Fin dal suo annuncio, Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land ha subito catturato la mia attenzione, soprattutto perché il team di sviluppo ha deciso di cambiare completamente le carte in tavola rispetto ai capitoli precedenti. Anche la formula di gioco è stata rivoluzionata: non ci sono più tante micro-aree, ma un vero e proprio mondo open-world da esplorare liberamente.
Ho trascorso moltissime ore in compagnia di Yumia e devo dire che mi sono davvero divertito. Sono rimasto piacevolmente sorpreso dalle tante migliorie introdotte da GUST con questo capitolo, che segna un’evoluzione significativa per la serie con Atelier Yumia: The Alchemist of Memories!

Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land
Sviluppatore: GUST
Distributore: KOEI TECMO GAMES
Piattaforme: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One, Nintendo Switch e PC
Data di uscita: 21/03/2025
Il peccato dell’alchimia
La protagonista del gioco è Yumia Liessfeldt, una giovane ragazza diventata alchimista proprio come sua madre. Purtroppo, nel mondo di Atelier Yumia, gli alchimisti non sono visti di buon occhio. Un grave cataclisma, attribuito proprio all’alchimia, ha segnato profondamente la storia recente, portando le persone a diffidare di questa pratica e di chi la esercita. Yumia si trova così a dover affrontare sguardi diffidenti, soprattutto dopo aver scoperto di discendere da un’antica stirpe di alchimisti.
Molti eventi del passato rimangono avvolti nel mistero, spingendo la protagonista a porsi delle domande: perché l’alchimia è tanto temuta? È davvero responsabile del disastro che ha colpito il mondo?
Nel corso dell’avventura ci ritroveremo a collaborare anche con persone che, inizialmente, non si fidano di noi proprio a causa della nostra conoscenza di un’arte tanto proibita.
Aiuteremo a trasformare il mana e a recuperare i ricordi perduti del passato, nel tentativo di fare luce sugli eventi accaduti. Uno degli obiettivi principali sarà rendere accessibili aree che normalmente risulterebbero letali per l’uomo. La narrazione del gioco è molto piacevole: alcuni colpi di scena sono inaspettati, altri un po’ più prevedibili, ma nel complesso ho trovato il racconto interessante e, rispetto ai precedenti capitoli, decisamente più maturo.

Il potere del Gathering
Come in ogni capitolo della serie che si rispetti, anche in Atelier Yumia avremo a disposizione il nostro Atelier, ma questa volta con un’importante novità: potremo personalizzarlo in modo molto più approfondito. Attraverso il sistema di crafting potremo costruire tavoli da lavoro, oppure aggiungere elementi decorativi come uno spogliatoio per cambiare gli abiti della protagonista. Tutto è accessibile tramite un pratico menu radiale, da cui potremo selezionare gli oggetti da creare. Con l’indicatore potremo decidere dove posizionarli all’interno dell’Atelier e ruotarli a piacimento. Alcuni elementi avranno una funzione puramente estetica, mentre altri saranno fondamentali per il gameplay.
Ovviamente, alcuni di questi oggetti saranno indispensabili per effettuare le nostre sintetizzazioni alchemiche. Ogni volta che vorremo creare un oggetto, dovremo riempire i tre slot dell’Alchemy Core, che ne determineranno qualità, effetti e parametri. In base alla combinazione di materiali, otterremo risultati diversi, con effetti più o meno utili. Esistono diverse varianti e combinazioni in grado di migliorare sensibilmente la qualità finale dell’oggetto.
Ogni ricetta potrà essere potenziata fino al livello 10, e ogni avanzamento garantirà vantaggi sempre maggiori. Tuttavia, alcune azioni potranno essere eseguite solo un numero limitato di volte, in base all’indicatore energetico a disposizione. Questo indicatore rappresenta la quantità di mana utilizzabile e si consuma ogni volta che sfrutteremo determinate abilità o funzioni speciali.
Per ricaricarlo, potremo semplicemente attendere un po’ di tempo senza utilizzarlo, oppure visitare determinati accampamenti dove si trovano pozze di Mana. Lo stesso indicatore ci permetterà di accedere a zone contaminate, dove la concentrazione di Mana è troppo alta per essere affrontata da un normale essere umano.

Ad armi in mano!
Il sistema di combattimento in Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land è quasi immediato e intuitivo. Le azioni si svolgono in tempo reale, con la possibilità di alternare tra attacchi a distanza e corpo a corpo. Una delle novità più rilevanti è l’introduzione di specializzazioni e debolezze elementali, che aggiungono una componente strategica importante agli scontri.
Nel party attivo potremo avere un massimo di tre personaggi, mentre gli altri resteranno in riserva. Yumia sarà la protagonista principale delle battaglie, ma potremo passare a un altro personaggio in qualsiasi momento tramite l’apposito menu. Ogni personaggio ha abilità uniche, tecniche specifiche e soprattutto un elemento caratteristico, che influisce sull’efficacia dei colpi contro determinati nemici.
Le battaglie non sono sempre semplici e l’utilizzo degli oggetti risulta fondamentale. Proprio come in Dragon Quest, gli oggetti devono essere equipaggiati prima dello scontro e potremo portarne con noi solo quattro per l’uso rapido. La gestione oculata delle risorse è essenziale: è facile ritrovarsi senza oggetti curativi o di supporto nei momenti più critici. Per potenziare i nostri personaggi, avremo a disposizione dei punti abilità da investire in nuove competenze, migliorando l’efficacia in battaglia.
I nemici sono visibili sulla mappa, e potremo iniziare lo scontro con un vantaggio se li attaccheremo per primi, come avviene in altri RPG simili. Il mondo di gioco è ampio e ricco di percorsi secondari, con tante opportunità per l’esplorazione. Nelle prime ore mi è capitato spesso di perdermi, e in alcuni momenti ho trovato la disposizione degli ambienti fin troppo dispersiva. Una maggiore varietà visiva avrebbe giovato all’esperienza. Tuttavia, gli enigmi ambientali sono ben realizzati e rappresentano una piacevole variazione nel ritmo dell’avventura.

Qualche inciampo tecnico
Dal punto di vista grafico, i modelli poligonali risultano molto più curati rispetto ai precedenti lavori di GUST. Purtroppo, lo stesso non si può dire per le ambientazioni, che in alcuni casi appaiono troppo vuote e ripetitive. Durante l’esplorazione si notano diversi pop-up e qualche lieve calo di frame rate, anche sulla versione PlayStation 5 da me testata.
La volontà di proporre qualcosa di nuovo con Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land è evidente fin dalle prime ore di gioco. Tuttavia, questo slancio non è sufficiente: una maggiore rifinitura generale avrebbe sicuramente giovato all’esperienza, soprattutto nella modalità costruzione, dove ho riscontrato numerosi bug.
In compenso, il gioco vanta un doppiaggio giapponese di ottima qualità. Tra i doppiatori figura perfino Takaya Kuroda, noto per aver interpretato il leggendario Drago di Dojima, Kazuma Kiryu, in Like a Dragon.

Commento Finale
Posso dire che Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land è un buon titolo della serie, che cerca di rinnovarne le meccaniche. La storia è interessante e piacevole da seguire, ma purtroppo non sempre è accompagnata da un comparto tecnico all’altezza, con diversi difetti evidenti. Si sarebbe potuto fare qualcosa in più per risolvere i numerosi bug presenti nella modalità costruzione.
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