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FATAL FURY: City of the Wolves – Recensione

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Sono passati molti anni dall’ultimo Fatal Fury e il suo ritorno era davvero atteso. Finalmente i lupi sono tornati, pronti a dare il massimo per offrire un gioco all’altezza. Negli ultimi anni abbiamo visto il ritorno di Tekken, Street Fighter e perfino Mortal Kombat, quindi il mercato dei picchiaduro è più vivo che mai. Eppure Fatal Fury ci è sempre mancato, ed è bello rivederlo in scena dopo così tanto tempo.

Ho avuto il piacere di provare la versione per PlayStation 5 e scendere sul campo di battaglia per vedere con mano cosa ha da offrire FATAL FURY: City of the Wolves!

Scheda del Gioco
Cover del gioco

FATAL FURY: City of the Wolves

Sviluppatore: SNK CORPORATION

Distributore: SNK CORPORATION

Piattaforme: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S e PC

Data di uscita: 24/04/2025

Il ritorno dei lupi

La storia è ambientata un anno dopo il torneo King of Fighters: Maximum Mayhem, quando Rock Howard e Kain R. Heinlein scoprono che Marie è ancora viva. Si trova però prigioniera di Mr. Big, che in cambio della sua liberazione chiede l’eredità di Geese Howard. Recuperarla non è semplice, poiché è stata rubata. Poco dopo viene annunciato un nuovo torneo King of Fighters, con in palio proprio l’eredità tanto ambita.

Dal punto di vista narrativo il gioco è interessante, anche perché riprende il filo lasciato in sospeso in Garou: Mark of the Wolves. La trama di FATAL FURY: City of the Wolves è ambiziosa, ma alcuni passaggi sono prevedibili e le motivazioni sono a volte un po’ deboli. Nonostante questo, si tratta di un’aggiunta che arricchisce l’esperienza, offrendo ai fan della serie un’occasione per approfondire finalmente alcune vicende rimaste in sospeso.

Uno dei limiti della storia è che risulta poco accessibile per chi si avvicina per la prima volta alla serie. C’è un breve riassunto degli eventi precedenti, ma non basta a rendere la trama davvero comprensibile o coinvolgente per i nuovi giocatori. Se da un lato è positivo che SNK abbia ripreso la narrazione da dove l’aveva lasciata, dall’altro questo approccio rischia di escludere chi non ha mai giocato un capitolo precedente.

FATAL FURY: City of the Wolves - Recensione

Con gli artigli

Il cuore del gioco è senza dubbio il gameplay, come ci si aspetta da ogni buon picchiaduro. Il team di SNK ha lavorato per offrire qualcosa di fresco e ambizioso, pensato sia per i giocatori esperti che per chi si avvicina al genere per la prima volta. Il sistema di controllo si basa su quattro tasti principali: due dedicati ai pugni e due ai calci. Combinandoli si possono eseguire combo efficaci e dinamiche, utili anche per difendersi o interrompere gli attacchi avversari.

Schivate, parate e contrattacchi richiedono un po’ di pratica, specialmente per imparare a leggere il timing dell’avversario. Interessante l’introduzione del Rev System, una barra che si riempie man mano che subiamo colpi o pariamo. Le abilità legate a questo sistema si dividono in tre categorie: le Rev Accel che si integrano nelle combo, le Rev Arts che sono attacchi speciali molto potenti, e le Rev Blows che infliggono danni elevati nei momenti critici dello scontro.

Ammetto che nelle prime ore ho impiegato un po’ di tempo a capire come sfruttare al meglio le abilità Rev. A questo si aggiunge il Selective Potential Gear, una funzione che si attiva raggiunto un certo livello di salute. Saremo noi a decidere quando usarla, pianificando la strategia in base al tipo di avversario.

Per rendere il gioco più accessibile, è stato introdotto anche lo Smart Style, una modalità che permette di eseguire combo e abilità speciali in modo semplificato, pensata per chi vuole godersi l’azione senza imparare subito tutte le meccaniche più complesse.

Innumerevoli combattimenti

Anche la classica modalità arcade fa il suo ritorno, con una breve trama e un finale diverso per ogni personaggio. Al centro resta l’eredità tanto ambita, ma ogni storia si chiude con un epilogo peculiare. La novità più interessante è però rappresentata dagli Episodi di South Town. Qui ci muoviamo su una mappa illustrata, non in 3D, dove troviamo dialoghi secondari ed eventi da affrontare.

Siamo comunque lontani da quanto fatto da Street Fighter 6 con il World Tour, che offriva una vera esplorazione e un sistema di creazione del personaggio molto più ricco. In questo caso, gli Episodi funzionano più come intermezzo narrativo che come modalità vera e propria.

Il roster, seppur non vasto, è ben bilanciato. Contiamo diciassette personaggi giocabili. Tuttavia, l’inclusione di Cristiano Ronald e Salvatore Ganacci lascia perplessi. Sono presenze che non hanno nulla a che vedere con l’universo di Fatal Fury e sembrano inserite solo per motivi promozionali. Non aggiungono nulla al contesto e spezzano l’identità del gioco.

FATAL FURY: City of the Wolves - Recensione

Un lupo non sempre perfetto

Ho testato diverse battaglie online e provato le modalità presenti. Una delle cose migliori è il rollback netcode, ormai essenziale nei picchiaduro moderni. Garantisce stabilità e reattività durante le partite. Le modalità principali includono match amichevoli, classificate e la possibilità di creare stanze private per sfidare gli amici. Ho partecipato anche ai PlayStation Tournaments, pienamente supportati. Dal menu di PlayStation 5 è possibile accedere ai tornei, spesso con avatar esclusivi in palio.

Un’aggiunta interessante è quella del clone. Il gioco analizza il nostro stile durante gli scontri online e genera un avversario su misura. Quando raccoglie abbastanza dati, possiamo affrontare questo clone per capire come superare i nostri punti deboli.

Graficamente il gioco è piacevole, anche se non perfetto. Le ambientazioni sono ispirate, ma alcune texture appaiono poco rifinite. Il framerate è stabile nella maggior parte dei casi, con cali occasionali quando lo sfondo è particolarmente caotico.

Commento Finale

Dopo 26 anni, SNK torna con un titolo valido e offre uno dei gameplay più divertenti tra i picchiaduro recenti con FATAL FURY: City of the Wolves. Tuttavia non è esente da difetti: la trama è banale e poco accessibile ai nuovi arrivati, il framerate presenta cali fastidiosi e il roster, seppur ben realizzato, risulta troppo limitato dopo alcune ore di gioco.

Le modalità offline sono solide e piacevoli, mentre l’online è ottimo grazie al rollback netcode. In sintesi, un buon capitolo che sarebbe potuto essere eccellente con maggiore cura e ambizione.

FATAL FURY: City of the Wolves
Riassumendo
FATAL FURY: City of the Wolves è un buon ritorno della serie SNK. MI sarei aspettato un cast più espanso. Il punto forte della serie rimane il gameplay, dinamico e divertente!
Pro
Gameplay con tante novità
La modalità online è stabile
Cast dei personaggi interessanti, ma...
Contro
Trama non accessibile a chi si approccia per la prima volta
Cali di framerate
...troppi pochi personaggi
8
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Scritto da
Federico Molino - Director and PR Manager

Classe 1996, assiduo consumatore di giochi di ruolo, amante della fotografia e informatico a tempo pieno.

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