Dopo essersi fatto attendere per molto tempo, Dragon Quest III HD-2D Remake è finalmente disponibile. Si tratta della prima “operazione nostalgia” che riguarda lo storico franchise nato in casa Enix nell’ormai lontanissimo 1986. Square Enix non è però nuova dal riproporre titoli iconici del passato, tra la Pixel Remaster dei primi sei Final Fantasy fino a Live a Live, rifatto in stile HD-2D proprio come il terzo Dragon Quest. Più avanti arriveranno anche i remake HD-2D dei primi due titoli della serie, che saranno proposti in un unico pacchetto.
Ho avuto la possibilità di giocare a Dragon Quest III HD-2D Remake nella sua incarnazione per PlayStation 5. Dopo aver vissuto le avventure del prode figlio di Ortega, sono finalmente pronta a dirvi la mia in merito!
L’odissea dell’eroe
Il nostro protagonista è il figlio di Ortega, un prode guerriero di Aliahan scomparso da anni. Adesso è il nostro momento per seguire le sue orme nell’importante missione di sconfiggere Padramos, una minaccia per il mondo intero. Il viaggio ci porta a esplorare il mondo intero, incontrando man mano problemi e situazioni da risolvere per poter procedere. Durante il nostro cammino troviamo non pochi riferimenti a Ortega, mai tornato dal medesimo viaggio che stiamo compiendo.
La trama di Dragon Quest III HD-2D Remake è piuttosto semplice e decisamente classica, senza variare troppo dalla formula che abbiamo avuto modo di vedere più avanti nella serie, anche perché stiamo parlando di un titolo uscito nella sua versione originale nel 1988 in Giappone. La narrazione è piacevole da seguire, soprattutto grazie all’umorismo tipico del franchise, ma non mancano dei momenti davvero emozionanti ed enfatizzati dai contenuti aggiungi in questo remake.
Tra tradizione e novità
Di base la formula rimane quella di un gioco di ruolo a turni di stampo tradizionale. A rendere l’esperienza giù godibile ci sono sia delle aggiunte interessanti, sia dei miglioramenti della Quality of Life non indifferenti.
Partendo dalle migliorie, abbiamo la possibilità di impostare la difficoltà (tra tre settaggi) e la velocità dei combattimenti scegliendo tra quella normale, che a lungo andare risulta piuttosto lenta, quella veloce e quella velocissima. Personalmente ho scelto quest’ultima per quasi tutta la durata del gioco, in modo da finire più rapidamente gli scontri senza dover aspettare le animazioni.
Abbiamo poi la possibilità di avere un indicatore sulla mappa di gioco che ci indichi il nostro prossimo obiettivo. Infine, ma non per importanza, abbiamo anche la funzione di autosalvataggio.
Le novità più rilevanti sono tutte interconnesse tra loro. Infatti abbiamo una nuova Vocazione, ovvero il Domamostri, dei Mostri Amichevoli da salvare sparsi sulla mappa e le arene di combattimento totalmente rifatte per combattere proprio con i mostri salvati.
Tutte queste aggiunte sono collegate perché il Domamostri ha alcune abilità che sblocca man mano salvando un certo numero di mostri. Questi hanno dei requisiti e si trovano in delle location fisse, anche se ho notato che alcuni non compaiono sempre dove dovrebbero.
Come vi dicevo poc’anzi, sono disponibili tre diverse impostazioni per la difficoltà, la quale è modificabile in qualsiasi momento. Ho giocato a Dragon Quest III HD-2D Remake al livello di sfida intermedio per tutta la totalità della mia esperienza. Posso dire che l’ho trovata ben bilanciata. Il gioco è in grado di punirci parecchio nel caso non dovessimo essere al livello giusto, ma i tanti miglioramenti della Quality of Life, di cui vi ho parlato prima, ci vengono incontro nel caso di scelte avventate.
Le persone giuste per il lavoro di avventurieri
Ad accompagnare il protagonista, invece di un party fisso, dobbiamo assoldare i nostri compagni da Greta L’Organizzagruppo. Sono disponibili tre personaggi prefatti, ma possiamo anche creare i nostri avventurieri da zero, scegliendo loro nome, aspetto, Vocazione, personalità e voce. Personalmente ho scelto la seconda opzione, partendo con una Maga, una Guerriera e un Prete.
La meccanica del cambio Vocazione è piuttosto interessante. Bisogna essere almeno al livello 20 di quella corrente per poterla cambiare all’Abbazia Mutationis, e nel farlo ripartiamo ogni volta al primo livello. Le statistiche del personaggio vengono dimezzate rispetto ai valori prima del cambio, tuttavia manteniamo tutti gli incantesimi e le abilità sbloccati in precedenza. In questo modo scegliere più Vocazioni per un personaggio lo porta a conoscere una grande varietà di abilità differenti tra loro. Inoltre è molto facile, soprattutto nelle fasi avanzate, guadagnare la prima ventina di livelli.
Nel corso dell’avventura ho fatto più volte visita all’Abbazia Mutationis per cambiare Vocazione ai membri del party. Vi sto scrivendo nel momento in cui ho già provato tutte quelle disponibili e ho sbloccato tutti gli incantesimi e le abilità… Sì, anche il Giullare, necessario per per sbloccare la Vocazione del Saggio (anche se non serviva sbloccare tutte le sue abilità, mi sono solo voluta particolarmente male).
HD-2D di qualità
L’impatto visivo di Dragon Quest III HD-2D Remake colpisce fin dal primo avvio. Gli ambienti prendono nuova vita grazie alla veste grafica rinnovata, su cui spiccano i modelli in pixel art dei personaggi, anche questi davvero ben realizzati. Rispetto al lavoro svolto con il remake di Live a Live, siamo giunti a un livello superiore.
Anche dal punto di vista del sonoro nulla da ridire, con la memorabile colonna sonora della serie che da ancora una volta sfoggio di sé con delle tracce splendide. Ho apprezzato molto anche il doppiaggio giapponese, che dà la giusta enfasi ad alcune delle scene più importanti.
Tecnicamente parlando, non ho riscontrato particolari problemi su PlayStation 5. L’unico neo della produzione è qualche calo di frame rate delle animazioni durante i combattimenti, quando questi si svolgono alla velocità più alta. Non si tratta comunque di nulla che possa rovinare la godibilità del titolo.
I testi del gioco sono completamente localizzati in italiano. Questi sono assolutamente fedeli nell’adattamento delle battute e dei giochi di parole, a partire dagli iconici incantesimi fino ai nomi dei Mostri Amichevoli. Si tratta di un lavoro certosino per preservare una delle caratteristiche più iconiche del franchise.
L’inizio della saga di Erdrick… 36 anni dopo!
Dragon Quest III HD-2D Remake è un ottimo modo per avvicinarsi alla celebre serie. Si tratta di un RPG coloratissimo, davvero divertente e che offre un perfetto connubio tra tradizione e innovazione. Le ore di gioco passano senza accorgersene, e una volta arrivati ai titoli di coda verrebbe voglia di buttarsi sul remake dei primi due capitoli.
Secondo me si tratta di uno dei modi migliori per riproporre un titolo del passato. Per quanto la struttura base non si discosti dall’originale, è un titolo assolutamente godibile dai videogiocatori di oggi grazie ai tantissimi miglioramenti della Quality of Life!
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