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Monster Hunter Rise: Sunbreak – Recensione

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È assolutamente innegabile come Monster Hunter Rise abbia raggiunto delle vette mai scalate dal brand, conquistando una platea così ampia da portare Capcom a sviluppare entro breve una nuova espansione a lui dedicata. Personalmente è stato il titolo che ho più amato su Nintendo Switch, mi ha portato via diverse ore di gioco, tutte piene di divertimento e sfida, godendo del piacere della caccia tra una sessione e l’altra.

Il ragionamento di Capcom di non rilasciare un nuovo gioco, ma bensì espandere quello già esistente ha senso, perché riescono a dare ancora una volta vita a uno dei titoli più amati dal pubblico, espandendo quell’esperienza già immensa e piena di contenuti. In questa nuova avventura saremo chiamati a visitare luoghi nuovi e trovandoci ad affrontare mostri mai incontrati prima nel nostro cammino.

Quello che gli sviluppatori hanno tenuto a ribadire è che Sunbreak sarà un contenuto continuamente supportato, con aggiornamenti che espanderanno l’attuale esperienza con nuovi mostri ed eventi dedicati.

Dopo aver passato tantissime ore a cacciare i mostri più temibili, sono pronto a darvi il mio giudizio finale su Monster Hunter Rise: Sunbreak.

Lontani da casa

A inizio storia dovremo dire momentaneamente addio a Kamura perché saremo chiamati in azione verso l’avamposto di Elgado. Questo è nato principalmente per studiare il Malzeno, in modo da prevenire in modo preciso la sua prossima comparsa e impedire la peggiore delle catastrofi.
Come in ogni capitolo di Monster Hunter, la trama è un contorno per presentarci alcuni dei mostri più temibili, capire le loro mosse e poi sconfiggerli durante il duello finale. Sicuramente è un’aggiunta piacevole, facile da seguire, ma sicuramente non memorabile.

La storia è ambientata dopo la caduta del Drago Anziano, Narwa, sconfitto dal nostro protagonista. Il nostro scopo sarà quello di dare una mano con le indagini, perché la comparsa del Malzeno potrebbe comportare un’epoca di distruzione per tutti, portando così il regno sul baratro della rovina.

Rispetto al gioco principale c’è un enfasi maggiore sui dialoghi, infatti capiterà spesso di trovarci delle scene di intermezzo più cariche di contenuto narrativo.

La durata della sola storia principale si aggira sulle venti ore abbondanti, durante le quale ovviamente non mancheranno colpi di scena e mostri super imponenti e inaspettati a sostituire i compagni sconfitti.

I miei cari Insetto Filo

La punta di diamante dell’espansione sono le migliorie che porta al gameplay. Avremo a disposizione i set di abilità scambio che permettono di alternare tra due loadout di tecniche, le quali possono essere composte da attacchi base o tecniche basta sull’insetto filo. Ciò rende il gameplay molto più frenetico e vasto, soprattutto durante gli scontri più grossi. Vi confesso che inizialmente non è stato semplice abituarmi, ma, una volta capita la chiave principale su come usare questa nuova funzione, ho potuto creare dei set devastanti.

Prima di iniziare una missione è importante capire con quali tecniche vogliamo cimentarci nello scontro, anche perché avremo degli slot limitati da usare. In questo modo possiamo non spezzare l’azione di gioco, e non siamo costretti a tornare all’accampamento per poter cambiare le proprie tecniche. La giusta combinazione può creare delle combo dal danno smisurato.

Posso dire con certezza che Sunbreak riesce a espandere il gameplay di Monster Hunter Rise al meglio, andando a perfezionare un comparto tecnico già quasi perfetto di suo.

Fusione tra il passato e il presente

Come dicevo prima, Sunbreak aggiunge tanti mostri nuovi, ma allo stesso tempo anche quelli più amati dai fan che erano stati richiesti a gran voce. Tra questi troviamo il Daimyo Hermitaus di Monster Hunter 2. Tra i più emblematici mi viene da citare invece l’Astalos di Monster Hunter 4 Ultimate, un osso duro da abbattere.

Ovviamente in questo capitolo hanno spesso un pattern d’attacco totalmente differente, o quanto meno alterato, per far sì che si sposi perfettamente con le dinamiche di gioco offerte da Sunbreak. Alla fine dei conti si tratta di diciassette nuovi mostri, che aumenteranno ulteriormente con i futuri aggiornamenti, dato che Capcom ha una roadmap ben precisa da rispettare come già accaduto con Monster Hunter Rise e World.

Se non fosse abbastanza, tra le novità introdotte vi è una mappa nuova, chiamata Cittadella, che offre un bioma completamente diverso sviluppato tutto attorno a delle vecchie rovine abbandonate, tra cui anche un castello. Ho avuto anche il piacere di esplorare la Giungla, una delle mappe più iconiche e caratteristiche del brand. In questo caso è stata rivisitata e riadattata al nuovo Engine, offrendo una vastità mai vista prima d’ora nella serie.

La già citata roadmap prevede anche l’aggiunta di nuove aree, tra queste è già annunciata l’Arena Desolata, dove avremo modo di affrontare il Bezelgeuse vulcanico e il Nargacuga.

Commento Finale

In conclusione, mi ritengo molto soddisfatto dall’operato di Capcom con questa immensa espansione dedicata a Monster Hunter Rise. Posso dire che sono state ore intense di caccia quasi del tutto piacevoli, forse gli unici difetti risiedono all’inizio del racconto della storia, che risulta un po’ troppo scontato.

Se avete amato il gioco base, non potrebbe che adorare Sunbreak, grazie al suo inedito bioma e alcuni ritorni dal passato totalmente inaspettati. Non vedo l’ora di sapere cos’altro ha in serbo il team di sviluppo con i futuri aggiornamenti. Per il momento posso confermare che è un’espansione totalmente promossa!

Monster Hunter Rise Sunbreak
  • 9/10
    Voto - 9/10
9/10

Riassumendo

Capcom è riuscita a sfornare un’espansione di altissima fattura e sono rimasto totalmente rapito dai contenuti offerti da Sunbreak. Mi sento di consigliarla a tutti coloro che hanno apprezzato Monster Hunter Rise.

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Scritto da
Federico Molino - Director and PR Manager

Classe 1996, assiduo consumatore di giochi di ruolo, amante della fotografia e informatico a tempo pieno.

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