Sono passati tredici anni da quando è uscito Shadows of the Damned, un titolo nato dalle menti di diverse figure note del settore videoludico. Molti non sanno che il gioco non è diretto da Suda51, bensì da Massimo Guarini, che in seguito ha rilasciato Murasaki Baby per PlayStation Vita e il pluripremiato Last Day of June.
Se questo non fosse abbastanza, oltre a Goichi Suda, al timone della colonna sonora c’è Akira Yamaoka, il compositore celebre principalmente per Silent Hill, che di recente si è occupato del remake del secondo capitolo. E voi direte: sono finiti i grandi nomi? No, perché nel team è presente anche Shinji Mikami, il creatore di Resident Evil!
Si tratta di un titolo che, nel bene o nel male, è piaciuto a molte persone, tanto che nel 2023 Grasshopper Manufacture ha annunciato una versione rimasterizzata chiamata Shadows of the Damned: Hella Remastered, su cui ho avuto il piacere di mettere le mani in anteprima per parlarvene!

Al salvataggio di PAULA!
La trama, bizzarra come non mai, vede protagonista Garcia Hotspur, cacciatore di demoni che fin dalla scena introduttiva ci dimostra la sua bravura nel mestiere. La nostra amata Paula viene rapita da Fleming, il signore dei demoni, che ruba l’anima della ragazza perché Garcia ha ucciso troppi demoni, e questa è la sua vendetta nei suoi confronti. Promette di non lasciare sola Paula, affliggendola con un supplizio crudele. Ovviamente Garcia, come una vera rockstar, si lancia all’inseguimento di Fleming per salvare la ragazza, accompagnato da un teschio nonché fidato ex-demone di nome Johnson.
Da qui partirà la nostra avventura all’interno del mondo dei demoni, dove ogni angolo risulta molto atipico rispetto all’idea comune che ognuno si farebbe. Ovviamente, il mondo dei demoni nasconde tante trappole pensate per Garcia, ma fortunatamente il nostro fidato compagno cercherà di guidarci il più possibile. Nel corso dell’avventura incontreremo più volte Paula, resa vittima dal re degli inferi, costretta a subire supplizi crudeli. La cosa che più spezza la serietà della trama è il pungente umorismo di Shadows of the Damned: spinto, sporco e che funziona bene fino a un certo punto, e che non manca mai occasione per strappare una risata. Però alcune volte l’ho trovato esagerato, con lo stesso tipo di battuta o allusione sessuale ripetuta più volte, il che alla lunga può stancare.
La storia è suddivisa in cinque atti, che rappresentano il nostro addentrarci all’inferno. La durata della campagna principale alla difficoltà Cacciatore di Demoni (Normale) è di circa otto ore, mentre se decidete di giocare a quella più alta, ne saranno richieste molte di più. Piccola nota: ho apprezzato l’umorismo del selettore di difficoltà, dato che quella più bassa si chiama Cacciatore di Limoni.
I personaggi, come si può immaginare, sono esagerati, ma non presentano una grande personalità, a parte le loro sconce battute. Questo è uno dei difetti del titolo originale, che ovviamente viene riportato in questa nuova edizione: i personaggi avrebbero meritato maggiore spazio. Il finale del gioco rimane ancora oggi dolceamaro, poiché lascia sempre uno spiraglio per un eventuale seguito… che, dopo tredici anni, chissà, magari arriverà con l’occasione della Hella Remastered.

La mia lunga arma
Partiamo dal presupposto che Shadows of the Damned ha una struttura che può ricordare quella dei TPS dell’epoca, come Resident Evil 4. Abbiamo una telecamera molto ravvicinata a Garcia, e potremo muoverlo in lungo e in largo, ma rispetto ai titoli di Capcom avremo la possibilità di schivare con una rotolata. Avremo a disposizione un attacco corpo a corpo con la torcia, che ci permette di allontanare i nemici per ottenere un vantaggio tattico con le armi da fuoco. Le bocche da fuoco sono diverse e si ampliano man mano. In sostanza, l’arma è sempre la stessa, poiché a darle forma è Johnson, che nel corso dell’avventura muterà e ci darà accesso a nuovi arsenali. Potremo apprendere tecniche avanzate ogni volta che avremo gemme da spendere nell’albero delle abilità.
Nel corso della storia, la gestione della luce è un elemento fondamentale, poiché ci viene detto fin da subito che l’oscurità è ideale per i demoni. Infatti, spesso capiterà di finire al buio, e per far tornare la luce dovremo sparare a una capra. Questo ci permetterà di riportare la luce, evitando di perdere energia e affrontando i nemici in modo più efficace. Spesso, però, sarà necessario entrare nell’oscurità, perché dall’altra dimensione potremo vedere interruttori altrimenti invisibili. Si tratta di trovate di level design che ancora oggi funzionano piuttosto bene.
Per ripristinare la nostra energia, avremo a disposizione dei drink, che potremo ottenere all’interno delle mappe di gioco oppure utilizzando gli appositi distributori. Anche gestire bene le munizioni risulta essere un compito fondamentale in Shadows of the Damned. Mi è capitato più volte di trovarmi senza munizioni, in netto svantaggio contro i nemici.

Una HELLA REMASTERED
Questa nuova versione del gioco ci offre un framerate fisso e stabile a sessanta frame per secondo, oltre a una risoluzione in 4K. Il lavoro di pulizia delle texture è notevole, soprattutto per quanto riguarda i modelli poligonali, che risultano ancora più credibili e adatti all’ambiente di gioco. È stato fatto un buon lavoro di pulizia anche sulle ambientazioni, che personalmente ho trovato ben realizzate, anche se purtroppo i filmati mettono in evidenza lo stacco tra la vecchia e la nuova versione. Tra i contenuti interessanti di questa edizione c’è la possibilità di affrontare il gioco in Nuova Partita+, portando con sé tutti i progressi. Per rendere tutto più folle, come giusto che sia, sono stati aggiunti quattro costumi bizzarri, in pieno stile Suda51!
Il comparto sonoro è ancora una volta piacevole, con una colonna sonora di tutto rispetto curata dal maestro Akira Yamaoka. Anche il doppiaggio inglese risulta ancora oggi valido e piacevole, rendendo giustizia alle battute più sconce del dinamico duo!

Commento Finale
In conclusione, Shadows of the Damned: Hella Remastered è un ottimo prodotto, soprattutto considerando il prezzo a cui viene proposto. Offre molte ore di divertimento, con una storia folle, ma appagante. Certo, in alcuni aspetti del gameplay il gioco mostra il peso degli anni, ma nulla di troppo grave. Purtroppo, qualche bug è ancora presente durante l’esplorazione. Il gioco vanta una colonna sonora spettacolare, che rende la storia di Garcia, Johnson e Paula ancora più coinvolgente!
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