Si tratta di un titolo che ha visto la luce del giorno grazie anche alla campagna Kickstarter, dove gli sviluppatori hanno ricevuto un aiuto dai videogiocatori che erano interessati a questa nuova produzione di Obsidian Entertainment. Non appena raggiunto il goal che gli sviluppatori si erano prefissati, partì il pieno sviluppo di Pillars of Eternity che poi approdò il ventisei marzo su Steam. A distanza di poco più di due anni, gli sviluppatori hanno deciso – vista la richiesta elevata – di portare il gioco anche su console, dando così una possibilità a PlayStation 4 e Xbox One. La versione per console si chiama Pillars of Eternity: Complete Edition, che come si evince dal nome è una versione completa che racchiude tutti i contenuti scaricabili che sono stati pubblicati nel corso di questi lunghissimi due anni, oltre ovviamente la realizzazione di una interfaccia compatibile con il joypad. La nostra è stata un esperienza molto lunga, trattandosi di una produzione che richiede un certo quantitativo di ore ed impegno, nonostante tutto eccoci qua, buona lettura!
Elementi fondamentali
Spiegare a parole – o in questo caso a caratteri – cos’è Pillars of Eternity non è un compito facile. Si tratta di una produzione che ha tanti rami e diramazioni, l’esempio ideale per capire il discorso è il Diamante, che ha tante facce e tanti elementi, andando a comporre un’unica forma maestosa ed elegante, bella da vedere, ma soprattutto ricca come Pillars of Eternity: Complete Edition. Dopo la creazione del nostro personaggio nei minimi dettagli tra background e classe – un po’ come facciamo quando ci sediamo a giocare ad una partita di Dungeon & Dragons – la storia prenderà una piega molto accattivante e vasta. Al centro della narrazione sono presenti diverse razze e religione, assistendo come queste permeano dentro un grande calderone di pietanze ognuna dal sapore diverso. Le vicende del gioco non si spingono i cliché prevedibili del genere fantasy, ma in primis tende a creare un contesto originale per permettere al giocatore di rimanerne stupito per tutta la sua durata, basta assistere ai primi colpi di scena nelle fasi iniziali del gioco. Il nostro viaggio è alla scoperta della causa di una maledizione che porta i bambini appena nati a non avere un’anima. Così facendo, il nostro eroe con il suo potere di indagare sul passato e sugli antenati della gente, dovrà cercare una risposta che si cela dietro uno schema dir poco malvagio.
I dialoghi del gioco sono strutturati quasi come un racconto estrapolato da un romanzo, nel quale però noi possiamo decidere quale via imboccherà quest’ultimo attraverso le scelte. E’ vero, il più delle volte ci troveremo difronte a wall of text infiniti, ma non per questo deve essere un difetto, anzi la curiosità spinge al giocatore a fare tante domande agli NPC che gli si parano lungo la strada. La scelta della razza, classe e etnia non è una cosa banale, perché ogni singolo tassello influenzerà le nostre statistiche e la nostra avventura, perfino le origini del personaggio nella costruzione del background è fondamentale. In base alle nostre scelte avremo a disposizione determinate abilità che determineranno in maniera significativa i nostri scontri o la nostra sopravvivenza durante l’esplorazione di queste vaste terre ricche di pericoli. Ogni dettaglio della produzione non è messa lì per caso, gli sviluppatori hanno fatto un lavoro a dir poco sbalorditivo che merita le lodi di chi ama produzioni di questo genere.
Scelte importanti
Il gioco ha una visuale isometrica, un po’ come quella di Diablo se vogliamo dar un idea più chiara. Durante gli scontri ogni scelta sarà fatale, bisogna saper piazzare bene il proprio party e le proprie abilità, che per l’occasione sulla versione per console richiama un menù circolare dove poter eseguire le nostre azioni più importanti. Uno degli elementi che contraddistinguono Pillars of Eternity è la possibilità di riparare la propria partita, rispetto a produzioni come Divinity le nostre scelte meno calcolate e sulla carta sbagliate non sono un problema, il gioco riesce ad adattarsi senza dover costringere a chi sta giocando a dover re-iniziare il gioco da capo dovendosi subire nuovamente tutto quello che ha già completato. Il nostro livellamento ci permetterà di potenziare i vari valori che abbiamo già intravisto nella creazione del personaggio, tra cui lo stealth e l’istinto di sopravvivenza. Per quanto riguarda i valori di forza e resistenza, possiamo potenziarli solo attraverso l’equipaggiamento che troveremo ed equipaggeremo. Ogni classe ha un suo albero delle abilità e questo fa sì che ogni scontri sia diverso, quindi se stiamo usando un Cipher agiremo in un approccio meno diretto e più calcolato, mentre se la nostra classe è il Barbaro, agiremo in una maniera più diretta del primo e useremo più forza bruta per adempiere alla nostra missione. Questi sono fattori che possono determinare anche la rigiocabilità, perché il videogiocatore più curioso una volta conquistato il sistema del titolo, sarà ghiotto nel voler vedere un barbaro o un mago in azione dopo aver completato la sua prima run con il Cipher. Vi ricordiamo che il gioco non punta a far farmare il giocatore in maniera selvaggio, ma bensì a fargli completare quante più quest possibili, infatti i punti li otterremo principalmente ed esclusivamente da quest’ultime.
Tutto sommato la versione PlayStation 4 è pressoché identica a quella per PC, aggiungendo dei menù radiali in modo da facilitare la giocabilità con un pad. Una volta presa la mano, sarà facile gestire gli scontri o aprire i menù, anche se ammettiamo che nelle prime ore di gioco qualche difficoltà è incappata. Piacevole vedere come Obsidian sia attenta al giocatore console, dato che ha riservato una gestione del party più rapida con la possibilità di switchare personaggio con un singolo tasto e in maniera immediata. Il tocco artistico è rimasto penetrante e ammaliante, in modo che anche i giocatori consolari possano godere di tale meraviglia e far un tuffo verso ad un genere ormai quasi appartenente al passato. Una delle note importanti è che il gioco include tutti i contenuti aggiuntivi rilasciati su PC, in particolar modo le due espansioni di The White March, che permette al giocatore di esplorare delle nuove terre ed arricchire così di molto la longevità di Pillars of Eternity.
In Conclusione
In conclusione si tratta di un prodotto inscatolato bene, se mettiamo in conto che si tratta di un esperienza completa che non solo porta per la prima volta Pillars of Eternity su console, ma viene accompagnata da tutti i contenuti aggiuntivi che hanno già visto la luce sulla versione per PC di qualche anno fa. Il titolo offre una longevità disumana, anche se va detto che potrebbe non essere così favorevole la cosa per chi non ama giocare per troppe ore allo stesso gioco. Tirando le somme, il titolo è valido ed è consigliato l’acquisto solo se accettate il compromesso che si tratta di un titolo che ha bisogno dei suoi tempi per partire in quinta. In ogni caso per noi è promosso!
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