Mettere le mani su un nuovo capitolo di una saga storica come quella di Mortal Kombat è sicuramente un grande impegno, oltre che un’immensa responsabilità.
I ragazzi di NetherRealm hanno sempre dimostrato di saperci fare con i picchiaduro, e questo l’abbiamo visto con Injustice 2, che ha riscosso un’immenso successo al suo debutto ed è poi stato supporto con una serie di contenuti aggiuntivi molto accattivanti.
Dunque ci troviamo davanti a un titolo potenzialmente “potente” grazie alla sua storicità e la fortuna di essere sviluppato da un team competente.
Per chi come noi è sempre stato affamato di picchiaduro ed è cresciuto con Mortal Kombat, non può far altro che apprezzare il debutto di questo undicesimo capitolo. A noi è stata offerta la possibilità di poter analizzare il titolo da vicino, in modo da capire se effettivamente il ritorno di Skorpion e compagni siano degni del brand al quale appartengono.
Scontro divino
La saga ha da sempre avuto un comparto narrativo accattivante, mai perfetto ma che si lasciava giocare ogni volta. Anche questo undicesimo capitolo non è da meno, infatti avremo un nuovo antagonista chiamata Kronika, una dea capace di controllare le sabbie del tempo e mutarne il corso, il cui obiettivo è quello di eliminare il Dio dei fulmini: Raiden.
Il motivo di quest’odio verso l’altra divinità è perché costui ha donato al bene fin troppa forza, creando una disparità con le forze del male.
L’inizio è abbastanza brutale, dato che vedremo il caro Dio dei Fulmini impiegato in uno smembramento di Shinnok, che afferma che Raiden è ormai accecato da un’ira inarrestabile.
La presenza di un personaggio che può mutare il tempo a proprio piacimento, fa in modo che diversi personaggi, ormai defunti, possano far il loro ritorno all’interno della storia, un’espediente geniale e funzionale nel contesto narrativo.
E’ praticamente scontato che la storia è pieno di doppi sensi, parolacce e brutalità a non finire, elemento che ha da sempre contraddistinto la serie di Mortal Kombat, facendosi beffe dai limiti imposti da altri titoli dello stesso genere.
Alcune cose non cambiano mai
Affrontare la campagna principale è piuttosto piacevole, anche perché la trama si lascia seguire ed è ricca di colpi di scena inaspettati, oltre che di qualche sorpresa che potrà far felice solo chi è un fan storico della serie.
La difficoltà non è elevata, ma alcuni scontri riescono a dare quel pizzico di epicità attraverso i filmati conclusivi. Inoltre, il tutto è mosso quasi in tempo reale, notando un lievissimo distacco tra filmato e fase in gioco.
Partire dalla storia principale è molto importante, anche perché durante il suo corso avremo modo di usare una grande parte dei personaggi disponibili nel roster di questo undicesimo capitolo, in modo da decidere chi mainare per le altre modalità di gioco.
Per completare questa modalità abbiamo impiegato intorno alle sei ore e ne siamo rimasti piacevolmente colpiti, dato che si tratta di una durata alta rispetto ai standard, basti vedere quelle di Tekken 7 che era possibile portarla a termine in appena quattro ore.
Siamo arrivati al fulcro, quello che più importa all’interno di un picchiaduro: il comparto tecnico. Come abbiamo già anticipato in prefazione, il team di sviluppo è veterano e lo ha sempre dimostrato senza mai tirarsi indietro con i suoi titoli, cercando di proporre sempre produzioni competitive.
E’ vero, Mortal Kombat non si affaccia a tecnicismi paragonabili a BlazBlue o a un Guilty Gear, entrambi sviluppati da ArcSystem, ma resta comunque un picchiaduro non semplice da padroneggiare e che richiede un quantitativo di tempo in modalità training per padroneggiare un personaggio non indifferente.
Il giusto timing?
Incastrare i tasti è molto semplice, fortunatamente non è richiesto un tempismo disumano – come ad esempio su Dead or Alive – ma è possibile usare i personaggi in modo molto semplice e immediato, anche se è sempre consigliato passare per la modalità tutorial prima di cimentarsi in battaglie toste.
Le basi sono sempre quelle, abbiamo a disposizioni gli attacchi alti e bassi, divisi in pugni e calci, oltre che delle abilità speciali da usare al tempo giusto, come il Fatal Blow, che si attiverà quando la nostra energia sarà quasi agli sgoccioli.
E’ utile usare le prese durante i combattimenti e sopratutto sfruttare le varie opportunità che ci vengono poste davanti agli occhi negli scenari di gioco, che prevedono l’utilizzo di oggetti scenografici che ci aiuteranno a togliere grandi quantitativi d’energia agli avversari.
All’interno del gioco è presente un’elemento di personalizzazione, infatti i personaggi avranno degli slot d’equipaggiamento nel quale sarà possibile cambiare le skill, mutando così lo stile di gioco e proponendo sempre una tattica diversa contro gli avversari.
Purtroppo non tutti i personaggi sono bilanciati come si deve: molti eseguono dei danni fin troppi elevati mentre altri troppo basso, fortunatamente sono già state annunciate alcune patch che vedranno di riequilibrare un po’ le tecniche speciali.
Una varietà brutale
Anche qui è presenta la famosa Krypta, una modalità che ci permetterà di esplorare questa zona ricca di scrigni attraverso un personaggio in terza persona. La Krypta questa volta si trova sull’isola di Shang Tsung.
Purtroppo qui dobbiamo evidenziare una nota negativa, ovvero che, dopo aver aperto i primissimi forzieri, per poterne aprire altri avremo bisogno di un grinding selvaggio, che quasi sempre sfociano nelle microtransazioni, visto il tempo elevato richiesto per poter ottenere un po’ di monete da utilizzare nella Krypta.
Nella Krypta è possibile scovare costumi, bozzetti e tecniche speciali per il roster di personaggi presenti in Mortal Kombat.
Non potevano mancare sicuramente le torri, che però questa volta si fanno carico di un elemento un po’ meno bilanciato. Molte volte capiterà di trovarsi davanti a dei modificatori troppo “difficili”, difatti è stata da poco annunciata una patch che permetterà di equilibrare i modificatori, in modo da evitare delle sfide assurde e impossibili da completare.
E’ possibile affrontare le torri in una modalità cooperativa, che getta delle basi interessanti e che spingono al giocatore a cimentarsi in una sfida assieme a un compagno.
La modalità Online l’abbiamo trovata molto stabile, forse la più completa tra tutte. I server Online non hanno mai dato segno di cedimento e sono riusciti a donarci una resa di gioco impeccabile.
Il comparto grafico è promosso nonostante sia stato utilizzato una vecchia versione dell’Unreal Engine. I volti dei personaggi risultano molto piacevoli alla vista, oltre che dispongono di un asset pieno di animazioni di qualità.
Lo stesso possiamo dire del doppiaggio italiano (cento spanne sopra rispetto a quanto visto con Mortal Kombat 9) sono presenti grandi figure di spicco nel mondo del doppiaggio italiano.
Commento Finale
In conclusione, Mortal Kombat 11 è un capitolo degno del nome che porta, il team capitanato da Ed Boon è riuscito a mettere sul mercato un colosso che riesce a divertire, ma sopratutto non annoia mai.
Avere un server online così stabile non è un dettaglio da poco, specialmente perché il genere al quale appartiene punta tutto su quest’ultimo. Assolutamente promosso!
Mortal Kombat 11
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8.5/10
Riassumendo
Mortal Kombat 11 segna il ritorno di un grande esponente nel mondo videoludico, il quale introduce una modalità online stabile e un roster di personaggi valido. Peccato per il grinding esagerato nella modalità Krypta.
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