METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER – Recensione

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Il ritorno di METAL GEAR SOLID è senza dubbio un grande avvenimento, soprattutto perché parliamo di una delle serie più amate del settore videoludico. Dopo l’ottima METAL GEAR SOLID: Master Collection Vol. 1, KONAMI ha deciso di riproporre il terzo capitolo con la collaborazione di Virtuos, annunciando così METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER.

La sorpresa più grande è stata scoprire che si trattava di un vero e proprio remake. Una rivisitazione con un nuovo engine pensato per esaltare quei momenti memorabili che hanno reso la storia di Metal Gear Solid 3: Snake Eater un capolavoro. Con grandi aspettative mi sono lanciato in questo remake, fiducioso anche perché dietro al progetto c’è Virtuos, che di recente ha lavorato pure a The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered!

Scheda del Gioco
Cover del gioco

METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER

Sviluppatore: KONAMI

Distributore: KONAMI

Piattaforme: PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC

Data di uscita: 28/08/2025

What a thrill

La storia prende inizio nel 1964, durante la Guerra Fredda e in pieno territorio sovietico. Qui vestiamo i panni di Naked Snake, membro dell’Unità FOX, accompagnato da Major Zero, Sigint e Para-Medic. Si tratta di un’unità a cui è stato affidato il compito di agire in completa segretezza, poiché vige un trattato da non violare e la presenza di soldati americani non è consentita in territorio sovietico.

La nostra operazione prende il nome di Missione Virtuosa e l’obiettivo è quello di mettere in salvo lo scienziato Nikolai Stepanovich Sokolov, tenuto prigioniero. L’importanza di Sokolov è legata alla creazione dello Shagohod, un potente carro armato considerato di fatto il primo e vero Metal Gear della storia.

A ostacolarci c’è il Colonnello Volgin con la sua armata, affiancato dal temibile Ocelot, qui ancora giovane e inesperto. Uno degli aspetti più affascinanti della storia di Snake Eater è il rapporto tra Naked Snake e il suo mentore The Boss, parte di un leggendario gruppo di soldati chiamato Unità Cobra.

Proprio questo legame e gli eventi che ne conseguono trasformano la missione in quella che sarà ricordata come la memorabile Missione Mangiaserpenti. Il nostro obiettivo è quello di affrontare The Boss, ormai considerata traditrice della patria. L’intreccio narrativo, tra politica e tensioni militari, rende il racconto emozionante e complesso. Nonostante siano passati molti anni dall’uscita originale, la storia resta ancora oggi uno degli elementi più forti della produzione.

METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER - Recensione

Un Remake più intenso

Per quanto alla base il gioco sia rimasto lo stesso che abbiamo conosciuto nel 2005 in Italia, devo ammettere che in METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER alcune scene risultano oggi molto più memorabili. Il tutto grazie all’utilizzo delle tecnologie moderne e alla potenza delle console di nuova generazione. Basti pensare a uno dei filmati più importanti verso la conclusione, capace di enfatizzare nel migliore dei modi il legame tra i due protagonisti, rendendo i personaggi ancora più umani e intensi.

A questo si aggiunge la possibilità di vivere un gameplay decisamente più moderno. Da sempre la lotta nella giungla di Snake Eater ci ha spinto a sfruttare travestimenti o ad adattarci a ciò che l’ambiente aveva da offrire. Proprio in questo il remake riesce a migliorarsi, proponendo due esperienze differenti: una con la telecamera originale e l’altra con una visuale moderna. È un’aggiunta che ricorda quanto già visto in Substance, dove si poteva scegliere tra inquadrature fisse o una telecamera libera al servizio del personaggio.

METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER - Recensione

Naked Snake è tornato!

Come dicevo, al cuore dell’opera resta sempre il titolo originale per PlayStation 2: nulla è stato stravolto e gli sviluppatori hanno mantenuto intatta l’identità di questo capitolo, che racconta la nascita di Big Boss. Sono state però introdotte nuove meccaniche più funzionali, come le capriole che ora permettono di superare gli ostacoli con maggiore fluidità.

Lo stesso vale per la gestione dei camuffamenti, con un nuovo menù rapido che consente di selezionare all’istante quello più adatto senza interrompere l’azione. L’intelligenza artificiale è più realistica: adesso è più facile essere individuati anche dentro i cespugli, soprattutto quando ci muoviamo strisciando.

Per poter sopravvivere dovremo cacciare nella giungla. I menù dedicati al cibo e alle cure sono rimasti intatti, proprio come li ricordavamo nell’originale. La componente survival continua a essere un elemento cardine per poter proseguire nel gioco.

METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER - Recensione

Dei contenuti in modalità Δ

Ho apprezzato molto che in METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER non sia stata solo la produzione principale a ricevere un trattamento da remake. Il team di sviluppo ha deciso di ricreare il tanto amato Guy Savage Δ, uno degli incubi di Naked Snake in una determinata porzione di gioco. Questa rivisitazione del mini-gioco è stata realizzata dalle sapienti mani di PlatinumGames, donandoci un’esperienza incredibile. Per chi pensa che sia necessario raggiungere ogni volta quella parte della storia per giocarci, c’è una buona notizia: una volta terminata la campagna, sarà sbloccata come modalità stand-alone all’interno del menù principale.

Ho avuto il piacere di provare il titolo su Xbox Series X|S, dove è presente una modalità esclusiva chiamata Snake contro Bomberman. In questa variante affronteremo l’iconico personaggio di Konami in una serie di missioni, un’aggiunta davvero piacevole che ne aumenta la longevità. Chi invece giocherà su PlayStation 5 troverà le scimmiette di Ape Escape!

METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER - Recensione

Tecnicamente definitivo

Fin dalle prime ore di gioco la potenza dell’Unreal Engine 5 è sbalorditiva. Il famoso lancio di Naked Snake per dare inizio alla Missione Virtuosa e la visuale dall’alto della giungla regalano uno spettacolo mozzafiato con questo nuovo engine. Se da un lato è stato scelto di puntare a un impatto visivo più realistico, dall’altro si è persa quell’atmosfera “giallina” che da sempre contraddistingueva i colori originali del gioco. Certo, esistono alcuni filtri per avvicinarsi a quella stessa esperienza, ma credo che METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER vada vissuto così come gli sviluppatori l’hanno pensato.

Nella versione Xbox Series X|S non ho quasi mai riscontrato cali di framerate, fatta eccezione per un solo momento durante lo scontro con The Fury, dove il gioco ha ceduto per qualche secondo. Nulla da ridire sul comparto audio, decisamente migliorato anche per quanto riguarda i rumori ambientali e il sound design delle armi. Una nota di merito va alla nuova rivisitazione di Snake Eater, ancora oggi uno dei brani più memorabili. Non è da meno nemmeno la traccia finale A Way to Fall degli Starsailor.

Commento Finale

Posso dire con certezza che METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER è un remake riuscito in tutto e per tutto. Non ho riscontrato problemi tecnici di rilievo, a parte qualche piccolo bug e un raro calo di framerate. Il team di Konami è riuscito a riportare in una forma quasi perfetta il capitolo che segna l’inizio della leggenda che conosciamo come Big Boss. Se non avete giocato l’originale e volete vivere una delle storie più emozionanti scritte da Hideo Kojima, non potete lasciarvi sfuggire METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER!

METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER
Riassumendo
METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER è un remake che mi ha davvero soddisfatto, grazie anche alla potenza dell’Unreal Engine 5, capace di esaltare al meglio le leggendarie scene di Snake Eater!
Pro
Scenograficamente più spettacolare dell'originale
Gameplay rinnovato e migliorato
Tanti contenuti secondari rivisitati
Contro
Qualche bug durante l'esplorazione
9
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Scritto da
Federico Molino - Director and PR Manager

Classe 1996, assiduo consumatore di giochi di ruolo, amante della fotografia e informatico a tempo pieno.

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