Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse
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Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse – Recensione

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Mask of the Lunar Eclipse, quarto capitolo della serie Project Zero, nota in America come Fatal Frame, non arrivò mai fuori dalla madrepatria. I motivi per cui il capitolo diretto da Goichi Suda, sì proprio quel Suda51 che ha diretto la serie No More Heroes, non uscì ai tempi in Occidente non sono chiari. Tuttavia ci ritroviamo finalmente qui perché finalmente il gioco è arrivato anche da noi in un’edizione rimasterizzata.

Ho avuto la possibilità di giocare il capitolo perduto nella sua (re)incarnazione per PlayStation 5. Dopo essere sopravvissuta all’isola di Rogetsu e ai suoi spiriti che non trovano riposo, sono finalmente pronta a parlarvi del gioco e della sua rimasterizzazione.
Come se l’è cavata Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse a fare i conti con gli anni passati dal suo primo rilascio? Non ci resta che scoprirlo insieme in questa recensione!

Il mistero dell’isola di Rogetsu

Un gruppo di cinque ragazze fu rapito sull’isola di Rogetsu per motivi rimasti tuttora ignoti. Tutte le ragazze, una volta salvate, non ricordano nulla né dell’incidente in sé, né di ciò che è avvenuto in precedenza.
Dieci anni dopo tre di queste ragazze decidono di fare ritorno sull’isola, alla luce anche della morte misteriosa delle altre due compagne di sventura, per scoprire la verità sul loro rapimento.

Sull’isola arriva anche Choshiro Kirishima, il poliziotto che le ritrovò dopo il rapimento, inviato dalla madre di una delle ragazze, Ruka, per poterla aiutare. Choshiro è anche alla ricerca delle persone che ritiene siano dietro ai rapimenti avvenuti.

Vestendo i panni delle tre ragazze, Ruka, Misaki e Madoka, e di Choshiro, iniziamo a scoprire sia il mistero dietro il rapimento avvenuto anni prima, ma anche della misteriosa Moonlight Syndrome, una malattia che colpiva solo i nativi dell’ormai disabitata isola di Rogetsu.

Project Zero Ruka

La trama di Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse risulta ben scritta ed è anche molto coinvolgente. Durante gli eventi troveremo anche dei piccoli colpi di scena che sono ben realizzati. Tuttavia si nota una certa ridondanza, dovuta al fatto che ci ritroveremo a leggere le stesse informazioni più volte. L’impressione che ho avuto è quella di voler allungare la longevità del titolo, la quale altrimenti sarebbe stata molto esigua.
Più volte leggeremo le stesse informazioni sulla Moonlight Syndrome, sul Rogetsu Kagura e sulla clinica che esploreremo. È come se il gioco ci desse certe informazioni troppo presto, per poi cercare di perdere più tempo possibile prima della prossima informazione rilevante.

Tutto sommato le vicende narrate in Mask of the Lunar Eclipse sono godibili, ma il mio consiglio è quello di non fermarsi troppo sui documenti decisamente ridondanti e che danno sempre le stesse informazioni, soprattutto da metà gioco in poi.

Project Zero 4 Gameplay

Foto spettrali

Come in ogni Project Zero, il nostro modo per combattere gli spiriti è grazie a una macchina fotografica, chiamata Camera Obscura. Ognuno dei nostri protagonisti ne ha una a disposizione per combattere, tranne Choshiro che però è munito di una torcia dalle funzionalità similari.
Per far danno agli spiriti che tentano di ucciderci, dobbiamo aspettare il momento giusto per poter scattare e fare il maggior danno possibile. Se scattiamo un attimo prima che il nemico attacchi, otterremo un Fatal Frame, e potremo fare fino ad altre due foto in sequenza facendo più danni.

Andando avanti potremo potenziare la nostra Camera Obscura (o torcia nel caso di Choshiro) e le lenti che troveremo a giro per Rogetsu Hall utilizzando delle gemme, blu nel primo caso e rosse nel secondo. Nel caso delle lenti andiamo a potenziarle in generale, mentre per la nostra “arma” potremo scegliere se migliorare il tempo di carica del rullino, il danno e molto altro ancora.

Project Zero 4 Gameplay

Oltre al rullino classico, di cui ne avremo a disposizione una quantità illimitata, potremo trovare durante l’esplorazione anche rullini molto più potenti. Questi ci permetteranno di infliggere ulteriore danno agli spiriti, e possono essere d’aiuto nelle battaglie con più nemici.

Su PlayStation 5, come impostazione di default c’è quella di poter muovere la Camera Obscura con i sensori di movimento del controller oltre che con l’apposita levetta analogica. Tuttavia ho trovato i controlli col sensore di movimento scomodi e ho deciso di disabilitarli durante quasi tutta la mia esperienza di gioco.

I problemi della Camera Obscura

Ho notato che svariate volte il gioco non riconosceva gli scatti effettuati con successo. Spesso mi sono ritrovata a vedere gli spettri che non subivano alcun danno e, anzi, procedevano ad attaccarmi. Altre volte mi sono vista negare il Fatal Frame, e altre volte l’ho ottenuto senza che lo spirito stesse per attaccare. E una volta ottenuto il bramato Fatal Frame, mi è stato impossibile poter fare gli scatti successivi senza apparente motivo, oppure li ho fatti e lo spettro non ha subito alcun danno ancora una volta.

Si tratta di una problematica abbastanza grave, visto che delle volte sono stata costretta a ripartire dall’ultimo salvataggio anche se non avevo commesso errori. Certo, il più delle volte si trattava per fortuna di una decina scarsa di minuti di gioco. Però è frustrante dover rifare la stessa sezione non per una mancanza di tempismo o abilità, ma semplicemente perché il gioco non ha riconosciuto gli scatti effettuati con successo. Tutto questo mentre sentivo anche gli effetti sonori che si hanno quando si infligge danno!

Project Zero 4 Ghost Kill

Gli scricchiolii dei corridoi… E anche quelli tecnici

Fin dal primo sguardo è impossibile non notare i modelli poligonali dei protagonisti rifatti rispetto all’originale per Nintendo Wii. Tuttavia i suddetti, per quanto ben fatti, non riescono a nascondere quanto il resto della rimasterizzazione sia stato un lavoro abbastanza pigro.
La risoluzione e il frame rate sono stati aumentati, ma il peso degli anni passati così si vede ancora di più. Le texture di oggetti e ambienti sono di bassa risoluzione, e i movimenti sono alquanto legnosi sia in camminata, sia in corsa.

Per fortuna non ci sono problemi tecnici a peggiorare la situazione: durante la mia esperienza non ho riscontrato crash o altre problematiche, e ho potuto concludere il gioco senza intoppi. Rispetto però al lavoro che il team di sviluppo ha svolto per la Remastered del quinto capitolo, Maiden of the Black Water, mi sarei aspettata molto di più per quanto riguarda la rimasterizzazione di questo quarto capitolo della serie.

Sul fronte audio nulla da ridire: i rumori di sottofondo fanno di tutto per aiutare nel creare la giusta atmosfera, mentre il doppiaggio in giapponese risulta ben fatto. Mask of the Lunar Eclipse ha i testi localizzati esclusivamente in lingua inglese, e tutto sommato è stato fatto un buon lavoro nell’adattamento anche di alcuni termini specifici.

Project Zero Misaki

Il ritorno del capitolo perduto

Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse è finalmente arrivato in Occidente. E lo fa con una trama ben scritta, ma purtroppo con un lavoro di rimasterizzazione pigro che semplicemente non rende giustizia. Se a ciò aggiungiamo qualche intoppo nel gameplay, si sarebbe potuto fare di più per il gioco e per i fan della serie che lo hanno atteso per quindici anni.

Il mio consiglio, nel caso foste interessati, è quello di attendere un abbassamento di prezzo, visto che da listino si tratta di una spesa non indifferente.

Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse
  • 6.5/10
    Voto - 6.5/10
6.5/10

Riassumendo

Mask of the Lunar Eclipse ha avuto un lavoro di rimasterizzazione che non rende giustizia alla trama piacevole, ma nemmeno agli anni di attesa che i fan hanno sopportato per vederlo arrivare finalmente in Occidente.

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Scritto da
Sofia Marotta

Videogiocatrice da sempre, amante dei RPG e con una passione smodata per The Binding of Isaac. Nel tempo libero, oltre ai videogiochi, legge o ricama.

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