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Star Wars Jedi: Survivor – Recensione

Sono passati diversi anni dall’ottimo successo di Star Wars Jedi: Fallen Order, segnando un marchio indelebile nel cuore di ogni fan. Nonostante Star Wars Battlefront II aveva già offerto una trama molto nelle linee della saga cinematografica, il capitolo di Respawn Entertainment ha saputo cogliere perfettamente lo stile di narrazione delle pellicole.

Per chi ha giocato il primo capitolo, sapeva benissimo che un seguito sarebbe prima o poi arrivato, dato che alcune cose (senza entrare in zona spoiler) erano rimaste irrisolte. Questa volta ci troviamo davanti a un prodotto totalmente Next-Gen, che abbraccia solo la nuova generazione di console per offrire il massimo del potenziale.

Per scrivere questa recensione ho avuto di bisogno di diverso tempo, perché esplorare le lande di Jedi: Survivor è tutt’altro che semplice e poco dispendioso in termini di tempo. Finalmente però, ci sono riuscito e sono qui pronto a dirvi la mia!

“È così che muore la libertà: sotto scroscianti applausi”

Padmé Amidala

La terra promessa

A inizio gioco ci viene narrato tutto ciò che è successo in Jedi: Fallen Order, del perché Cal Kestis si trova con il gruppo della Mantis e quale vicissitudini ha dovuto sopportare. Ci viene detto fin da subito che il nostro eroe è il nemico pubblico numero uno dell’impero e che molti cacciatori di taglie sono all’opera per stanarlo. Fin dalle prime scene, possiamo vedere come il giovane Jedi sia maturato, come gli eventi della Purga e tutto quello che ne è conseguito dopo l’hanno cambiato.

Nelle prime ore verremo a conoscenza di una “terra promessa”, un luogo destinato ad accogliere tutte le persone braccate dall’impero. Il Cavaliere Jedi cerca in tutti i modi di essere un passo avanti all’Impero, soprattutto nell’Orlo Esterno dove ancora le forze imperiali non si sono estese del tutto. In questo frangente faremo la conoscenza di uno dei villain, che crede in principi totalmente diversi da quelli del nostro eroe. Alcuni di questi temibili nemici, pensano che i Jedi dovrebbero esser estinti una volta per tutte.

La trama principale richiede più di una ventina di ore per essere portata a termine. La mole di contenuti messi sul piatto sono longevi e molto diversi tra loro. Nonostante qualche colpo di scena prevedibile, la narrazione mi ha tenuto incollato fino alla fine, facendomi emozionare come quando vidi per la prima volta Star Wars. La storia è a mio avviso una lettera d’amore a tutti coloro che hanno amato l’opera di George Lucas.

Un’eco molto potente

Il gameplay alla base è una grossa evoluzione di Star Wars Jedi: Fallen Order. Abbiamo la possibilità di esplorare enormi mappe, dove potremo trovare molti collezionabili, tra cui gli echi della forza, che ci permetteranno di approfondire gli eventi passati avvenuti in quei luoghi. La mobilità di Cal è stata estesa di molto, grazie alla possibilità di utilizzare nuove abilità e un rampino che ci permette di arrampicarci facilmente.

Le mappe sono ricche di scorciatoie ed elementi con cui potremo interagire. Esplorare ogni singolo angolo è molto importante, soprattutto se vogliamo ampliare le caratteristiche fisiche del nostro personaggio. All’interno di alcuni scrigni sarà possibile ottenere un potenziamento degli Stim, ovvero quelli che ci faranno recuperare l’energia nei momenti critici.

Jedi Survivor recensione

Novità non indifferenti

Una delle principali novità è sicuramente la possibilità di poter esplorare i fondali marini. In più occasioni ci sarà chiesto di immergerci, oltre che nel fondale è possibile trovare dei tesori nascosti. Lungo il corso della narrazione principale, ci verranno dati acceso a nuove tecniche che ci aiuteranno ad esplorare con molta più facilità. In alcuni sezioni di gioco saremo accompagnati da due alleati, alcune volte avremo a nostro fianco Merrin (che abbiamo avuto modo di conoscere nel primo gioco) e in altre Bode.

Durante gli scontri sarà possibile far intervenire il nostro compagno con una tecnica che ci aiuterà a sconfiggere i nemici che ci si parano davanti. Ogni volta che useremo un’abilità di un compagno, dovremo attendere un cooldown prima di poterla riusare. 

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Un’albero vasto

Il sistema di combattimento è stato in parte rivisto. Avremo la possibilità di espandere la abilità di Cal Kestis attraverso un’albero, accessibile nei punti di ristoro. Per poter ottenere punti abilità dovremo caricare la barra dell’esperienza, uccidendo numerosi nemici quest’ultima si riempirà e ci darà accesso ad un punto.

Ovviamente anche stavolta dovremo stare attenti alle sconfitte, dato che ci verranno detratti dei punti e per ottenerli dovremo infliggere un danno al nemico che ci ha ucciso. Una meccanica che in parte può ricordare quanto visto nei titoli di From Software, con la differenza che non bisognerà uccidere il proprio nemico, ma basterà colpirlo una volta.

Star Wars Jedi: Survivor

Lo stile è tutto

Oltre ai poteri legati alla Forza, avremo a disposizione diverse tipologie di Spada Laser. Inizialmente avremo accesso a due stili: spada singola o doppia lama. Avanzando nel gioco impareremo dei nuovi metodi di combattimento, tra cui uno che prevede l’utilizzo del Blaster e della Spada Laser per creare delle combo devastanti.

Quello che più ho gradito è sicuramente Guardia Incrociata, che prevede l’utilizzo di tutte e due le mani per sferrare dei colpi devastanti, molto utili soprattutto con i nemici più coriacei. Avremo la possibilità di poter equipaggiare due stili per volta, in modo da passare in qualunque momento dall’uno all’altro. Per recuperare le nostre forze dovremo riposarci nei punti di meditazione sparsi per la mappa di gioco.

Potremo personalizzare l’aspetto del nostro eroe, a partire dal suo guardaroba, fino ad arrivare alla sua barba e ai suoi capelli. Ovviamente sarà possibile modificare esteticamente la spada laser con moltissimi pezzi, creando l’arma che ogni fan di Star Wars ha sempre desiderato di avere.

Star Wars Jedi: Survivor

Varietà a non finire

Imparando dagli errori del suo predecessore, in Star Wars Jedi: Survivor troveremo ben oltre sessanta tipologie di nemici differenti pronti a darci il filo da torcere. Potremo ammirare anche il cambio di fauna ogni volta che esploreremo un pianeta differente. Come nel suo predecessore, avremo accesso attraverso alla Mantis a un menù dove scegliere il pianeta che vorremo esplorare.

Questa volta gli sviluppatori hanno pensato a un hub principale, ovvero il pianeta di Koboh. All’interno troveremo un Saloon, dove si riuniranno tutti personaggi secondari che salveremo durante la nostra esplorazione. Alcuni di questi ci permetteranno di scambiare degli oggetti per ottenerne di altri.

Star Wars Jedi: Survivor recensione

Tecnicamente valido

Parlando del comparto tecnico, abbiamo a disposizione due modalità: qualità e prestazioni. La prima ci permetterà di raggiungere il 4K nativo con un frame-rate bloccato a 30 fps.

Mentre la seconda ci offre un frame-rate a 60 fps con una risoluzione a 1440p. Questo però solo per la versione Xbox Series X, perché sulla Series S l’unica modalità disponibile è 1080p e 30 fps. Purtroppo su quest’ultima abbiamo riscontrato alcuni cali di framerate nelle situazioni più intense di effetti.

Promosso ancora una volta il doppiaggio in Italiano, che rende il tutto ancora più epico. La colonna sonora è sempre piacevole da sentire e rende memorabili ogni momento importante della storia.

Commento Finale

Posso finalmente dirlo, Star Wars Jedi: Survivor è un degno sequel di Jedi: Fallen Order. La storia di Cal Kestis ha raggiunto una vetta molto alta, sopratutto perché la narrazione è molto rispettosa dell’universo a cui appartiene. Nonostante un sistema di combattimento molto interessante e tecnico, il gioco soffre di alcuni problemi di ripetitività, soprattutto verso la fine. Fortunatamente il gioco riesce a offrire un’esperienza molto valida e solida, con una storia intrigante e ricca di colpi di scena.

Star Wars Jedi: Survivor
  • 8.5/10
    Voto - 8.5/10
8.5/10

Riassumendo

Star Wars Jedi: Survivor è un’ottimo sequel di Jedi: Fallen Order. Il team di Respawn Entertainment ha dimostrato di aver capito i suoi errori con il predecessore e ne ha migliorato ogni aspetto.

Classe 1996, assiduo consumatore di giochi di ruolo, amante della fotografia e informatico a tempo pieno.