La serie Yakuza, che ormai ha cambiato nome in Like a Dragon per essere più coerente con il titolo giapponese, è diventata molto famosa. Per chi non lo sapesse, nell’Agosto del 2017 è stato rilasciato un remake del primo capitolo, chiamato Yakuza Kiwami, che includeva tutti i miglioramenti del nuovo motore grafico. Nonostante non fosse ancora il Dragon Engine, si è trattato di un cambiamento che ha reso la giocabilità decisamente migliore.
A suo tempo, il titolo era relegato alla console Sony e non era mai uscito al di fuori di essa. Eppure, le cose sono cambiate: infatti, ora la serie è disponibile non solo su PC, ma anche su Xbox. Quest’anno SEGA ci ha sorpresi, annunciando che il primo capitolo della serie, nella sua versione Kiwami, sarebbe arrivato su Nintendo Switch.
Proprio in questi giorni ho avuto il piacere di mettere le mani su questa nuova versione dedicata all’ammiraglia di Nintendo. Dopo aver esplorato ancora una volta le strade di Kamurocho, mi sono innalzato come un dragone per raccontarvi la mia esperienza!
Il Dragone di Dojima
La narrazione ruota interamente attorno a Kazuma Kiryu, appartenente al clan di Shintaro Kazama. Nella storia vediamo come Kiryu sia una persona molto rigorosa nel seguire le leggi della Yakuza, e per lui è finalmente giunto il momento di crearsi una propria famiglia e avere dei sottoposti. In tutto ciò, c’è il suo caro amico d’infanzia Akira Nishikiyama, con il quale è cresciuto all’orfanotrofio, insieme all’amica Yumi Sawamura. I tre sono da sempre molto legati, e il gioco ce lo mostra fin dall’inizio, facendo emergere soprattutto l’intesa tra Kiryu e Yumi, poiché entrambi sono innamorati l’uno dell’altra. Tutto sembra andare per il meglio, ma purtroppo ciò che pare essere una normale giornata si trasforma in una tragedia. Il boss Sohei Dojima tenta di violentare Yumi, ma viene fermato quando Nishikiyama lo uccide a sangue freddo per proteggere la ragazza.
Quando Kiryu arriva, c’è ormai ben poco da fare: la polizia è già stata chiamata, e, comprendendo la situazione, decide di prendersi la colpa dell’omicidio. Questa versione dei fatti, però, non convince Makoto Date, il detective della polizia, poiché è evidente a tutti che Kiryu si sia assunto la responsabilità per proteggere qualcun altro. Da quel momento passano dieci anni, durante i quali il quartiere cambia profondamente, e anche le persone che Kiryu pensava lo stessero aspettando non sono più le stesse. Da qui si innesca un conflitto di interessi tra più fazioni, con al centro dieci miliardi di yen scomparsi a seguito di un omicidio. La storia di Yakuza Kiwami è ricca e articolata, raccontata passo dopo passo con colpi di scena e momenti indimenticabili.
Ciò che ha sempre distinto il primo capitolo è la qualità della trama, poiché si tratta di una narrazione che colpisce nel profondo, senza lasciare spazio a vuoti narrativi. Ogni personaggio è caratterizzato da un background profondo, che spesso può essere ulteriormente esplorato attraverso le missioni secondarie, regalandoci delle storie interessanti. Solo per completare la trama principale sono necessarie almeno venti ore di gioco a difficoltà normale, garantendo una longevità eccellente per il racconto che viene narrato.
Attento che Kiryu si arrabbia
Dal punto di vista del gameplay, il gioco offre una varietà incommensurabile. A partire dal combattimento, avremo a disposizione quattro stili differenti tra loro: Brawler, Beast, Rush e lo stile classico di Kiryu, chiamato Dragon. Durante i combattimenti sarà possibile utilizzare gli oggetti presenti nell’ambiente di gioco, ma questi avranno una durabilità indicata da un numero, che corrisponde al numero di attacchi che è possibile effettuare. Se tutto questo non fosse abbastanza, è presente una barra che consente di caricare l’Heat, permettendoci di sfruttare tecniche devastanti quando il nemico è vulnerabile. Si tratta di attacchi potenti, capaci di infliggere un danno considerevole.
All’interno di Kamurocho potremo ottenere punti esperienza dai combattimenti o completando le Substories (ovvero le missioni secondarie). Ogni volta che aumenteremo di livello, otterremo punti abilità che ci permetteranno di ampliare l’arsenale di tecniche di Kazuma Kiryu, rendendoci uno Yakuza sempre più letale negli scontri. Avremo a disposizione anche denaro, utilizzabile principalmente per acquistare cibo, gustare pietanze nei ristoranti, oppure armarci fino ai denti con armi che, anch’esse, hanno una durabilità limitata.
A tenere traccia dei nostri progressi c’è la Completion List, che include una serie di compiti da completare per raggiungere il 100% del gioco. Chi non ha mai giocato a un capitolo della serie potrebbe non sapere che i minigiochi sono una parte importante dell’esperienza. Il nostro Dragone potrà recarsi alla Batting Cage per giocare, oppure sfogarsi al karaoke cantando Baka Mitai. Si tratta di vere e proprie attività che richiedono tempo e risultano estremamente divertenti. Ogni volta che esce un nuovo capitolo è fondamentale sapere quali minigiochi verranno implementati, poiché i fan della serie sanno che ci passeranno molto tempo.
Nella versione Kiwami è stata introdotta una nuova meccanica chiamata Majima Everywhere. In pratica, Goro Majima ci perseguiterà e ci attaccherà ogni volta che ne avrà l’occasione, sfidando Kiryu in combattimenti o situazioni bizzarre. Questa aggiunta rende ancora più coerente il personaggio di The Mad Dog of Shimano!
Un Dragone portatile
La parte fondamentale è sicuramente capire come si comporta Yakuza Kiwami su una console ibrida come la Nintendo Switch. Fin dall’inizio, la resa grafica appare decisamente pulita e ben curata, rendendo giustizia al capolavoro uscito inizialmente su PlayStation 4. Per quanto riguarda il framerate, non ho riscontrato cali durante le fasi di esplorazione e combattimento, che rimane sempre stabile. I caricamenti sono quasi sempre rapidi, tranne in alcune occasioni tra una cut-scene e l’altra, dove possono durare qualche secondo in più rispetto al normale. Ho giocato prevalentemente in modalità portatile, ma il gioco si comporta bene anche in modalità docked, migliorando ulteriormente l’esperienza e riducendo i tempi di caricamento.
A conti fatti, si tratta di un porting fatto davvero molto bene, che rende giustizia alla prima vera avventura di Kazuma Kiryu (ricordiamoci che Yakuza Zero lo è solo di nome, ma è importante giocare a Kiwami prima di quello). Una delle aggiunte che ho più apprezzato è sicuramente l’opening giapponese, composta appositamente per questa nuova versione. Quindi sì, non avremo Receive You [Reborn], ma al suo posto è stata inserita una nuova traccia molto ben fatta.
Alla fine il Dragone si è innalzato!
Posso affermare con grande soddisfazione che la versione per Nintendo Switch di Yakuza Kiwami è ben realizzata, curata e rende giustizia al capolavoro del Ryu Ga Gotoku Studio. La resa grafica è ottima, soprattutto in modalità portatile, dove, a parte qualche raro pop-in durante l’esplorazione, non mostra segni di cedimento. Allo stesso tempo, è possibile godere di una grande narrazione in totale portabilità, con un framerate sempre stabile. Certo, i caricamenti a volte risultano un po’ lunghi, ma fortunatamente accade di rado.
A chi consiglio il gioco? A tutti coloro che cercano una trama avvincente, mai scontata, e che sono pronti ad aprire il loro cuore a una delle migliori storie mai raccontate.