Quando durante un Nintendo Direct venne annunciato Master Detective Archives: Rain Code, il gioco attirò fin da subito la mia assoluta attenzione. Era impossibile che un nuovo gioco di Kazutaka Kodaka, creatore della serie Danganronpa, non riuscisse a scaturire il mio interesse.
Il titolo è sviluppato da Too Kyo Games, studio di Kodaka e di alcuni sviluppatori che hanno lavorato a Danganronpa e a Zero Escape, in collaborazione con Spike Chunsoft.
Ho passato molte ore in compagnia di Master Detective Archives: Rain Code. Ora che sono finalmente giunta ai titoli di coda sono pronta a parlarvene in questa recensione. Saranno riusciti gli sviluppatori a creare un altro titolo intrigante quanto Danganronpa? Scopriamolo insieme!
Il mistero di Kanai Ward
Il nostro protagonista è un ragazzo che si ritrova nel magazzino di una stazione ferroviaria senza alcun ricordo. Da un foglio nelle sue tasche scopre che il suo nome è Yuma Kokohead e che è stato incaricato dall’Organizzazione Mondiale dei Detective (OMD) di recarsi in treno a Kanai Ward.
Senza altre informazioni su di sé e su ciò che deve fare nella città, Yuma decide comunque di partire nella speranza di incontrare qualcuno che lo riconosca.
Dopo aver incontrato sul treno alcuni Master Detective dell’OMD, il ragazzo scopre che ha perso la memoria perché ha fatto un patto con la dea della morte Shinigami. In cambio dei suoi ricordi ha ottenuto l’aiuto della dea per poter risolvere i misteri.


Yuma riesce ad arrivare a Kanai Ward, una città completamente isolata dal resto del mondo controllata dall’Amaterasu Corporation. Non solo, scopriamo subito che nella città piove ininterrottamente da tre anni in modo inspiegabile.
Una volta radunatosi con Yakou, capo dell’Agenzia Investigativa Notturna e membro dell’OMD, e gli altri Master Detective che sono riusciti ad arrivare, scoprono qual è il loro compito. Il gruppo infatti deve unire le forze per scoprire il Segreto Assoluto di Kanai Ward.
Nel cercare di svelare questo mistero, Yuma e compagni si ritrovano coinvolti in casi di omicidio, oltre a essere ostacolati dai Pacificatori, ovvero le forze armate dell’Amaterasu Corporation, pronti a tutto pur di seppellire la verità.
La trama di Master Detective Archives: Rain Code è piuttosto intrigante e ben scritta. Poco prima di metà gioco il ritmo della narrazione rallenta, ma riesce a riprendersi egregiamente andando avanti. Ci ritroviamo con tanti colpi di scena, alcuni decisamente inaspettati e in grado di tenere incollati allo schermo fino alla fine.


Il compito di un detective
I casi seguono lo stesso ritmo della narrazione principale. Dopo un inizio decisamente promettente, nel secondo e terzo capitolo troviamo dei casi poco ispirati e dalla risoluzione piuttosto ovvia. Fortunatamente, però, a partire dal capitolo successivo il gioco si riprende. Secondo me è proprio in casi come quello del quarto capitolo che si sente l’influenza di Danganronpa. Ci sono momenti inaspettati e tanti colpi di scena che vengono allo scoperto deduzione dopo deduzione.
Avrei voluto che i casi fossero qualitativamente tutti allo stesso livello, ma a somme fatte riescono a offrire complessivamente una buona esperienza.
Una cosa che ho apprezzato è che, tra un caso e l’altro, troviamo anche delle missioni secondarie che riguardano i personaggi coinvolti direttamente o meno. In questo modo possiamo vedere le conseguenze che il caso ha avuto su un dato personaggio.


Nel Labirinto dei Misteri
Passando al lato prettamente videoludico di Master Detective Archives: Rain Code, possiamo distinguere due fasi per ogni caso. Abbiamo una fase investigativa e poi il Labirinto dei Misteri. Quest’ultima fase è una materializzazione fisica del mistero che dobbiamo risolvere, e possiamo accedervi grazie ai poteri garantiti da Shinigami.
Partendo però con ordine, la fase investigativa ricalca molto quanto visto nella serie di Danganronpa. Quello che dobbiamo fare è analizzare tutti gli elementi inerenti al caso, e alle volte anche parlare con i personaggi coinvolti per acquisire nuove informazioni. Esattamente come anche in Danganronpa, è impossibile terminare l’indagine senza trovare tutti gli indizi: il gioco infatti ci permetterà di passare alla fase successiva solo quando avremo trovato tutto.
Il Labirinto dei Misteri è ciò che più caratterizza il gioco. Come vi ho già anticipato, si tratta della materializzazione del caso grazie ai poteri di Shinigami. Tutti gli indizi trovati diverranno delle Chiavi Soluzione, consultabili in qualsiasi momento, ed è possibile che procedendo nel Labirinto queste chiavi si aggiornino o che se ne ottengano di nuove.


Durante ogni Labirinto ci troveremo spesso di fronte a dei bivi, nei quali dovremo rispondere alla domanda posta scegliendo la porta con la risposta corrispondente. Altre volte avremo dei Quick Time Event in cui dovremo scegliere velocemente la risposta corretta per poter proseguire, pena la perdita di un po’ dei nostri punti vita.
Nei Labirinti del Mistero non saremo mai soli: oltre a essere accompagnati da Shinigami, spesso dovremo combattere contro delle personificazioni di coloro che stanno ostacolando le nostre indagini nella realtà, ovvero i Fantasmi del Mistero. Questi combattimenti prendono il nome di Ragionamenti Mortali, nei quali dobbiamo schivare le affermazioni del nemico di turno e colpire quella contraddittoria con una delle nostre Chiavi Soluzione.
Il Ragionamento Mortale a conti fatti è una versione più Hack ‘n’ Slash, visto che Yuma utilizza la sua Lama Soluzione, del Nonstop Debate visto in Danganronpa.


Alle volte, verremo aiutati con l’Enigma di Shinigami, il quale consiste nel colpire le lettere giuste per formare una parola. Nel caso dovessimo avere difficoltà, possiamo dare a Shinigami una Chiave Soluzione per ottenere un suggerimento, ma perderemo secondi preziosi nel caso dovessimo darle quella sbagliata.


Una volta scovato il colpevole, anch’esso manifestato come Fantasma del Mistero, dovremo affrontarlo. Per farlo Shinigami diverrà gigante e dovremo farci strada a calci, caricando o evitando le varie affermazioni del cattivo. Dovremo anche usare le Chiavi Soluzione giuste in modo da poterlo “sconfiggere”.
Infine abbiamo l’Epilogo Deduttivo, nel quale ricostruiamo il caso inserendo le immagini giuste negli spazi vuoti, anche questa meccanica ricorda molto il suo corrispettivo in Danganronpa.


Una pioggia di pop-up
Stilisticamente parlando, lo stile di Master Detective Archives: Rain Code è semplicemente ineccepibile. Non solo la direzione artistica dei personaggi è davvero ben fatta, ma anche le ambientazioni risultano molto ispirate. Tutto ciò è accompagnato da un’ottima colonna sonora e un buon doppiaggio, specialmente quello in giapponese che ho particolarmente apprezzato.
Il titolo, però, mostra il fianco quando si tratta delle sue performance tecniche. Infatti ho riscontrato frequenti pop-up delle texture anche quando ero in sezioni visivamente “tranquille”. Non solo, la mia esperienza di gioco è stata minata da frequenti caricamenti. Questi non si notano particolarmente durante l’esplorazione e l’investigazioni, ma durante il Labirinto dei Misteri sono praticamente onnipresenti.
Ho giocato il titolo sia in modalità fissa che in portatile, e in quest’ultima la risoluzione del gioco è piuttosto bassa.


Uscita da Kanai Ward
Master Detective Archives: Rain Code è tutto sommato un buon titolo. Avrebbe giovato di una scrittura sempre costante a livello qualitativo, ma è di sicuro un buon punto di partenza per una nuova serie investigativa.
i problemi tecnici su Nintendo Switch sono abbastanza evidenti, complice anche l’hardware non più di primo pelo, ma per fortuna il titolo riesce a farsi giocare lo stesso nonostante caricamenti, pop-up e una risoluzione da migliorare in portatile.
Decisamente consigliato a coloro che come me sono rimasti orfani di Danganronpa e stanno cercando qualcosa di tanto folle quanto intrigante per colmare il vuoto.
Master Detective Archives: Rain Code
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7.8/10
Riassumendo
Master Detective Archives: Rain Code è un buon successore di Danganronpa nonostante la scrittura altalenante e il comparto tecnico non esente da difetti. Gli ex-allievi di Monokuma lo apprezzeranno particolarmente.