Nell’epoca di PlayStation Vita, non sono molti i titoli che hanno lasciato un segno, a causa del suo breve ciclo vitale. Eppure, Freedom Wars è uno di quelli che ci è riuscito, grazie alla sua proposta come valida alternativa a Monster Hunter per la console di Sony.
Su quella stessa console, abbiamo avuto titoli della qualità di Toukiden e Soul Sacrifice (di cui è uscita anche una versione Delta), ma il titolo di Dimps è riuscito a superare tutte le aspettative, nonostante i grandi rivali sulla stessa piattaforma! A distanza di undici anni, ci troviamo a parlare nuovamente di Freedom Wars con la sua Remastered, finalmente disponibile su più piattaforme per la prima volta.
Ho trascorso diversi giorni in compagnia del mio Peccatore e ne sono uscito abbastanza soddisfatto.
Alzati, Peccatore!
Ci troviamo in un mondo in cui le risorse non sono più sufficienti per tutti gli esseri viventi. Sono trascorsi ben oltre centomila anni, e l’umanità è sull’orlo della sopravvivenza. Per trovare una soluzione sostenibile, sono state costruite delle città chiamate Panopticon, che mantengono tutto sotto rigide regole. Questo per fare sì che la società possa sopravvivere sotto un regime severo e dittatoriale, costringendo ogni abitante a dare il proprio contributo. Il solo nascere nel mondo di Freedom Wars equivale a una condanna: infatti, alla nascita, ogni umano è già un Peccatore. Per espiare le loro colpe, dovranno contribuire al bene della comunità completando compiti a dir poco pericolosi, combattendo anche contro altre popolazioni appartenenti ad altri Panopticon.
La condanna che ci viene inflitta è estremamente severa. All’inizio del gioco vediamo il nostro personaggio, che creeremo, affrontare una missione; purtroppo, però, qualcosa va storto e perde la memoria. Proprio per questo la sua condanna viene ripristinata, poiché ha sprecato le risorse della sua città.
La storia, pur non avendo un incipit particolarmente originale, presenta un mistero da svelare che ci terrà incollati e ci spronerà a completare quante più missioni possibili. I Panopticon sono suddivisi in celle di diverso ceto, in base alla pena che dobbiamo ancora scontare. Ogni missione completata ci permetterà di ridurre gli anni di condanna o di donare le risorse raccolte per il bene comune, sacrificando magari il nostro potenziamento.

Per il bene comune
Durante le missioni dovremo prestare molta attenzione ai nostri alleati, facendo tutto il possibile affinché la missione non finisca male. Spesso saremo coinvolti in grandi combattimenti contro nemici di notevole importanza, capaci di infliggere danni ingenti, costringendoci talvolta a battere in ritirata. Avremo a disposizione armi principali corpo a corpo, ma anche una secondaria a distanza, come una bocca da fuoco.
A darci ulteriore supporto ci sono le diverse abilità delle Spine, che ci permetteranno di compiere varie azioni a seconda di quella equipaggiata. Una delle abilità più diffuse è quella che consente di tirare il nemico a terra, aiutandoci a sbilanciarlo. Una delle cose che ho apprezzato di più è la possibilità di staccare pezzi dai nemici, come un braccio, ottenendo così risorse extra da donare o conservare per noi stessi.
Tuttavia, il titolo non è privo di difetti. Alcune missioni tendono purtroppo a ripetersi, così come gli scenari, creando una monotonia di fondo piuttosto fastidiosa nel lungo termine. In compenso, la difficoltà aumenta in modo graduale e ben bilanciato, offrendo una sfida di ottimo livello. Inoltre, il gioco propone ambientazioni molto verticali, grazie alle Spine che possono essere utilizzate come rampini per spostarsi rapidamente nell’ambiente di gioco.
All’interno della nostra cella potremo accedere a diversi privilegi, come ad esempio la possibilità di correre per più di un determinato numero di secondi senza incorrere in una sanzione o in uno sconto della condanna. Il nostro obiettivo è proprio quello di ridurre la pena e raggiungere uno status più accettabile. Alcuni privilegi risultano ancora più utili, come la possibilità di accedere a determinati menù di gioco. Questi si ampliano progressivamente man mano che scaleremo i ranghi e supereremo gli esami per essere promossi.
Anche al di fuori delle missioni, quindi durante il tempo trascorso in prigione, avremo compiti secondari da portare a termine, che allo stesso tempo contribuiscono ad avanzare la trama principale di Freedom Wars.

Tecnicamente migliorato
Le migliorie di Freedom Wars Remastered sono fondamentali per la godibilità del gioco. Partiamo da una risoluzione in 4K con il supporto ai 60 fotogrammi al secondo su PlayStation 5. Purtroppo, la versione per Nintendo Switch è limitata ai 30 fps e a una risoluzione di 1080p a causa dell’hardware della console.
Le migliorie non riguardano solo gli FPS e la risoluzione: sono state apportate diverse modifiche alle texture, rendendole molto più in linea con le produzioni moderne. La cosa che ho apprezzato di più sono i controlli, ora molto più moderni e perfettamente adattati al DualSense. Tra le novità troviamo anche un nuovo livello di sfida, chiamato Peccatore Mortale.
Ancora oggi, a livello stilistico, il gioco risulta essere molto piacevole. Anche i menù di gioco sono migliorati, risultando molto più leggibili rispetto alla versione originale per PlayStation Vita. I modelli poligonali dei personaggi appaiono molto più convincenti e gradevoli alla vista. Il doppiaggio in lingua inglese è di ottima qualità, ammetto di aver apprezzato molto il cast di voci. Anche la traduzione in italiano è ben realizzata: non ho mai riscontrato errori di traduzione.

Commento Finale
Posso dire con certezza che Freedom Wars Remastered è un ottimo prodotto ancora oggi, soprattutto grazie ai comandi migliorati e a una qualità grafica decisamente superiore rispetto alla versione originale per PlayStation Vita. Il lavoro svolto è encomiabile: si tratta di un gioco che riesce ancora oggi a intrattenere grazie alla sua buona difficoltà e a meccaniche che risultano tuttora originali.
Nonostante non sia esente da difetti, come una certa ripetitività di fondo, è un prodotto che consiglio a tutti coloro che non hanno avuto l’opportunità di apprezzare il titolo di Dimps al momento della sua uscita!
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