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Red Dead Redemption 2 – Recensione

L’uscita di Red Dead Redemption 2 era molto attesa, probabilmente la più attesa per quanto riguarda questo anno videoludico. Dopo il suo annuncio la Rockstar Games ci ha sempre deliziato con pochi filmati e poche scene di gioco, diluendo il tutto lentamente nel corso del tempo.

La qualità che ci si aspetta dal team di sviluppo è sempre alta, basti pensare il lavoro svolto con il primo Red Dead Redemption o con Grand Theft Auto V, quest’ultimo addirittura è arrivato a toccare più e più volte il Perfect Score da parte della critica specializzata.

A conti fatti Red Dead Redemption 2 è il terzo capitolo della saga se contiamo Red Dead Revolver, uscito nel 2004 su PlayStation 2. In sostanza questo nuovo Red Dead Redemption ha le carte in tavola per essere un vero capolavoro del suo genere, sappiamo che Rockstar Games non effettui mai lavori appena sufficienti ma sia una perfezionista, il che è un dato di fatto.

Visto l’arrivo ufficiale del gioco, ci siamo fiondati all’interno di questo viaggio Western sviluppato in due anni, saranno riusciti a conquistare i nostri cuori?

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La fine di un epoca

Siamo nel 1899 e il selvaggio West è ormai quasi un mondo destinato a chiudersi, questo perché il progresso tecnologico è alle porte e la gente sta cambiando le sue abitudini quotidiane e abbandonando quella vita da scorribande.

In tutto ciò c’è Arthur Morgan e la banda a cui appartiene, ovvero quella di Dutch Van der Linde, tra gli ultimi che ancora continuano a vivere nel “passato” senza volersi affacciare alla legge e ai diritti che man mano si stanno evolvendo e prendendo piede ovunque.

Affacciarsi a questa nuova realtà vorrebbe dire abbandonare quella vita nei campi, dare spazio a più urbanizzazione, città asfaltate e sostituire i cavalli con quei tanto vociferati mezzi a ruote, mutando completamente la vita delle persone che vivono nel modus operandi di come quella di Dutch.

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Proprio agli inizi vedremo il gruppo spostarsi tra i monti gelati, questo perché sono braccati dalla legge dopo un colpo che non è andato proprio bene – il gioco non ci fa capire il motivo – ritrovandosi costretti a vagabondare nell’ultimo posto sicuro, ma sopratutto alla ricerca di un posto caldo, senza che la legge possa trovarli.

Qui entra in gioco Arthur Morgan, il protagonista, colui che è stato adottato in età giovane da Dutch e col tempo è diventato un membro della gang a tutti gli effetti, così come molti altri come ad esempio Micah Bell, Sadie Adler e John Marston, il protagonista del primo Red Dead Redemption.

Questo secondo capitolo è un viaggio pieno di emozioni, dove in primis impareremo a relazionarci con la gang e a capire ogni singolo membro, vedendo anche l’interazioni tra tutti e i legami che man mano andranno a instaurarsi.

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La storia profonda

La logica dietro la storia principale del titolo è veramente molto complessa, principalmente avremo modo di esplorare i sentimenti di Arthur anche attraverso il diario che compilerà man mano che avanzeremo nella trama. Altro aspetto importante è come “Noi” in prima persona ci relazioneremo durante il nostro vagabondare nei campi con i nostri compagni, quest’ultima cosa è a discrezione dell’utente che sta giocando, in base alla curiosità e alla voglia di scoprire.

La trama avanza non proprio velocemente, ma si prende i giusti tempi per dare gli input giusti per scoprire dettagli forti e d’impatto, infatti i colpi di scena sono sempre ben piazzati ma sopratutto studiati, vi possiamo confermare che sono totalmente inaspettati.

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Nonostante sia un prequel del primo Red Dead Redemption, questo capitolo ci mette nella posizione di poter esplorare meglio il personaggio di John Marston, approfondendo la sua posizione nella banda di Dutch e che legame aveva con quest’ultimi, inoltre, abbiamo anche l’opportunità di vedere una parte dell’infanzia di Jack Marston e come Abigail si comportava ai tempi durante le scorribande con la banda di Van der Linde.

In sostanza, se non avete giocato il primo capitolo, potete sicuramente recuperarlo dopo, in modo da avere finalmente un quadro completo di quella che è la narrazione del titolo di punta di Rockstar Games negli ultimi tempi.

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Per concludere questo nostro paragrafo sulla trama, possiamo assicurarvi che si tratta di un opera di inestimabile valore a livello narrativo, non concede spazio al giocatore di porsi alcuna domanda perché non lascia mai nulla in sospeso, oltre che vantare di una tipologia scenografica d’alto livello.

I dialoghi sono sempre piazzati in modo furbo e non interrompono l’azione di gioco, perché spesso ci ritroveremo a dialogare con i nostri compagni durante una cavalcata, al tutto va anche detto che spesso abbiamo la possibilità di godere di una visuale cinematografica, creata appositamente per questo capitolo, che ci permetterà di goderci il panorama e le ambientazioni che Rockstar Games ha voluto donare al giocatore.

Per portare a termine solo la narrazione principale vi serviranno ben sessanta ore, proprio com’era stato detto dal team di sviluppo qualche settimana fa, una longevità che supera totalmente la media dei titoli di recente uscita.

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Un sistema completamente diverso

Siamo giunti finalmente a uno degli elementi più importanti dell’intera struttura, che senza questa l’intera baracca non funzionerebbe: il gameplay. Prendete tutto quello che avete assorbito dal primo capitolo e da Grand Theft Auto V e buttatelo via, perché Red Dead Redemption ha ristrutturato quasi completamente i comandi e il modo di giocare un open-world. Il titolo segna un grande cambiamento per il genere, aumentando l’interattività e la qualità.

Partendo dalle sparatorie, per estrarre l’arma dovremo tenere premuto il tasto dello sparo ergo R2, tasto che è relegato spesso anche all’interattività con le persone. Gestire tutte le nuovi funzioni non sarà facile, perché avremo a disposizione così tanti elementi che per abituarsi richiede molto tempo, specialmente l’utilizzo ottimale dell’inventario e delle sacche.

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Con Arthur Morgan bisogna dimenticare i bei tempi di quando i personaggi portavano con sé un arsenale che faceva rabbrividire pure Terminator, proprio perché avremo un quantitativo di trasporto molto limitato e che intacca molto sulla scelta del giocatore su cosa portare con sé e cosa non.

Quando siamo a cavallo possiamo relegare il trasporto di determinate armi alla sella di quest’ultimo, permettendoci così prima di scendere la scelta delle armi che vorremo portare con noi per la missione corrente.

L’engine di gioco punta alla simulazione della realtà, infatti vedremo il personaggio imbracciare e mettersi addosso le armi che sceglieremo, con una serie di animazioni impeccabili.

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La libertà di scelta

Un nuovo elemento importante è l’interazione con l’ambiente ma sopratutto con i personaggi, i quali rendono l’esperienza unica e sempre diversa in base a chi sta giocando. Quando vedremo un passante avremo a disposizione una serie di scelte, potremo parlarci e scambiare così quattro chiacchiere, oppure provocarlo per poi sfociare in una rissa se il soggetto in questione è molto suscettibile.

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In base al legame che avremo con il personaggio con il quale staremo interagendo, avremo delle possibilità di dialogo, vi è anche la possibilità di rapinare la gente qualora non vi stesse proprio a genio il loro comportamento. Questa tipologia di interazione è destinata anche per le missioni, in base ai dialoghi potremo attivare determinate missioni primarie o secondarie, oppure avviare una compra vendita con un mercante.

L’engine quindi ci permette di avere una libertà assoluta, che se ben sfruttata può portare dei frutti positivi al giocatore. Attenzione, se commetteremo degli atti poco carini davanti alle persone, quest’ultime si ricorderanno del gesto, ad esempio: se il giorno prima ci siamo imbattuti una rissa ed era presente il cittadino con il quale stiamo interagendo, questo si ricorderà di noi e quasi sicuramente cercherà di evitare il dialogo con il personaggio.

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La cura per il nostro fidato compagno

E’ inutile negarlo, ma uno dei protagonisti più importanti è il nostro fidato destriero, il quale ci accompagnerà quasi sempre in ogni missione o esplorazione durante le nostre sessioni di gioco. Avere un’estrema fiducia con il nostro cavallo è importante, perché questo ci permetterà di utilizzare una serie di funzioni aggiuntive oltre che aumentare parametri importanti come quelli della resistenza o vitalità.

La personalizzazione consiste non solo in quella estetica, quindi il colore del manto o della treccia, ma anche per la tipologia di sella e razza.

Scegliere il mangiare da dare al nostro amico quadrupede è altrettanto un compito importante. Il giocatore dovrà anche stare attento ai fabbisogni dell’animale, dovrà prendersene cura e accarezzarlo quando possibile oltre che legarlo quando deve andare altrove, perché quest’ultimo potrebbe creare qualche scompiglio andando alla ricerca di mangiare o effettuare i suoi fabbisogni in posti dove non dovrebbe. Quindi sì, avere un cavallo è impegnativo, specialmente se si è scelti una razza particolare e ribelle.

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Le attenzioni verso il Protagonista

Anche Arthur Morgan ha bisogno dell’occhio vigile del giocatore, perché avremo a disposizione per lui ben tre barre: il Dead Eye, la stamina e l’energia. I parametri vanno curati attraverso il cibo da far assumere al protagonista e al riposo che gli concederemo, la mancanza di questi porterà il personaggio ad avere una performance molto bassa, oltre che portare qualche problema durante gli scontri.

I valori alterano di molto l’esperienza di gioco, perfino il tipo di abbigliamento, perché Arthur può sentire caldo e freddo, portandoci così a fare la giusta scelta durante la personalizzazione del personaggio.

Bisogna stare attenti anche a quali cibi andremo ad assumere, dovremo evitare di incombere in un intossicazione o di esagerare con la nicotina e l’alcol. Le statistiche si possono migliorare durante gli scontri, o semplicemente durante l’esplorazione a piedi, aggiungendo così della massa muscolare che ci permetterà di essere più resistenti in determinate situazioni.

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Un ecosistema

Il mondo di gioco ha una sua struttura personale che funziona in maniera impeccabile. La fauna vanta ben oltre le duecento specie e tipologie di animali. Anche in questo capitolo potremo andare a cacciare gli animali, in modo da ricavarne la pelle o la carne, avendo così anche la possibilità di mettere su qualche soldo attraverso questa attività.

Attenzione però, con noi potremo portare solo un quantitativo di pelle o di carne, specialmente se si tratta di prede grosse, perché quest’ultime vanno trasportate manualmente e quasi sempre in groppa al cavallo.

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La fauna funziona seguendo le leggi della natura, il pesce più piccolo mangia quello più grosso. A nostra difesa possiamo usufruire delle trappole create appositamente per un genere di animali, a seconda se sono erbivori o carnivori ad esempio useremo una trappola specifica.

Sono disponibili anche degli esemplari leggendari come gli orsi, del quale avremo modo di fare la conoscenza anche attraverso a una delle prime missioni introduttive del gioco. Cacciare una preda grossa richiede tempo e abilità, non è mai facile portare a termina una battuta di caccia.

La pesca ha una sua struttura, in base a dove andremo a pescare avremo la possibilità di pescare dei determinati pesci. Anche qui vige una regola importante per quanto riguarda le esche, ovvero, che la scelta di quest’ultima è molto importante e saremo molto limitati nel portare determinate esche.

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Una legge ferrea

Non potevano mancare sicuramente le rapine, le quali ci frutteranno molti soldi. Purtroppo anche questa volta non è così semplice effettuarle, perché la legge è sempre dietro l’angolo, oltretutto bisogna sempre stare attenti a non lasciare testimoni, perché questi possono allertare le autorità competenti.

Inoltre anche qui è presente un sistema come quello citato nei dialoghi, la gente si ricorderà di noi se la rapina è stata effettuata a viso scoperto, oltre che le indagini della polizia continueranno imperterrite, perché dopo una rapina sarà piazzata una bella taglia sulla nostra testa.

A sostituire il sistema delle stelle di Grand Theft Auto ci pensa la scritta Ricercato, come accadeva sul primo Red Dead Redemption. Le autorità sono ben gestite, hanno un intelligenza artificiale che non cede quasi mai. Per sfuggire alla morsa della legge dovremo abbandonare l’area rossa e sperare che un Agente non ci trovi. Atti del genere possono intaccare il nostro onore, indicato da una barra in basso.

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La fedeltà alla realtà prima di tutto

La Rockstar Games non si è fatta problemi a prendersi i suoi tempi nel ritmo di gioco, infatti – come già anticipato – la trama entra nel vivo solo dopo diverse ore, gli sviluppatori hanno prima voluto approfondire la conoscenza della gang ma soprattutto delle nuove meccaniche di gioco.

Questa fa in modo che per alcuni giocatori è difficile ingerire questo ritmo, specialmente per chi si aspetta che fin dall’inizio ha la piena libertà di andare ad effettuare delle scorribande in giro per il mondo di gioco.

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Lo stile scelto secondo noi è corretto, prendendosi i giusti tempi sono riusciti a donarci un qualcosa di diverso, un’esperienza che cambia e muta in base alle scelte del giocatore, rendendola unica nel suo genere. Vivere Red Dead Redemption 2 vuol dire immergersi in un racconto profondo, intrinseco, dove i veri protagonisti siamo noi.

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La immensità grafica

Se pensavamo di aver visto tutto a livello grafico, beh, ci sbagliavamo. L’engine usato supera tutto quello che è uscito negli ultimi anni e che pensavamo avesse raggiunto il top del top, questo grazie a un comparto di animazioni sempre ben strutturate, fluide e mai mal piazzate. Il mondo di gioco è vivo in ogni suo angolo e le texture sono sempre ben curate e trovarne una fuori posto è come cercare un ago in un pagliaio.

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I modelli poligonali sprizzano realismo da ogni poro, così come le animazioni facciali che sono impeccabili. Non sarà cosa poco comune soffermarsi a guardare gli orizzonti durante le nostre cavalcate, perché il mondo di gioco è vivo e ricco di bellezze inimmaginabili fino ad oggi.

Gli effetti atmosferici rendono il tutto ancor più magnifico, tuoni, lampi, neve o bufere, sono solo una piccola percentuale delle varianti che andremo a incorrere lungo la nostra esperienza. La fisica di gioco è assolutamente reale, anche qui si è toccato un punto così alto che è difficile da replicare, sicuramente possiamo confermarvi che non c’è altro titolo che abbia raggiunto questo traguardo.

Vedere un mondo di gioco così vivo, con le persone che interagiscono in base anche a una minima nostra azione è qualcosa di sbalorditivo, non ci aspettavamo una cura così maniacale da parte di Rockstar Games.

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Commento Finale

Anche questa volta la Rockstar Games ha fatto centro. Sono riusciti a sorpassare ogni punto più alto che videoludicamente si è raggiunto negli ultimi tempi, questo grazie a un comparto grafico e d’animazioni impeccabile, il tutto condito da una narrazione che non lascia spazio alle parole per via della sua incredibile epicità.

Le avventure di Arthur Morgan e della banda di Van der Linde saranno difficili da dimenticare, si tratta del capolavoro estremo di questa generazione e appunto per questo, siamo qui a dare il nostro primissimo perfect score. Non resta che dire che Red Dead Redemption 2 è un capolavoro unico e che perdersi un titolo del genere è da considerarsi una grande eresia.

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Red Dead Redemption 2
  • 10/10
    Voto - 10/10
10/10

Riassumendo

Il secondo capitolo di Red Dead Redemption è un capolavoro a tutti gli effetti. Il team di sviluppo si è impegnato molto per donarci una narrazione ricca di contenuti unici, appassionante ma soprattutto che lasci qualcosa alla fine del suo percorso. Perdersi un capolavoro come questo è un atto imperdonabile.

Classe 1996, assiduo consumatore di giochi di ruolo, amante della fotografia e informatico a tempo pieno.