Lo sappiamo tutti, in Italia abbiamo alcuni dei migliori doppiatori in circolazione. Certi adattamenti italiani non hanno nulla da invidiare all’originale, come nel caso di How I Met Your Mother, dove c’è una resa migliore di alcune battute.
Tuttavia, per quanto le voci talentuose non siano mai mancate nel Belpaese, non sempre l’adattamento dei dialoghi e dei contenuti è andato di pari passo. Ci sono decisamente parecchi curiosi casi sia nel mondo degli anime che nei film e nelle serie televisive. Questi avvenivano soprattutto tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila, con la volontà di rendere certi prodotti più appetibili al nostro pubblico.
Oggi voglio parlarvi di alcune di queste casistiche, specialmente di quelle che ho vissuto crescendo.
Censure derivative
A onor del vero, non sempre le censure sono state ad opera degli adattamenti italiani. Un esempio sono quelle apportate dalla serie animata di Yu-Gi-Oh!, andata in onda in Italia per la prima volta tra il 2003 e il 2006.
Chi di voi, come me, si sintonizzava su Italia Uno per guardare le puntate sicuramente si ricorderà di credere nel Cuore delle carte e del temibile Regno delle Ombre dove sono finiti certi personaggi. Queste sono solo alcune delle modifiche apportate da 4Kids Entertainment, azienda che si è occupata di trasmettere la serie negli Stati Uniti d’America. Quando sono stati acquistati i diritti da noi, di fatto abbiamo comprato la versione già edulcorata dall’azienda americana, con tagli per tutte le scene contenenti armi e riferimenti alla morte.
Per fortuna non abbiamo sempre comprato le versioni statunitensi degli anime. In questo modo abbiamo evitato le sigarette di One Piece trasformate in lecca lecca!
Dal Giappone all’Italia: questione di nomi
Non ho mai nascosto il mio grandissimo amore per City Hunter. L’opera di Tsukasa Hojo mi accompagna da una vita intera, a partire proprio dalla serie animata. Sono proprio le prime due stagioni del mio amato anime ad avere un adattamento nostrano per quanto riguarda i nomi dei protagonisti e i personaggi secondari: Ryo Saeba diventa Hunter, Kaori Makimura si trasforma in Kreta Mancinelli, Saeko Nogami viene ribattezzata Selene Nora (o Selena in alcune puntate).
Caso affine è quello capitato a Rossana. Perché sì, Rossana Smith in realtà si chiama… Sana Kurata. E il nostro Heric, che tanto ci ha fatto urlare contro il televisore, all’anagrafe effettiva in realtà si chiamerebbe Akito.
In questi due casi, così come in molti altri che abbiamo adattato tra gli anni Ottanta e Novanta, anche i riferimenti al Giappone sono stati o totalmente rimossi, oppure ridotti al minimo possibile. Certe volte, infatti, quando i personaggi di una di queste produzioni si trovano a viaggiare, alle volte si possono trovare delle parti incongrue. La terra del Sol Levante spesso veniva trasformata negli Stati Uniti, ed era un problema quando i personaggi andavano davvero in America!
La ciociara che ciociara non è
Il caso veramente più curioso che abbiamo in merito agli adattamenti italiani del passato, è quello de La Tata. Siamo cresciuti con Francesca Cacace la ciociara, che vive con le zie Sylvia e Yetta e si trova a lavorare per il produttore di Broadway Maxwell Sheffield. Ecco, Maxwell è l’unico dei quattro personaggi che ho nominato a mantenere il suo vero ruolo una volta doppiato in italiano!
Fran Fine infatti non è italiana, ma è una donna ebrea che è nata e cresciuta nel quartiere di Flushing del Queens. Sylvia è la madre della donna (che ha sempre ventinove anni), mentre Yetta è la nonna materna.
Tutti i riferimenti alle tradizioni ebraiche, così come tutte le battute che girano attorno al Queens, sono stati totalmente modificati per rendere la protagonista più vicina alla nostra cultura. Le origini polacche di Fran vengono rimosse, rendendo Frosinone la sua città natale. Anche molte battute decisamente taglienti dell’originale sono state sostituite con altre decisamente meno taglienti.
Questo mio breve articolo è stato ispirato proprio dalla mia curiosità in merito a riguardare lo show nella sua lingua originale. C’è da dire che molte altre nazioni hanno adattato i dialoghi e i personaggi per far sposare i personaggi con la propria nazione, però rimane comunque un’esperienza allucinante fare un rewatch in inglese. Siamo cresciuti con Francesca da Frosinone e scopriamo che c’è il mondo di Fran Fine (ispirato proprio alla vita di Fran Drescher) dietro il muro dell’adattamento italiano.