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The Elder Scrolls Online: High Isle – Recensione

Dopo aver vissuto dell’epiche avventure all’interno di The Elder Scrolls Online, finalmente sono pronto a parlarvi dell’ultima espansione uscita, ovvero High Isle. Ho passato qualche settimana in compagnia del nuovo contenuto aggiuntivo, che apre ufficialmente l’ottavo anno di supporto al titolo con un’espansione mastodontica, la quale punta a farci visitare un luogo totalmente inedito nel brand.

Quando vi ho parlato dei precedenti contenuti, era palese il mio smisurato entusiasmo per High Isle, anche perché sulla carta era tutto ciò che un fan di The Elder Scrolls desiderava da tempo, ovvero quello di esplorare qualcosa di nuovo in quelle immense lande, facendo così al conoscenza anche di nuove culture.

Vi anticipo che sono rimasto totalmente soddisfatto da questa nuova espansione e voglio raccontarvi passo per passo in cosa è riuscita a stupirmi.

Verso nuove terre

La narrazione di High Isle è totalmente diversa rispetto a ciò che abbiamo visto in passato. Il tutto gira attorno a dei complotti politici, dove vedremo certi esponenti farsi carico dei diritti dei cittadini, per poi usufruire di queste benevolenze per scopi ben meno onorevoli. In questa nuova avventura non avremo nessun grande nemico da sconfiggere, nessun demone imponente a minacciare la pace dei cittadini di Tamriel.
Una delle cose che ho più apprezzato è come viene esplorata più a fondo la razza dei Bretoni, che da sempre è stata quella meno curata nei background e nelle loro culture. La razza umanoide mostra gran parte dei suoi aspetti caratteriali durante questa espansione, facendoci capire anche il modo in cui ragionano in situazioni politiche come quella di High Isle.

Ho apprezzato il cambio totale delle missioni, che non si basano sui classici grinding o fetch quest banali, ma cerca di andare molto più nel vivo nella trama con una serie di missioni variegate per evitare di annoiare il giocatore. La storia è inondata da un’atmosfera totalmente nuova, rendendoci partecipi delle vicissitudini dei cittadini di High Isle. Anche le missioni secondarie riescono a donare una profondità maggiore all’intero arcipelago di Systres. Mi sento in dovere di dire che gli sviluppatori sono riusciti a rinvigorire la serie di The Elder Scrolls con un contenuto fresco e con una storia quasi impeccabile.

Luoghi nuovi e una razza da riscoprire

Rispetto ai rudimentali luoghi di Skyrim, in questo caso saremo chiamati ad esplorare una zona più marittima, molto più colorata dal blu del mare. Per certi versi ricorda molto l’Occidente, soprattutto richiama molto i borghi Italiani, che spesso possiamo apprezzare nella parte meridionale della nostra penisola. Non vi nego che ho trovato pure delle similitudini con le città della Sicilia, con delle cittadine accompagnate da un lungomare favoloso, in questo caso in una salsa più medievale. L’impegno nel voler creare qualcosa di completamente nuovo è palpabile dalle prime ore di gioco.

Anche durante l’esplorazione dei luoghi è possibile apprendere le tradizioni dei Bretoni, come questi seguono uno schema ben preciso in alcuni lavori come il trattamento del metallo. Il mio consiglio è quello di esplorare anche le missioni secondarie, alcune volte arricchiscono di molto il folklore di questa razza. Se non fosse abbastanza, in questa nuova espansione è stata impiegata una maggiore cura per quanto riguarda i personaggi, soprattutto per i compagni che ci aiuteranno durante la storia. Anche il doppiaggio di quest’ultimi è di qualità maggiore rispetto al passato, senza contare che una di queste è la famosa e talentuosa Laura Bailey.

Nuovi compagni di Sventura

Come abbiamo anticipato in precedenza, sono presenti due nuovi compagni: Ember e Isobel. La prima è una giovane maga, appassionata della scoperta di nuovi luoghi e che trova gioia nel rubare agli sventurati che gli passano davanti. Mentre l’altra è una maga guaritrice con un carattere molto radioso e gioioso.

Impareremo a conoscere entrambi i personaggi durante le nostre traversate dell’isola di Systres, ognuna ci racconterà una parte della loro storia e impareremo a conoscere al meglio i loro peculiari caratteri.

L’Arcipelago di Systres

La struttura dell’arcipelago è diviso in due isole: High Isle e Amenos. La differenza tra i due è dovuta al ceto sociale: la prima rappresenta tutta la popolazione appartenente al ceto elevato, mentre l’altra a quello medio. La popolazione di High Isle gode di privilegi che vanno ben oltre alla mera situazione economica, ma sono presenti delle leggi e una politica per far sì che i cittadini abbiano una situazione di benessere ed equità.

Per quanto riguarda Amenos, è un’isola nella quale vengono lasciati tutti i reietti della società, tra criminali e mercenari, che vengono costretti ad affrontare la natura nuda e cruda per sopravvivere. Inutile dire che all’interno dell’isola vige la legge del più forte.

Entrambi i luoghi vengono approfonditi durante la storia, ma avremo la possibilità di andare ad Amenos solo dopo aver raggiunto un determinato punto della narrazione.

Un cardgame da scoprire

Una delle novità che ho più apprezzato è quella di Tales of Tributes, un nuovo card game inserito all’interno di The Elder Scrolls. In questa nuova modalità avremo la possibilità di seguire una storyline totalmente slegata dall’esperienza base, attraverso i personaggi che compongono questo nuovo gioco. Di base, avremo la possibilità di giocare in PvE, con avversari di diverso livello, anche in base alle nostre statistiche, oppure di affrontare altri giocatori in PvP.

Non ha una difficoltà particolarmente elevata e le basi si apprendono facilmente, ma il livello di sfida è ben calibrato. All’interno è presente un sistema di ranking che classificherà i giocatori, oltre che quello dei deck, nel quale sarà possibile fare dei building tattici per battere i nemici più temibili.

La modalità di Tales of Tribute è un aggiunta che si amalgama bene nell’ecosistema di gioco, e permette al giocatore di spezzare la monotonia durante una sessione piena di missioni. Non si tratta di un qualcosa che sconvolge l’intero gioco, ma è sicuramente un’aggiunta interessante e piacevole.

Pronti a gettarvi in una trappola?

Non poteva mancare una nuova arena in High Isle, in questo caso chiamata Dreadsail Reef. In questa modalità, per chi non lo sapesse, dovremo fare a fette orde di nemici in compagnia di alleati guidati dall’IA oppure da altri giocatori. Si tratta di una modalità importante, soprattutto per chi punta a un equipaggiamento di buona qualità senza troppe sfide o grinding. Sono certo che è una trial che piacerà ai giocatori.

Ho gradito le meccaniche di questa nuova trial, inoltre i tre boss hanno ognuno la propria modalità hard da affrontare individualmente. Rispetto al passato, le aree sono divise in modo differente, sono presenti trappole in ogni angolo della mappa e metteranno a dura prova i giocatori più ambiziosi.

Commento Finale

L’esperienza di The Elder Scrolls Online: High Isle è totalmente promossa. La nuova storia incentrata prettamente sul lato politico è stata una ventata d’aria fresca non indifferente per il titolo. L’nica nota negativa è sulla conclusione, leggermente sottotono rispetto alle alle altre espansioni. Nonostante ciò, questo nuovo contenuto tocca dei punti molto elevati, mai raggiunti in precedenza, con un’ambientazione inedita e una cura dei personaggi maniacale.
Mi sento in dovere di consigliarla a tutti coloro che vogliono approfondire meglio il mondo di Tamriel con un contenuto mai visto nel brand di The Elder Scrolls.

Voto
  • 8.5/10
    Voto - 8.5/10
8.5/10

Riassumendo

The Elder Scrolls: High Isle è un contenuto aggiuntivo che porta una ventata d’aria fresca al brand. Ho apprezzato molto il poter esplorare un luogo totalmente inedito nella storia del brand. Mi sento in dovere di consigliarlo a tutti i fan di TES.

Classe 1996, assiduo consumatore di giochi di ruolo, amante della fotografia e informatico a tempo pieno.