Il ritorno di MercurySteam è stata una piacevole sorpresa di questo 2025, con l’annuncio inaspettato di Blades of Fire. L’ultima volta che avevamo avuto il piacere di giocare a una loro produzione è stato con Metroid Dread, uno dei titoli più belli disponibili sulla console ibrida di Nintendo. Fin dall’annuncio di Blades of Fire, ho provato quella stessa sensazione che ebbi con Castlevania: Lords of Shadow, ovvero la promessa di un titolo action destinato a far parlare di sé.
Ho avuto il piacere di giocare Blades of Fire nella sua versione per Xbox Series X|S e, dopo aver trascorso diverse ore con l’opera di MercurySteam, posso finalmente dirvi la mia!

Blades of Fire
Sviluppatore: MercurySteam
Distributore: 505 Games
Piattaforme: PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC
Data di uscita: 22/05/2025
La forgia infuocata
Il mondo di Blades of Fire è condannato a causa della regina Nerea, che ha fatto sì che tutto ciò che fosse metallo si tramutasse in pietra, mettendo fine a ogni cosa legata a questo materiale e a chi ne padroneggiava l’arte per creare qualcosa di potente. All’inizio del gioco, grazie all’intervento di una nostra vecchia conoscenza, entreremo in possesso di un martello che in passato apparteneva a uno dei più antichi forgiatori. In seguito a un evento non proprio felice, il martello, una volta impugnato da Aran, lo trasporterà in un’altra dimensione.
Quello che ci troveremo davanti è la Forgia Divina, dove è ancora possibile forgiare l’acciaio per realizzare delle armi per porre fine al regno della Regina. La storia si focalizza sia su Aran de Lira, sia su Adso de Zelk, un giovane studioso che ci accompagnerà nella nostra impresa.
La storia di Blades of Fire non sembra inizialmente particolarmente originale, eppure riesce a sorprendere grazie a una serie di colpi di scena non sempre prevedibili. Spesso molti interrogativi vengono protratti ai fini narrativi e, una volta scoperta la verità, lasciano un senso di soddisfazione. Un elemento fondamentale per la comprensione della storia è sicuramente quella di leggere tutti i vari documenti sparsi per il mondo di gioco. Di personaggi secondari non ne sono presenti molti, spesso li incontreremo durante il raggiungimento dell’obiettivo principale. Per portare a termine la storia principale del gioco ho impiegato all’incirca diciotto ore, giocando a Difficoltà Normale.

L’acciaio temprato
Il gameplay è l’anima di Blades of Fire, soprattutto per quanto riguarda il sistema della forgia. Avremo piena libertà di scegliere i materiali con cui forgiare la nostra prossima arma, calcolandone anche la durabilità. Potremo selezionare, tra le tante cose, le lame, le rune e persino l’impugnatura da inserire. Alcuni di questi elementi saranno disponibili solo dopo aver trovato la giusta ricetta durante l’esplorazione.
Spesso nella mappa di gioco sono presenti delle statue con cui potremo interagire se impugneremo lo stesso tipo di arma, ottenendo così un ulteriore elemento di crafting da usare nella forgia.
Come dicevo prima, le armi hanno una durabilità, e questo ci mette nella condizione di valutare attentamente quali armi creare, cercando di farlo nel miglior modo possibile. In base alla qualità ottenuta, avremo delle stelle che indicheranno quante volte quell’arma potrà essere riparata.
Anche la scelta della tipologia di arma gioca un ruolo fondamentale. A seconda dell’arma equipaggiata, potremo visualizzare i nemici con tre auree: rossa, gialla o verde. Questi colori indicano il grado di efficacia dell’arma: con l’aura rossa non faremo alcun danno (spesso i colpi rimbalzeranno), con quella gialla l’impatto sarà minore, mentre con quella verde potremo infliggere danni reali. Il nostro obiettivo è quindi utilizzare le armi che ci garantiscono il vantaggio dell’aura verde. In base agli attacchi eseguiti, questi potranno essere leggeri o pesanti: i colpi pesanti permettono di fare a pezzi i nemici, amputando anche parti del loro corpo.

La strada verso la Regina
L’azione di gioco è davvero movimentata, si combatte contro molti nemici lungo la strada e spesso mi è capitato di dover tornare indietro a causa degli ingenti danni subiti. Il titolo di MercurySteam non è affatto magnanimo, spesso ci mette con le spalle al muro e ci ricorda quanto basti davvero poco per finire a terra e dover ripartire da capo. Il gioco è strutturato in modo da costringerci a esplorare e a comprendere meglio quali nemici si trovano nell’area in cui ci muoviamo.
Anche le cure sono molto limitate: avremo a disposizione un solo tipo di pozione, che potrà essere ripristinata solo dopo essersi riposati alla forgia. Tuttavia, questo comporterà il ritorno dei nemici già sconfitti. Cadere in battaglia equivale a vedere la nostra arma tramutarsi in pietra, lasciata esattamente nel punto in cui siamo stati sconfitti. Fortunatamente, potrà essere recuperata tornando sul luogo della nostra morte.
Il mondo di gioco di Blades of Fire è davvero molto vasto, anche se inizialmente può sembrare piuttosto lineare. Avremo a disposizione diversi percorsi, oltre a numerosi luoghi secondari. Decidere di esplorare equivale a essere ricompensati con una buona quantità di materiali utili per la creazione delle nostre armi. Alcune zone includono dei rompicapo che richiederanno un po’ di ingegno per essere risolti e aprire così la strada per proseguire. L’esplorazione rappresenta anche un’ottima occasione per sperimentare le armi appena forgiate e capirne il potenziale, combinandole nelle combo durante i combattimenti.

Tecnicamente forgiato
Ho avuto il piacere di giocare a Blades of Fire nella sua versione Xbox Series X|S, ottenendo una buona resa generale. Durante la mia esperienza ho riscontrato solo qualche piccolo calo di framerate nelle zone più vaste, ma solo all’inizio delle suddette. Ho testato il titolo anche su Xbox Series S per valutarne le performance e devo dire che il risultato è più che ottimo, al netto di qualche caricamento leggermente più lungo nelle aree maggiormente ampie. A livello stilistico ho trovato il gioco molto ispirato, anche nel design dei mostri.
Il level design mi è piaciuto molto, anche se inizialmente può risultare leggermente complicato, soprattutto nel capire come proseguire nella storia. Il doppiaggio in inglese è di buona fattura, con voci molto convincenti. Il tutto è accompagnato da una colonna sonora ben forgiata per i momenti più importanti della storia di Blades of Fire.

Commento Finale
Devo ammettere che Blades of Fire è un buon prodotto, con uno stile unico e ispirato. Il suo gameplay, che pone tutto il focus sulla forgia e sull’utilizzo strategico delle armi, lo rende molto interessante. Anche la narrazione è coinvolgente, sebbene a tratti manchi di originalità. Nel complesso, il lato tecnico è funzionale, al netto di qualche calo di framerate.
Posso dire che MercurySteam è promossa con Blades of Fire, dato che il titolo è divertente e propone qualcosa di diverso rispetto alle uscite di quest’anno!
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