Quest’anno BANDAI NAMCO Entertainment ha puntato anche su uscite più piccole rispetto ai titoli più celebri del colosso nipponico. Tra queste abbiamo avuto il piacere di vedere nei mesi scorsi Shadow Labyrinth, mentre adesso è il turno di Towa and the Guardians of the Sacred Tree, sviluppato da Brownies inc.
Ho avuto il piacere di giocare a questo nuovo roguelite su PlayStation 5, apprezzandone molto le meccaniche e la narrazione di fondo. Dopo aver accompagnato Towa in questo viaggio, sono pronto a raccontarvi la mia esperienza con il gioco!

Towa and the Guardians of the Sacred Tree
Sviluppatore: Brownies inc.
Distributore: Bandai Namco Entertainment
Piattaforme: PC, PlayStation 5, Xbox Series X|S, Nintendo Switch
Data di uscita: 19/09/2025
Il viaggio di Towa
La storia ruota attorno a un’incombente minaccia, quella del dio Magatsu, che pian piano sta prosciugando tutta l’energia vitale del pianeta corrompendolo. In tutto questo il miasma ha raggiunto il villaggio di Shinju, luogo in cui vive la protagonista Towa. Si tratta di una figlia degli dei incaricata di compiere il suo dovere: arrestare l’avanzata delle forze di Magatsu. Ad accompagnarla in questa impresa ci sono otto guardiani, scelti tra i migliori del villaggio. Inoltre, la divinità Shinju ha concesso a Towa l’uso della spada sacra e di un bastone capaci di respingere il male.
A livello narrativo le nostre scelte hanno un peso, influenzando quali guardiani muoveremo e chi porteremo con noi in una partita o nell’altra. Nonostante la trama risulti per certi versi prevedibile, si lascia seguire con piacere e sa regalare bei momenti al momento giusto. Ho apprezzato molto la gestione dei dialoghi in base a chi decideremo di portare con noi, elemento che rende l’esperienza più dinamica.

Tempo di allenarsi!
Towa and the Guardians of the Sacred Tree è un roguelite che riprende alcuni elementi già visti in altre produzioni blasonate del genere. La cosa che più mi ha colpito è la necessità di scegliere due guardiani per volta, assegnando loro due ruoli distinti: Tsurugi e Kagura. Il primo ha il compito di attaccare frontalmente i nemici, dandoci supporto diretto in battaglia, mentre il secondo sfrutta la magia e fornisce un aiuto più indiretto.
Questa meccanica ci spinge a sperimentare combinazioni diverse, perché i personaggi possono creare catene di attacchi e bonus davvero rilevanti che fanno la differenza durante le partite. Anche se abbiamo due guardiani in campo, la barra della salute viene divisa a metà: se uno cade in battaglia, l’altro rimane a combattere, ma con danni sensibilmente ridotti. Ammetto che inizialmente ho dovuto fare diversi tentativi, visto che gli Tsurugi variano molto nello stile di combattimento.
Per quanto sembri una scelta legata solo al gameplay, il ruolo che assegneremo ai guardiani influisce anche sulla narrazione, e devo dire che è stata una sorpresa piacevole. A questo si aggiunge la possibilità di giocare anche in multiplayer, sia online che in locale: l’ho provata personalmente e si è rivelata una modalità solida e divertente, capace di rendere l’azione ancora più dinamica.

Non solo roguelite
I dungeon procedurali sono strutturati in modo abbastanza classico. Nel corso della nostra partita è possibile trovare anche delle stanze speciali, nel quale potremo interagire spesso con alcuni venditori e acquistare da loro un oggetto curativo o un bonus che potrebbe aiutarci nelle prossime battaglie. Sono presenti pure delle stanze in cui è possibile rilassarsi in alcune fonti termali, permettendoci di ripristinare l’energia. Quelle che ho più apprezzato sono i punti di ristoro, dove spesso i personaggi parlano tra loro e ci rivelano qualcosa in più della storia o su di loro.
Eppure l’azione di gioco durante i dungeon non è la sola cosa che mi ha colpito in Towa and the Guardians of the Sacred Tree. Avremo a disposizione un hub principale che non è altro che il Villaggio di Shinju. All’interno avremo un vero sistema gestionale dove potremo potenziare alcune delle strutture che ci saranno utili. Inoltre è importante parlare con alcuni personaggi, dato che potremo instaurare dei rapporti e aumentarne le statistiche. La cosa che ho più apprezzato è il Fabbro, da cui potremo usufruire dei materiali ricevuti per poter personalizzare la spada e potenziarla. La cosa che mi ha colpito è che c’è un vero sistema di personalizzazione dell’arma nel dettaglio, potremo scegliere la forma, le incisioni e ogni elemento potrebbe influire sulla qualità.

Tecnicamente funzionale
Ho giocato a Towa and the Guardians of the Sacred Tree su PlayStation 5 e non ho riscontrato problemi tecnici legati al framerate. Il gioco è rimasto sempre stabile, anche nelle fasi in cui i combattimenti diventavano più movimentati e intensi. Inoltre ho trovato i comandi a pad molto intuitivi e facili da padroneggiare per effettuare le combo senza difficoltà.
Il fiore all’occhiello della produzione è senza dubbio la colonna sonora, curata dal geniale Hitoshi Sakimoto. Per chi non lo sapesse, si tratta dello stesso compositore che ha realizzato le musiche di Final Fantasy Tactics e Final Fantasy XII, tra i molti altri titoli importanti della sua carriera.
Parlando delle note dolenti, ho trovato la difficoltà talvolta altalenante e non sempre bilanciata. Avrei gradito boss più ispirati e meno ripetitivi, perché le meccaniche tendono a ricorrere troppo spesso, rendendo alcuni scontri, che dovrebbero essere memorabili, piuttosto banali.

Commento Finale
Towa and the Guardians of the Sacred Tree è stato una grande sorpresa. Ho apprezzato davvero la produzione messa in piedi da Brownies inc., che mi ha offerto diverse ore di gioco molto divertenti. Anche le meccaniche legate ai personaggi le ho trovate funzionali, portando una ventata d’aria fresca nel genere Roguelite. Peccato però per la varietà dei nemici, non sempre generosa e all’altezza delle aspettative.
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