Vampire Survivors
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Io e la mia dipendenza da Vampire Survivors

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Quando lo scorso Ottobre venne rilasciato Vampire Survivors, non gli diedi molta attenzione. Il periodo era saturo di uscite che attendevo da tanto, come Bayonetta 3 e God of War: Ragnarök, e mi dimenticai del gioco.

Dopo mesi, e aver dedicato il mio tempo a titoli molto vasti, avevo bisogno di qualcosa di semplice. Qualcosa che allo stesso tempo fosse anche una ventata d’aria fresca. Proprio in quel momento mi sono ricordata di Vampire Survivors e delle ottime opinioni che ho sentito in merito in questi mesi.

E così decisi di avviarlo, grazie a Xbox Game Pass, inconsapevole della dipendenza che mi avrebbe creato.

Il concetto dietro a Vampire Survivors è tanto semplice quanto geniale. Tutto quello che dovremo fare è muoversi nella mappa cercando di sopravvivere il più a lungo possibile e salendo di livello. Tutti gli attacchi sono automatici, che siano un colpo di frusta o delle palle di fuoco, e man mano che guadagneremo abbastanza punti esperienza potremo apprendere nuove abilità o potenziare quelle che avremo già.
Con l’oro guadagnato durante tutti i nostri tentativi di sopravvivenza potremo acquistare nuovi personaggi o dei perk fissi che potenzieranno le nostre statistiche. Tra guadagnare punti esperienza, muoversi più velocemente o avere un cooldown minore per gli attacchi, possiamo diventare degli ammazza-vampiri provetti.

Quando l’ho avviato la prima volta due giorni fa, pensavo che lo avrei provato velocemente prima di andare a letto. Invece mi sono ritrovata a giocarci per oltre un’ora senza rendermi conto dello scorrere del tempo. Ieri ho passato tutta la serata a sbloccare quanti più livelli, personaggi e oggetti possibili, passando altre due ore che sono volate ed esultando quando ho sbloccato Suor Clerici e il terzo livello.

E oggi? Inutile dirvi che il mio piano è quello di finire il prepping per la prossima sessione di Dungeons & Dragons 5e… per poi mettermi a giocare a Vampire Survivors!

Era da molto che un gioco non mi prendeva così tanto, dai tempi del primo The Binding of Isaac nel 2014. Vampire Survivors mi ha ricordato che a volte anche l’idea più semplice può diventare un videogioco divertentissimo. A volte bastano Gennaro Belpaese, che per il momento è il mio personaggio preferito, un’orda infinita di creature della notte e la levetta sinistra del gamepad per divertirsi tantissimo.

E voi che state aspettando? State ancora leggendo?! È tempo di Vampire Survivors pure per voi!

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Scritto da
Sofia Marotta

Videogiocatrice da sempre, amante dei RPG e con una passione smodata per The Binding of Isaac. Nel tempo libero, oltre ai videogiochi, legge o ricama.

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