Il nome di Crackdown 3 porta alla mente il suo trascorso martoriato ai giocatori Xbox, dato che l’attesa per questo titolo è andata a perdersi nel corso del tempo, per poi tornare a far parlare di sé solo dopo qualche anno, riscuotendo nuovamente un certo interesse da parte dell’utenza. Per chi non lo sapesse, la produzione di questo titolo è stata abbastanza “martoriata” poiché è stato rimandato molte volte e il team di sviluppo è addirittura cambiato a sviluppo in corso.
Nonostante in passato la serie ha sempre avuto dei capitoli non proprio eccellenti, qualitativamente parlando, il terzo capitolo sembrava proporre dai trailer una buona dose di divertimento adrenalinico grazie al suo gameplay molto movimentato. Noi ci siamo fiondati nella battaglia per capire se effettivamente tutti questi anni d’attesa sono stati ripagati in un titolo degno di nota.
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Terry Crews ci dà il benvenuto!
La storia ci lancia nei panni di un protagonista che fa parte di un gruppo che ha il compito di smantellare l’organizzazione chiamata TerraNova e tutti i componenti che ne fanno parte. Dopo un grave incidente a inizio storia, ci ritroveremo a collaborare con una sorta di “mercenaria”, dato che ci ha salvato la vita e ci ha dato una seconda possibilità per poterci vendicare verso chi ci ha fatto questo torto.
Sostanzialmente la storia gira a torno alla città di New Providence, dove il nostro compito principale sarà quello di sgominare ogni membro che controlla una porzione della città. Tra questi troviamo R.O.X.Y., il robot che si occupa di gestire tutta la monorotaria; Vargas che si occupa dei rifiuti tossici che affliggono la città e Reza Khan che controlla la miniera dei gas tossici di New Providence. Dovremo sgominare ben sette membri dell’organizzazione per poter raggiungere il boss finale, il quale è possibile affrontare fin dall’inizio ma per ovvie ragioni è impossibile da battere alle statistiche iniziali.
Nella narrazione pure Terry Crews gioca un ruolo importante – molti di voi lo conosceranno per la sua famosa e divertentissima pubblicità -, visto che è uno dei capitani dell’organizzazione di cui fa parte il protagonista delle vicende di Crackdown 3. E’ possibile selezionare Terry come avatar ad inizio storia, ma non influisce particolarmente su quest’ultima.
La meccanica da Free-Roaming è poco funzionale, è vero che potremo guidare dei veicoli per girovagare per la città, ma questi risultano difficili da gestire e spesso si preferisce percorrere le strade a piedi dato che si impiega meno tempo grazie ai potenziamenti acrobatici. Per potenziare le nostre abilità dovremo raccogliere dei perk presenti nella mappa, raggiunto il giusto numero, otterremo un potenziamento delle abilità.
Le fasi di shooting risultano pesanti a causa di un sistema di mira non proprio preciso, inoltre spesso le armi sembrano essere troppo legnose rendendo gli scontri molto frustanti e ripetitivi. Vogliamo spezzare una lancia a favore degli scontri contro i Boss, visto che per abbatterli bisognerà capire quali sono i loro punti deboli e quale strategia bisognerà attuare per portarli alla sconfitta. Oltre alle armi da fuoco è possibile prendere a pugni i nemici e spesso si rivela essere la scelta migliore. poiché rende l’azione molto più immediata. Il principale elemento che rende gli scontri meno pesanti è la fluidità dei movimenti, visto che il personaggio ha la possibilità di effettuare delle acrobazie e arrampicarsi senza troppi problemi ovunque.
Troppi problemi
Il problema principale della città di Crackdown 3 è che quasi una metropoli fantasma, perché gli abitanti è come se non esistessero e quando compaiono hanno un pop-in orribile e non hanno alcuna interazione con noi. Lo stesso dobbiamo dire delle auto, ripetitive e quasi sempre inutili. Le strade di questa grande città sono quasi identiche e i palazzi che la compongono sono completamente identici. Mancano anche le attività secondarie, quelle che ci sono diventano ripetitive dopo pochi minuti e questo è sicuramente un elemento che gioca a sfavore della produzione.
Il motore grafico è della generazione passata, non ci sono altri termini per descriverlo. I ragazzi di Sumo Digital non hanno curato quasi per nulla i dettagli, perfino i modelli poligonali – nonostante avessimo il gioco impostato sui settaggi massimi – sono seghettati e dalle texture curate solo marginalmente. Gli ambienti sono quasi sempre spogli e ripetitivi, difficilmente riuscirete a distinguere un luogo da un altro. Il doppiaggio Inglese nonostante sia piacevole d’ascoltare presenta un fuori syncro con il labiale, rendendo anche fastidioso seguire le cut-scene all’interno del gioco. La longevità della campagna si attesta solo sulle cinque ore, si riesce a portare a termine senza troppi problemi, vista la difficoltà pressoché assente.
Commento Finale
In conclusione, Crackdown 3 è un titolo divertente da giocare ma non spicca in nessuno degli elementi che propone. Si tratta di una produzione che va giocata solo quando il backlog è praticamente vuoto o in caso si cerchi qualcosa senza troppo impegno e da giocare nelle ore buca. Ci saremmo aspettati qualcosa in più da chi ha proposto un discreto LittleBigPlanet 3 in casa Sony, ma purtroppo questa volta Sumo Digital ha fatto solo un buco in acqua raggiungendo appena la sufficienza.
Crackdown 3
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6/10
Riassumendo
Sumo Digital non è riuscita a portare sul mercato un titolo di qualità, ma solo una produzione che raggiunge a fatica la sufficienza. Purtroppo Crackdown 3 ha avuto uno sviluppo martoriato e i risultati si vedono fin dai primi minuti di gioco.
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