Dungeon Master's Guide
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Il coraggio di essere il Game Master

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Recentemente vi ho parlato di come iniziare se siete nuovi al mondo dei GDR da tavolo. Vi ho parlato di come approcciarvi tra Quickstart e Set Introduttivi, su quanti essere per giocare e sullo step successivo di acquistare i manuali. Ciò a cui vi ho solo accennato non è che una introduzione, soprattutto se deciderete di dirigere voi il tavolo.

Che si parli di Dungeon Master, Game Master, Narratore o qualsivoglia nominativo, il ruolo è sempre quello. Il compito è quello di dirigere il tavolo, studiando gli eventi e gli incontri che avremo nel corso di una sessione.
Potrebbe sembrare un’affermazione pesante, ma dal Game Master dipende anche il divertimento di tutto il tavolo. Ed è normale che una posizione simile possa creare ansia, soprattutto in coloro che si cimentano in tale ruolo per la prima volta.

Non fraintendetemi, giocare di ruolo è un’esperienza collettiva, e quindi non è tutto solo nelle mani del Game Master di turno. Servono una buona comunicazione e l’impegno di tutti per far sì che una sessione sia davvero indimenticabile.

È innegabile, tuttavia, che sta al Game Master creare le fondamenta delle sessioni, le quali costituiranno una delle avventure che caratterizzeranno una campagna. Ed è creare queste fondamenta ciò che può fare più paura a chi mette i panni del DM per la prima volta.

Creare le fondamenta

Immaginiamo di star creando una sessione da masterare stasera. Abbiamo un bosco, una carovana deragliata e un agguato di goblin pronto ad attaccare gli ignari avventurieri. Magari la carovana è di qualcuno che gli avventurieri conoscono, o magari è stata messa lì dai goblin per destare l’attenzione.
Bene, personalmente ritengo che questa sia solo una parte delle fondamenta della sessione di gioco. Ci sono tanti interrogativi tra prima e dopo che i nostri eroi incontrino la carovana deragliata.

Innanzitutto, come arrivano i nostri avventurieri a scovare nel bosco la carovana? Magari stavano passando di lì, e in quel caso dobbiamo porci come domanda il perché stessero passando di lì. Oppure sono passati da una taverna, dove l’oste un po’ burbero ha parlato di una carovana che sarebbe dovuta passare da lì per ritirare una consegna, ma che non è mai arrivata.
Potremmo anche aver programmato la bella taverna con l’oste burbero pieno di informazioni sulla carovana, ma se il nostro gruppo di avventurieri decidesse di non fermarsi? Magari Gruck l’orco guerriero ha avuto qualche spiacevole trascorso con le taverne della zona e spinge tutti a non entrare…

Il lavoro di un Game Master è proprio questo: pensare a ogni eventualità. Ovviamente si può essere elastici fino a un certo punto, non tutte le opzioni sono prevedibili come altre in un dato contesto, ma l’importante è non essere troppo rigidi. Non possiamo obbligare il gruppo di avventurieri a entrare nella taverna e scoprire della carovana, ma possiamo fargliela trovare sul loro cammino in più modi.

E se dopo aver sconfitto i goblin dell’imboscata, i nostri eroi decidessero di andare a cercare il campo goblin vicino per dargli una lezione? Anche dopo l’evento che abbiamo programmato, seppur semplice come l’imboscata di un gruppo di goblin, è necessario essere abbastanza elastici per permettere che la sessione continui senza brusche interruzioni.

Non è un qualcosa che verrà subito naturale, soprattutto se è la vostra prima sessione, ma col tempo è un ragionamento che vi verrà piuttosto automatico. Conoscere bene i giocatori e il party di avventurieri vi aiuterà anche a capire cosa potrebbe spingerli a fare una cosa piuttosto che un’altra. Potrebbe aiutare anche appoggiarsi inizialmente ad avventure già pronte, in modo da avere qualche pensiero in meno in fase di preparazione.

Quel che è certo è che, con le giuste fondamenta, si da modo al party di esprimere ciò che vogliono fare. Certe sessioni si scriveranno da sole, perché il compito di un Game Master, oltre che di guidare i giocatori, è anche di seguirli.

Dungeon Master's Guide

Anche io ho trovato il coraggio di essere il Game Master

Ho iniziato ufficialmente a giocare di ruolo nel 2016, e a essere un Game Master nel 2017. Non vi negherò che le mie prime esperienze dietro lo schermo sono state a dir poco disastrose. Avevo capito ben poco di cosa dovevo fare e i risultati erano palpabili. Ero già pronta ad appendere la mantella al chiodo, ma qualcosa dentro di me mi ha detto che, se mi fossi impegnata, avrei capito cosa fare.
Tra alti e bassi ho qualche campagna conclusa, e qualcuna no, nel mio storico da GM. Sono molto contenta di non aver mollato nonostante i primi intoppi, perché sono molto contenta di ciò che sono riuscita a fare come Game Master soprattutto negli ultimi tempi.

Al momento sono anche impegnata come Dungeon Master in una campagna di Tomb of Annihilation, un modulo della Quinta Edizione di Dungeons & Dragons a cui devo molto. Vi confesso che è strano trovarmi a masterare una campagna che da giocatrice ho adorato. Sto facendo del mio meglio per portarla avanti senza cadere nella trappola del voler ricreare l’esperienza che ho avuto io. Ho avuto modo di imparare che ogni Game Master ha il proprio stile, ed è solo quando ti attieni a quello che ti viene più naturale che le campagne sono più godibili.

Mi rendo conto che non è facile, soprattutto per chi non ha qualcuno che possa aiutarli. Io ho avuto la fortuna di avere sul mio cammino Game Master pazienti che mi hanno aiutata a capire dove esattamente stessi sbagliando. E se ora riesco a intrattenere il mio tavolo di giocatori per 3+ ore, lo devo anche a loro.

Tomb of Annihilation

Trova il coraggio di essere TU il Game Master

Ci sono tanti strumenti, gratuiti e non, che possono aiutarci nel compito di vestire i panni del Game Master. Quel che è certo è che ci vuole anche una piccola dose di coraggio. Serve buttarsi nella mischia senza aver paura di sbagliare. Nel caso si dovesse commettere uno o più errori, dovremo farne tesoro per non farli nuovamente. Dovremo però fare tesoro anche di tutte le volte che il nostro tavolo esulterà davanti a un buon tiro di dado (o a uno pessimo nostro…), o di quelle in cui riusciremo a stupirli e a coinvolgerli.

Ci saranno quelle volte in cui una sessione non andrà come previsto, e va bene così. Ce ne saranno altre che andranno lisce come l’olio, esattamente come da programma, e anche così va bene. Finché c’è divertimento, si tratta di un’avventura degna di essere giocata.

Essere un Game Master non significa essere perfetti. Vuol dire dirigere il tavolo e far divertire tutti, compresi noi stessi.

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Scritto da
Sofia Marotta

Videogiocatrice da sempre, amante dei RPG e con una passione smodata per The Binding of Isaac. Nel tempo libero, oltre ai videogiochi, legge o ricama.

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