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Tchia – Recensione

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Quello che Tchia offre è un grande viaggio, in una piccola avventura dove viene narrata la cultura di un popolo. Noni avrei mai pensato di visitare la Nuova Caledonia in un viaggio così animato e ben curato, con delle sfumature toccanti.

Per chi non lo sapesse, Awaceb è proprio uno studio originario della terra della Nuova Caledonia, che ha voluto raccontare la cultura di un popolo attraverso a un’opera videoludica, mostrandoci le usanze e i costumi.

Vi confesso che è stato un gran bel viaggio, soprattutto vedere tutto quel verde e il mare attraverso gli occhi di Tchia, un grande spettacolo e un’esperienza unica nel suo genere.

Timbrato il nostro biglietto digitale per la Nuova Caledonia, ho deciso di scrivere questa recensione del gioco analizzando tutto ciò che mi ha colpito!

Una tenera famiglia

La storia ci mette nei panni della giovane e delicata Tchia, una tenera ragazzina che per la prima volta si trova a dover affrontare i problemi che attanagliano il mondo esterno. All’inizio del gioco ci verrà introdotto il padre, che ci permetterà di esplorare le principali meccaniche del gioco, effettuando delle commissioni per lui.

Pian piano nell’introduzione ci viene mostrata la bellezza dell’isolotto dove la ragazzina e il padre abitano da diverso tempo e dove spesso un amico, Tre, viene a trovarli portandogli delle risorse utili. In cambio la famiglia lo invita a pranzare con loro per ringraziarlo.

Durante il nostro primo incontro con questo nuovo e bizzarro personaggio, succede ciò che il padre di Tchia non avrebbe mai voluto: l’arrivo di gente esterna all’isola. Queste persone malintenzionate rapiscono il padre della protagonista, ma a farlo è un uomo che somiglia molto a lui e di cui Tchia non conosce l’identità.

Un iter narrativo personalizzato

Nel prologo verremo a conoscenza che la nostra eroina possiede dei poteri che nemmeno lei sapeva di avere. Il nostro viaggio verso la ricerca del padre ci permetterà di esplorare la parte “viva” della Nuova Caledonia, portandoci fino al centro abitato alla ricerca di risposte.

La storia ci dà un obiettivo ben preciso da seguire, anche se attorno a noi sono presenti innumerevoli attività secondarie e collezionabili. Per chi non vuole seguire le attività secondarie, gli sviluppatori hanno pensato di inserire un’opzione per saltare i segmenti di gioco non importati ai fini narrativi, gettandoci direttamente nel vivo della storia fino alla sua conclusione.

Un vasto mondo

Alla base del gameplay abbiamo diversi minigiochi che rendono l’esperienza molto piacevole. Sarà ad esempio disponibile fin dalle prime ore la possibilità di suonare l’ukulele, che ci permetterà di cambiare il tempo passando dal giorno alla notte, o strimpellando qualche nota per puro piacere!

Durante l’esplorazione il gameplay è molto semplice, ci sarà data la possibilità di scalare montagne ed edifici, tenendo conto della barra della Stamina. Sarà anche possibile raccogliere gli oggetti e animali, scaraventandoli a nostro piacimento.

L’elemento principale è quello del potere di Tchia, che ci permetterà di impersonare qualunque oggetto animato o inanimato. Ad esempio, sarà possibile esplorare il vasto oceano grazie alla possessione di una Tartaruga, oppure di solcare i cieli grazie a uno dei volatili di cui prenderemo il controllo.

L’estetica leggera

Sono presenti pure degli elementi estetici, che man mano che avanzeremo nel gioco e completeremo compiti secondari, ci daranno accesso a nuovi vestiti e capigliature. La nostra Tchia ha a disposizione una fionda, che sarà la sua principale arma contro i nemici. Vi confesso che cimentarmi nelle sfide dei mini-giochi mi ha divertito non poco, soprattutto anche grazie alle loro ricompense.

Il lato grafico di Tchia è semplice, ma esteticamente unico. I suoi colori molto caldi rendono bene l’idea di rappresentazione dei luoghi che esploreremo. Non sono presenti quasi mai caricamenti sulla versione per PlayStation 5, ma l’unico neo risiede in alcuni piccoli cali di framerate sporadici nelle zone più estese.

Sembra di essere in Nuova Caledonia!

Come ci viene indicato dagli sviluppatori, Tchia ha una cosa importante: il sonoro che richiama i canti tipici e suoni che sentiremmo se fossimo in Nuova Caledonia. Ascoltare la colonna sonora di Tchia è un toccasana, probabilmente uno degli elementi più riusciti dal gioco. 

La storia toccante e un viaggio verso la scoperta di sé stessi, rendono la colonna sonora perfetta per la narrazione raccontata durante questa piccola avventura. Ci permettono anche in modo semplice di capire gli usi e costumi del luogo.

Commento Finale

Posso finalmente dirlo, Tchia è una grande sorpresa, non mi sarei mai aspettato un gioco così semplice, ma emotivamente così incisivo. I colori caldi, la storia delicata e una colonna sonora d’impatto, mi hanno fatto amare questa piccola avventura Indie. Mi sento in dovere di consigliare il gioco a tutti quelli che sono alla ricerca di un’esperienza diversa dal solito!

Tchia
  • 8.8/10
    Voto - 8.8/10
8.8/10

Riassumendo

Tchia è stata una bellissima esperienza, mi sento in dovere di consigliarlo a tutti coloro che possiedono PS5 oppure un PC performante. L’unico suo neo è il framerate che subisce dei leggeri cali sporadicamente.

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Scritto da
Federico Molino - Director and PR Manager

Classe 1996, assiduo consumatore di giochi di ruolo, amante della fotografia e informatico a tempo pieno.

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