La serie Like a Dragon, da noi conosciuta per anni con il nome di Yakuza, negli ultimi anni ha guadagnato sempre più fan, anche qui in Italia. Vuoi per la localizzazione dei testi in più lingue, introdotta in Yakuza: Like a Dragon, vuoi per spin-off azzeccati come Like a Dragon: Pirate Yakuza in Hawaii, il fatto che sussiste è uno: sempre più persone si stanno avvicinando a quelle che sono le origini della serie di Ryu Ga Gotoku.
Per anni la serie è rimasta saldamente su console PlayStation, sbarcando in seguito anche su PC e su Xbox. Sul fronte Nintendo, invece, Like a Dragon è rimasto a lungo inedito, con l’arrivo di Yakuza Kiwami, il remake del primo capitolo, solo lo scorso ottobre.
Con l’avvento di Nintendo Switch 2, Ryu Ga Gotoku ha deciso di lanciare sul mercato Yakuza 0: Director’s Cut. Si tratta di una versione dell’amato capitolo prequel della serie con alcuni contenuti inediti e una nuova modalità di gioco.
Grazie a SEGA ho avuto la possibilità di giocare a Yakuza 0: Director’s Cut. Dopo aver rivissuto il passato di Kazuma Kiryu e di Goro Majima, sono pronta a parlarvene in questa recensione!

Yakuza 0: Director’s Cut
Sviluppatore: Ryu Ga Gotoku
Distributore: SEGA
Piattaforme: Nintendo Switch 2
Data di uscita: 05/06/2025
Cosa vuol dire essere uno yakuza
Siamo nel 1988, sette anni prima gli eventi mostrati in Yakuza Kiwami. Siamo in un periodo di boom economico, fatto di luci al neon e di speculazione immobiliare. Il volto di Kamurocho sta per cambiare, con un progetto di rinnovamento che interesserà la parte centrale del quartiere e che sarà effettuato in vista dell’avvento del XXI secolo.
Kazuma Kiryu è entrato da poco assieme all’amico Akira Nishikiyama nel Clan Tojo, sotto la Famiglia Dojima, per seguire le orme di Shintaro Kazama, loro mentore e benefattore.
Kiryu viene incastrato per un omicidio avvenuto nel Lotto Vacante, un piccolo appezzamento di terreno non edificato e proprio l’ultimo tassello mancante per il progetto di rinnovamento di Kamurocho. Tutti stanno cercando di accaparrarselo, incluso Sohei Dojima. Il coinvolgimento del giovane yakuza mette a rischio la posizione di Kazama come Capitano di Dojima, e Kiryu deve cercare sia di ripulire il suo nome, sia di capire chi lo ha incastrato.

In contemporanea impersoniamo anche Goro Majima, costretto a vivere come civile e a gestire il Cabaret Grand di Sotenbori. Futoshi Shimano lo ha buttato fuori dalla yakuza per essersi rifiutato, tre anni prima, di seguire gli ordini dei suoi superiori. Questo atto di insubordinazione gli è costato un occhio e la libertà del suo fratello giurato (eventi che scopriremo meglio in Yakuza 4).
Majima deve consegnare somme di denaro sempre più grandi a un esponente dell’Alleanza Omi, gli yakuza che controllano la zona di Osaka e che hanno una fragile alleanza con il Clan Tojo, con la speranza di poter rientrare presto nella famiglia di Shimano. Quando gli viene proposta la possibilità di rientrare uccidendo una persona, Majima si trova di fronte a una scelta difficile…

Le responsabilità di un prequel
Yakuza 0 ha una narrazione appassionante che negli anni ha introdotto tanti giocatori alle vicende di Like a Dragon. Il titolo è pieno di riferimenti più o meno espliciti ai capitoli successivi, specialmente con una retorica di fondo soprattutto nelle vicende di Kiryu. Chi si approccia alla serie con questo titolo non nota le sottigliezze di certi dialoghi, i quali presentano dei foreshadowing velati a quello che sarà il futuro del Drago di Dojima.
È interessante conoscere anche un lato di Majima mai visto prima, ovvero prima che diventasse il Cane Pazzo di Shimano. Rispetto a Kiryu, Goro è già uno yakuza abbastanza noto, ma deve fare conto con degli eventi che lo hanno senza dubbio segnato tre anni prima gli eventi di Yakuza 0.
Per quanto non concordi pienamente sul giocare Yakuza 0 prima degli altri cinque capitoli numerati, Ryu Ga Gotoku ha fatto un ottimo lavoro nel renderlo un titolo godibile anche per chi si approccia alla serie per la prima volta.

I soldi sono tutto
Per rispecchiare il boom economico del 1988, anche il gameplay gira attorno al denaro. Sia Kiryu che Majima hanno a disposizione tre stili differenti. Chi ha giocato Yakuza Kiwami noterà come, per quanto riguarda Kazuma, sono gli stessi che abbiamo lì, fatta eccezione per lo stile Dragon.
Per ottenere nuovi perk e abilità di ogni stile, è necessario spendere un bel po’ di Yen. Si arriva anche a superare i 50 milioni per un singolo snodo dell’albero delle abilità, anche se somme del genere sono tutt’altro che un problema.

Si guadagna facilmente migliaia di Yen combattendo: quando colpiamo i nemici questi perdono denaro, il quale poi viene moltiplicato in base alle nostre performance di combattimento. Una battaglia terminata senza subire danni e molto rapidamente permette di ottenere un bel moltiplicatore.
Come in ogni Like a Dragon che si rispetti, combattere non è tutto: il gioco è pieno di missioni secondarie e di attività diventate ormai iconiche, come il karaoke, il mahjong, i minigiochi del Club SEGA e tanto altro. Non manca la Lista di Completamento, che richiederà molto tempo per essere completata.
Fare gli obiettivi della Lista di Completamento sblocca i Punti CP, i quali possono essere spesi al tempio di Kamurocho e a quello di Sotenbori per sbloccare nuovi perk anche slegati dal combattimento.

In Yakuza 0, Kiryu e Majima si trovano entrambi a gestire delle attività. Il primo si occupa di acquistare e gestire attività a Kamurocho, il secondo aiuta il manager del cabaret club Sunshine. Ci sono delle sottotrame legate a queste attività, poiché nel primo caso andiamo contro i Cinque Miliardari, nel secondo affrontiamo le Cinque Stelle.
Si tratta di due minigiochi che portano molte ore di divertimento. Personalmente ho preferito però la gestione del Club Sunshine, visto che avevo amato la stressa modalità in Yakuza Kiwami 2.

Tra contenuti inediti e Raid Luci Rosse
Yakuza 0: Director’s Cut gode di una modalità inedita, chiamata Raid Luci Rosse. Si tratta di una serie di battaglie co-operative online con un vasto roster di personaggi sbloccabili. Raid Luci Rosse si può giocare anche offline, però esclusivamente in solitaria con l’aiuto dei bot. È un vero peccato che su una console come Nintendo Switch 2, che punta molto anche sul gaming in compagnia, non sia stata inclusa la possibilità di giocare con qualcuno anche in locale.
Si tratta comunque di una piacevole aggiunta, che estende ulteriormente la longevità del titolo.
Ryu Ga Gotoku ha pubblicizzato molto l’aggiunta di scene inedite in Yakuza 0: Director’s Cut. Tuttavia queste sono poche e abbastanza superflue ai fini della narrazione. Chi ha già giocato il titolo su altre piattaforme, difficilmente si interesserà a questa riedizione per nemmeno mezz’ora di scene di poca importanza.

Un cross-gen sulla nuova generazione Nintendo
In origine Yakuza 0 è un titolo cross-gen, ed è arrivato in Giappone sia su PlayStation 3 che su PlayStation 4. In Occidente arrivò solo sulla nuova ammiraglia, al tempo, di Sony. Per quanto visivamente fosse già una gioia per gli occhi, in alcuni punti tradiva comunque le sue origine cross-gen.
Yakuza 0: Director’s Cut su Nintendo Switch 2 ci mette di fronte a delle migliorie innegabili, come un sistema di illuminazione rivisto, ma mostra di nuovo il fianco alle debolezze della sua natura cross-gen. Mi è capitato spesso di imbattermi in texture poco gradevoli, così come a svariati pop-up durante l’esplorazione di Kamurocho e di Sotenbori. Se quindi per certi versi siamo di fronte alla migliore versione del titolo, con 60fps fissi e stabili e un’ottima giocabilità in portatile, per altri Ryu Ga Gotoku avrebbe dovuto curare di più la resa tecnica.
Novità assolute di questa riedizione sono la localizzazione dei testi in italiano e il doppiaggio in inglese, quest’ultimo ben realizzato, anche se ho preferito l’originale in giapponese. Per quanto riguarda i testi, mi sono imbattuta spesso in degli errori di battitura, così come in delle frasi non tradotte. Si tratta comunque di difetti risolvibili con una patch.

Le origini del Drago di Dojima
Yakuza 0: Director’s Cut è un ottimo modo per far scoprire la serie Like a Dragon anche ai giocatori Nintendo. Si tratta di una buona riedizione, con un’ottima giocabilità in modalità handheld e ore di contenuti in più grazie a Raid Luci Rosse. Avrei preferito una maggiore cura nella localizzazione dei testi in italiano, la quale conteneva alcuni errori evitabili.
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