Final Fantasy XVI Clive Jill
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Final Fantasy XVI, i turni e i videogiocatori

Più ci avvicinavamo all’uscita di Final Fantasy XVI e più ci sono state, anche dopo il suo rilascio, molte discussioni su se fosse o meno un titolo degno del nome della serie. La disputa era basata principalmente sul gameplay del titolo, dal taglio molto più action rispetto ai suoi predecessori. Ne è nata rapidamente quella che si potrebbe definire una faida su quali giochi siano “davvero degni” di essere chiamati Final Fantasy o meno. C’è chi dice che dopo il decimo capitolo non esistano più giochi davvero validi, e chi invece è un purista dei RPG a turni rispetto ad altri sistemi.

L’ho trovata una discussione fallata in quelle che però sono le sue fondamenta, soprattutto per chi si è stupito per la scelta di gameplay. Final Fantasy, infatti, non è mai stata una serie “pura” in quanto a combat system ed è soggetta alla visione di chi ne dirige un nuovo capitolo.

Ovviamente non sono qui a dirvi che se vi piace Final Fantasy vi debba piacere ogni singolo titolo. È più che lecito preferire i capitoli a turni e non quelli con altri sistemi (ATB o, come in questo caso, un gameplay più action). Vi parlo proprio io che sì, ho apprezzato parecchio Final Fantasy XVI, ma nel cuore sono e rimarrò sempre un’amante dei RPG a turni.
Ciò che mi ha lasciata perplessa è stato leggere e sentire chi diceva che questo sedicesimo capitolo ha snaturato la serie. Serie che, nel corso dei suoi oltre trentacinque anni, ha sempre cambiato le carte in tavola e non ha mai avuto paura di farlo con i capitoli numerati.

In tutta questa questione c’è da aggiungere una questione prettamente economica e le tendenze di acquisto di noi giocatori degli ultimi anni. Perché sì, nella scelta di creare un capitolo numerato di Final Fantasy vedo palesemente anche il ritorno economico previsto da Square Enix. E quei calcoli la casa di sviluppo li ha fatti proprio in base a noi, i videogiocatori.

Non come Megami Tensei

Perché in un articolo sull’iconica serie di Square Enix ho nominato il mio tanto amato franchise di Atlus? Semplice, per sottolineare che Final Fantasy non ha adottato lo stesso sistema di Megami Tensei per quanto riguarda la differenziazione dei generi dei vari titoli. Infatti, è impossibile trovare, al momento, un capitolo principale di Shin Megami Tensei che non sia un RPG a turni. Questo perché Atlus ha creato tutta una sottoserie di franchise legati a Megami Tensei. Elementi Social Sim? C’è Persona. Voglia di un action RPG? C’è la duologia di Raidou Kuzunoha (per quanto sia irreperibile ormai).
Ci sono fan di Megami Tensei che non tollerano Persona e altri che invece giocano solo quest’ultimo ignorando il resto.

Nella serie di Final Fantasy invece non esistono tante serie distinte per tematiche e, soprattutto, per gameplay. Abbiamo la serie numerata e abbiamo gli spin-off, che possono essere collegati o meno ai titoli numerati. Ogni capitolo rispetta solitamente la visione di chi lo ha diretto, che può essere più “classica” o cercare di portare qualcosa di diverso. Nei capitoli numerati abbiamo anche non uno, ma ben due MMORPG, cosa che in una serie come Shin Megami Tensei è stata realizzata a parte rispetto ai titoli numerati.

Non sono qui per dirvi che è più corretto fare come Megami Tensei o come Final Fantasy. Da una parte abbiamo un franchise che differenzia in modo netto le sue serie, dall’altra ne abbiamo uno che preferisce reinventarsi con ogni titolo numerato e non mette dei paletti sul tipo di RPG da realizzare.

Shin Megami Tensei Nocturne Artwork

Questione di… Turni

C’è anche un’altra questione che penso possa essere interessante da affrontare, soprattutto per i puristi dei RPG a turni. Fino a nemmeno troppo tempo fa, i titoli con il combat system a turni non stavano vendendo bene come adesso. Serie come Persona e Atelier erano piuttosto di nicchia, e non c’era un mercato florido per il genere come quello di adesso, contando anche gli Octopath Traveler, Chained Echoes o anche il nuovissimo Sea of Stars.
Non è che non venissero fatti RPG a turni negli anni passati, ma di certo non rendevano come ora a livello economico, né erano così tanti e così vari rilasciati nell’arco di pochi mesi.

Se andiamo a guardare proprio nelle uscite di Square Enix di qualche anno fa, c’è un titolo che secondo me può riassumere il tutto: World of Final Fantasy. Nell’arco di due anni dal suo rilascio nel 2016, questo spin-off è arrivato a 900.000 copie vendute. Questo può sembrare un gran bel numero, ma non se contiamo due fattori. Il primo è che stiamo parlando di un gioco con Final Fantasy scritto sulla copertina, il secondo è che in due anni non è arrivato nemmeno al milione di copie in tutto il mondo.

Sempre guardando nel caso di Square Enix, accanto a questi dati per World of Final Fantasy dobbiamo mettere quelli di uno dei capitoli della serie che ha venduto copie più rapidamente: Final Fantasy VII Remake.
Okay, è uno dei capitoli numerati più amati dell’intero franchise, ma… È un action RPG. Ed è un action RPG che ha venduto 3.5 milioni di copie in appena tre giorni, per giunta in piena pandemia! Pochi mesi dopo il rilascio, ad Agosto, ha superato i 5 milioni di copie.

Guardando questi numeri di vendite, non mi stupisco che la casa di sviluppo abbia dato l’okay per Final Fantasy XVI, titolo che in una settimana ha venduto comunque le sue tre milioni di copie.

Vista anche la ripresa dei RPG a turni, essendo finalmente giunti nell’epoca in cui se dico Megami Tensei tutti sanno di cosa parlo, potremmo anche vedere un diciassettesimo capitolo a turni. Sappiamo già che Square Enix vuole realizzare un remake di Final Fantasy IX, e addirittura uno del decimo capitolo. Che sia un modo per testare le acque?

Final Fantasy VII Remake
E l’originale è noto anche per essere il primo Final Fantasy a usare l’ATB…
Videogiocatrice da sempre, amante dei RPG e con una passione smodata per The Binding of Isaac. Nel tempo libero, oltre ai videogiochi, legge o ricama.