Se si parla di Final Fantasy XIV: Online sicuramente il pensiero è rivolto a moltissimi avvenimenti, tra i tanti il suo primo debutto in versione vanilla dove il team fallì, ma successivamente arrivò la sua resurrezione con A Realm Reborn che portò alla luce questa produzione da un mucchio di ceneri. Dopo il successo della prima espansione Heavensward, il team è pronto a debuttare con una nuova, Stormblood, che riprende la storia da dove l’avevamo lasciata con l’update finale The Far Edge of Fate. Quello che mette sul tavolo il direttore Naoki Yoshida è una serie di contenuti corposi e voluminosi, ma avranno saputo replicare il successo di Heavensward? Scopritelo con noi in questo viaggio verso questo racconto cremisi.
Il tutto iniziò con il colore cremisi..
La storia punta ad essere, come sempre, emozionante e unica nel suo genere, vista anche la natura del gioco “story-driven” sebbene sia un MMORPG. Le tematiche principali sono quelli della rivoluzione e della morte, dove influiscono molti fattori come quelli dell’amore della propria terra natia e della volontà di ribellarsi contro ad altri umani che usurpano ogni diritto di libertà. Rispetto a quanto visto nella prima espansione, Heavensward, qui ci troviamo difronte ad un racconto molto più maturo e duraturo al livello emotivo, fin dalle prime ore possiamo avvertire il forte impatto che ha sul giocatore, su come questo si senta parte integrante del racconto.
I personaggi che compongono la narrazione di Stormblood sono tutti approfonditi bene, nessuno viene mostrato per un motivo futile, anzi, possiamo anche confermarvi che anche l’antagonista principale delle vicende che ci vedranno coinvolti nella rivoluzione di Ala Mhigo è veramente tosto e degno di essere il villain principale. Il cattivo principale, Zenos Yae Galvus, esteticamente parlando potrà ricordare uno dei giudici visti sul dodicesimo capitolo della fantasia finale, ma in realtà ha una personalità molto complessa e diversa dagli ideali dei Giudici, portandolo ad una conclusione che oltrepassa gli standard che finora abbiamo potuto assistere con l’espansione precedente o addirittura con A Realm Reborn. Per il Main Scenario siamo rimasti assolutamente soddisfatti, ci troviamo nuovamente al cospetto di una storia emozionante che lo porterà fino ad una conclusione – che poi verrà espansa dai futuri aggiornamenti – d’impatto.
Una tempesta di Trials e Dungeon
Prima di passare ai dungeon ci soffermiamo un po’ ai due trials che costituiscono Stormblood, in questo caso parliamo di Susano e Lakshmi. La prima battaglia, quella contro Susano è quella più cinematograficamente animata, parliamo di un entità che raggiunta una percentuale di energia si espanderà e tirerà un fendente che sarà bloccato da uno dei tank, mentre il resto del party dovrà respingere quest’ultimo e liberare l’eroe di turno che sta al di sotto della spada. Quella di Lakshmi è più calma, la stessa OST richiama una battaglia più studiata e meno cattiva, infatti il tutto si baserà sull’utilizzare al momento giusto l’Extra Hot Bar che ci permetterà di essere immuni ad alcuni suoi attacchi. In sé sono delle trial molto soddisfacenti, meno possiamo dire per la loro controparte in Extreme, fin troppo semplici nelle loro meccaniche e facilmente completabili, rendendo nullo dopo un po’ il senso di sfida al quale siamo abituati.
Un extra paragrafo va dedicata alla “battaglia finale”, che da molti è stata classificata come quella più difficile. Si tratta di uno scontro veramente geniale, un qualcosa di mai visto prima, dove la cooperazione è fondamentale. Prima di affrontare questo scontro bisogna ben studiare la strategia, basta un singolo errore ed è un wipe per l’intero party. Si tratta di una trial veramente geniale, che riesce a donare quel senso di appagamento una volta completata.
Strutturalmente sono affascinanti i dungeon di Stormblood, richiamano lo stile orientale e le terre di Ala Mhigo in più fasi. A donare luce nuova ai dungeon vi sono alcune meccaniche mai viste, basti pensare al dungeon di livello 65, che propone alcune battaglie dalle meccaniche interessanti che si vanno a intersecare perfettamente con la tematica proposta dalla storia in quell’esatto momento. Il sonoro accompagna come sempre questi lunghi tragitti, anche questa volta è stato fatto un lavoro divinamente impressionante.
Modifiche al passato e aggiunte al presente
Le due nuove classi sono il Red Mage e il Samurai, appartenente entrambi al ruolo di DPS e quindi predestinati ad essere dei ruoli offensivi. Il nostro adorato mago rosso è un ibrido tra attacco a distanza e ravvicinato, mantenendo fede al suo ruolo originale che con la giusta rotazione delle abilità riesce a raggiungere una media molto elevata di danni. Se volete un DPS puro, il Samurai è quello che fa per voi, visto le tantissime combo che è possibile combinare grazie alle skill che possiede, che vanno principalmente in beneficio proprio che del party rispetto ad altre classi. Tutto sommato si tratta di due aggiunte veramente notevoli, specialmente per chi vuole una classe secondaria da usare, inoltre, i due ruoli partiranno da livello cinquanta, in modo da spronare i giocatori ad usarli.
La versione 4.0 del gioco non ha solo portato nuove classi, ma ha anche perfezionato quelle esistenti migliorandole e aggiungendo una nuova barra chiamata Job Gauge, che permetterà di avere dei bonus interessanti in base alla classe che utilizzeremo. Altre importanti novità sono quelli che hanno caratterizzato il Bardo, perché stavolta non avrà più un time cast per via di Wander’s Minute, ma tornerà agli albori con un cast istantaneo, dove l’abilità poc’anzi citata sarà a tempo e mostrata nella job gauge.
Il fascino orientale
Gli ambienti vasti di Stormblood lasciano sicuramente a bocca aperta, ci ritroviamo difronte ad una varietà immensa di ambientazioni, tra i verdi prati di alcuni territori ad immense vaste desolate costernate da rovine delle guerre passate. L’impronta orientale è onnipresente, specialmente durante l’esplorazione dei villaggi, accompagnata da una serie di tracce che richiamano quello stile. Anche la città principale, Kugane, è principalmente giappica in tutto e per tutto. Stavolta l’hub principale dell’end game, ovvero la zona dove solitamente si va a far acquisti di gear più potenti e destinati ai contenent post-storia, sarà disponibile già dalle prime ore di gioco, ma ovviamente non sarà possibile comprare i suddetti item fino a quando non avremo completato tutte le quest principali.
Secondo il nostro modesto parere, graficamente si è fatto un passo avanti, le ambientazioni sembrano più ricche di dettagli, inoltre i personaggi che compongono le ambientazioni sono molto più varie. Nota sicuramente positiva è come venga spiegato le abitudini delle tribù di una determinata location, andando ad approfondire quella lore per i più curiosi. Interessante pure l’aggiunta di poter nuotare ed esplorare anche i fondali marini, rendendo da un lato l’esplorazione più variegata e le ambientazioni più colorate.
“La caduta di un regno è la libertà di un altro”
Siamo arrivati finalmente al paragrafo della colonna sonora, che come già abbiamo anticipato si tratta di una componente fondamentale per la produzione. Come tutti ben sappiamo, Nobuo Uematsu si è occupato della colonna sonora, donando anche questa volta una componente audio eccellente. Altra menzione importante va al tema principale “Revolutions” della talentuosa ed oramai amata Susan Calloway, che come sempre, riesce ad emozionare con le sue canzoni, sempre molto pertinenti alle tematiche della trama.
Raid e problemi
Con un recente aggiornamento è stato introdotto il nuovo raid chiamato Omega, che prende il posto dell’ormai pensionato Alexander. Il metodo di sblocco è il medesimo, ma le meccaniche che propone sono molto diverse e possiamo assicurarvi che la difficoltà non indifferente. La sua versione Extreme è ancor tutt’oggi uno dei punti più importanti dell’end game, una sfida che sta mettendo a dura prova tutti gli Statici italiani e non. Si tratta quindi di un Raid valido, un degno erede di Alexander e dell’ormai antico Binding Coil di Bahamut.
I problemi che hanno afflitto questa espansione non sono pochi, infatti nei primi mesi è stato un calvario poter portare a termine diversi duty, le code purtroppo erano sempre intasate e con un attesa dai numeri esorbitanti. Altra ostruzione è quella che i server hanno riservato ai giocatori, visto i troppi login, ogni qualvolta che si tentava di collegarsi al server si doveva attendere code dalla durata media di un ora o poco più.
Commento Finale
In conclusione possiamo assicurarvi che l’espansione Stormblood è promossa a pieni voti, è riuscito a uscire dal confronto con il suo passato a testa alta, donando una vera trama degna del nome di Final Fantasy. Il post-storia o end game è valido, dona al giocatore tantissime cose da completare e molte sfide personali, che arricchiscono il comparto longevità di un centinaio d’ore. Consigliamo l’acquisto a tutti coloro che hanno amato Heavensward, ma allo stesso tempo ci vogliamo rivolgere a chi non ha mai giocato a Final Fantasy XIV, perché oggi è il momento più adatto, visto che vi è a disposizione una serie di contenuti validi e ricche di emozioni durature.
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