svariate mappe del tesoro. Con l’essenza guadagnata possiamo potenziare le armature, le quali ci concedono a ogni potenziamento un punto Vantaggio da spendere nell’apposito albero delle abilità. Il livello dell’armatura che equipaggiamo costituisce il nostro livello, quindi è bene cercare sempre gli equipaggiamenti più potenti.
Le armature sono anche personalizzabili sia nel colore, con l’utilizzo delle apposite tinture, sia con degli oggetti cosmetici.

Potenziamento Guanto
I potenziamenti del Guanto sono obbligatori per la storia, ma è possibile trovare altri frammenti per diventare ancora più forti

Dune sconfinate

La direzione artistica di Atlas Fallen mi ha colpita fin dal primo trailer rilasciato. Ci troviamo di fronte un mondo di gioco ispirato e con degli scorci mozzafiato. La sabbia è l’elemento fondamentale, sia per le sconfinate dune che ci troveremo a esplorare, sia perché è ciò di cui sono costituiti gli Spettri.
I personaggi umani sono quelli che rendono meno in tutta la produzione, visto che spesso molti finiscono con il somigliarsi fin troppo tra loro.

Di buona fattura il comparto sonoro, sia per quanto concerne il doppiaggio, disponibile in inglese e in tedesco, sia per quanto riguarda la colonna sonora. Quest’ultima si sposa alla perfezione con l’ambientazione ed è abbastanza orecchiabile, anche se non particolarmente memorabile.

Sul comparto tecnico nulla da dire: durante le mie ore di gioco non ho riscontrato problemi di alcun tipo, senza contare che non ho giocato alla versione Day One del titolo, ma a una precedente.

Atlas Fallen

Da Senza Nome a Portatore del Guanto

Atlas Fallen è senza ombra di dubbio un buon titolo, con un gameplay divertente e un mondo di gioco davvero ispirato. Tuttavia mi sarei aspettata di più per quanto riguarda la trama, ma anche per una certa ripetitività di fondo che si percepisce negli obiettivi di gioco.
Si sarebbe potuto far di più per far risaltare di più il titolo, specialmente in un periodo ricco di uscite di spicco perché il rischio è che il suo lancio possa passare in sordina.

Atlas Fallen
  • 7.5/10
    Voto - 7.5/10
7.5/10

Riassumendo

Atlas Fallen riesce a distinguersi per il mondo di gioco ispirato e il gameplay, ma pecca sul fronte della trama. Resta un’esperienza decisamente divertente da giocare.

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Scritto da
Sofia Marotta

Videogiocatrice da sempre, amante dei RPG e con una passione smodata per The Binding of Isaac. Nel tempo libero, oltre ai videogiochi, legge o ricama.

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