Atomic Heart – Premium Edition – Recensione

Condividi
Condividi

È innegabile come Atomic Heart abbia colpito nel profondo con il suo stile sci-fi e distopico. Al lancio ha ricevuto un’ottima accoglienza da parte del pubblico, venendo addirittura considerato per certi versi un erede spirituale di BioShock.

Devo confessare che, prima di provarlo su PlayStation 5, ho giocato alla produzione di Mundfish nella sua versione per Xbox Series X|S, grazie alla sua disponibilità su Game Pass fin dal giorno d’uscita.
Grazie a Focus Entertainment, ho avuto il piacere di occuparmi della versione PlayStation 5, stavolta con tutti i contenuti aggiuntivi finora rilasciati!

Scheda del Gioco
Cover del gioco

Atomic Heart – Premium Edition

Sviluppatore: MundFish

Distributore: Focus Entertainment

Piattaforme: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox One, Xbox Series X|S e PC

Data di uscita: 21/02/2023

Il potere della tecnologia

Nel racconto di Atomic Heart, l’Unione Sovietica è uscita vincitrice grazie alla rivoluzione scientifica, la quale ha trasformato il modo di vivere di tutti gli abitanti e dell’intera nazione. Lo sviluppo tecnologico ha raggiunto un punto in cui molte azioni quotidiane sono state automatizzate grazie ai progressi della scienza. Fin dall’inizio della storia, possiamo vedere come i robot siano diventati parte integrante della società: quasi tutti ne possiedono uno. Proprio questo spaccato di società moderna salta subito all’occhio, così come il fatto che anche il nostro protagonista sia ormai abituato a questa realtà.

La tecnologia alla base di tutto è quella dei polimeri, utilizzata anche dall’Unione Sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale, mentre il partito comunista si opponeva al suo impiego. Nel 1955 questa tecnologia si è diffusa ovunque, trasformando la società in quella che vediamo all’inizio del gioco. La Russia è diventata un luogo magico, unico e utopico. Purtroppo, però, questa utopia non è destinata a durare, poiché i robot iniziano a ribellarsi, lasciando dietro di sé una scia di morte. È proprio a questo punto che vestiremo i panni di Sergey Alekseyevich Nechaev, conosciuto anche con il nome in codice P-3. Ad accompagnarci c’è il guanto Charles, dotato anch’esso di una coscienza.

A livello narrativo il gioco mostra una grande maturità, con un cast di personaggi molto ben caratterizzati e dal linguaggio piuttosto colorito. Sebbene in alcuni frangenti la storia non presenti colpi di scena particolarmente sorprendenti, l’impegno del team di sviluppo nel creare una trama coinvolgente è sicuramente lodevole.
Per completare solo la narrazione principale, ho impiegato circa venti ore alla difficoltà normale.

Atomic Heart - Premium Edition - Recensione

Un guanto potente

Nonostante alla base il gameplay possa ricordare per alcuni aspetti il lavoro di Ken Levine, posso confermare che Atomic Heart ha un’anima propria, che pulsa di vita senza dipendere dall’eredità di nessun altro.

Il sistema di combattimento si basa molto sulle armi corpo a corpo, che impareremo a usare man mano che affronteremo i diversi nemici robotici pronti a farci a pezzi. Avremo a disposizione anche delle armi da fuoco, potenziabili e accompagnate da alcuni poteri che ci aiuteranno nei momenti più critici. Se questo non fosse abbastanza, potremo contare su abilità passive e attive, che diventeranno disponibili avanzando nel gioco e soddisfacendo determinate condizioni di sblocco.

L’esplorazione è stata resa una componente fondamentale, soprattutto perché permette di potenziare P-3 ed evitare di finire a terra con una facilità disarmante. I nemici all’interno degli edifici sono sempre molto aggressivi e non è raro incappare in un terribile game over.
Le mappe offrono una verticalità interessante, anche se, in alcuni frangenti, risultano eccessivamente ampie e tendono a riproporre obiettivi simili. Nonostante ciò, il level design ha una sua identità ed è accompagnato da una discreta varietà.

Atomic Heart - Premium Edition - Recensione

Contenuti aggiuntivi di qualità

Il primo contenuto aggiuntivo dedicato alla storia è Annihilation Instinct, che si svolge subito dopo gli eventi narrati nel gioco base. Ancora una volta vestiremo i panni di P-3, ma questa volta ci troveremo nel complesso Mendeleev, un’area completamente inedita e mai esplorata. Il DLC offre diverse ore di gioco interessanti, soprattutto grazie all’introduzione di nuovi personaggi, tra cui l’IA NORA.
All’interno dell’espansione è possibile trovare nuove armi e abilità, ma su queste preferisco non anticiparvi nulla per non rovinarvi la sorpresa. Come primo contenuto aggiuntivo, il team di sviluppo ha fatto un ottimo lavoro nel dare continuità alla trama principale.

Il secondo contenuto aggiuntivo, Trapped in Limbo, è forse il più debole tra quelli rilasciati finora. Non si tratta di un vero e proprio DLC canonico per la storia, dato che ci troviamo in un mondo alternativo, con ambientazioni molto più colorate e ironiche. Nonostante l’apparenza, offre comunque alcune sorprese verso la fine.

L’ultimo contenuto aggiuntivo rilasciato finora è Enchantment Under the Sea. Questa volta verremo catapultati nel complesso sottomarino Nettuno, un’altra area completamente inedita. Ancora una volta vestiremo i panni di P-3, ma stavolta accompagnato dalla coscienza della moglie Katya. Il nostro compito sarà, ancora una volta, quello di sventare potenziali minacce per il futuro. Anche qui troviamo nuove armi a disposizione.

Posso dire con certezza che tutti i contenuti aggiuntivi di Atomic Heart rilasciati finora sono davvero interessanti e aggiungono ulteriori dettagli alla storia del gioco base. Ammetto che Enchantment Under the Sea è il mio preferito, grazie alla sua profondità e alla storia del legame tra P-3 e Katya.

Comparto tecnico

Dal punto di vista tecnico, su PlayStation 5 tutto funziona quasi come dovrebbe. A livello grafico, il gioco offre scorci visivi davvero ammalianti, esaltando tutta la bellezza della tecnologia moderna del mondo di Atomic Heart. Anche la direzione artistica gioca un ruolo fondamentale, grazie a personaggi sempre ben costruiti e visivamente piacevoli.
Per quanto riguarda il frame rate, non ho riscontrato grandi problemi, fatta eccezione per una fase a metà gioco in cui i troppi effetti visivi hanno reso instabile la fluidità generale.

Un grande plauso va al doppiaggio in italiano, convincente e quasi sempre azzeccato, fatta eccezione per qualche voce non del tutto in linea con il personaggio interpretato. Anche gli effetti sonori giocano un ruolo importante all’interno del titolo di Mundfish, così come la colonna sonora, che accompagna perfettamente l’atmosfera del gioco.

Atomic Heart - Premium Edition - Recensione

Commento Finale

In conclusione, Atomic Heart è un titolo che ha saputo colpirmi, anche a distanza di qualche anno dalla sua uscita. Assolutamente promossi i tre principali contenuti aggiuntivi finora rilasciati, che offrono ulteriori ore di divertimento e approfondimento sulla storia di P-3! Se non avete ancora giocato al titolo, questo è il momento ideale per rimediare!

Atomic Heart - Premium Edition
Riassumendo
Atomic Heart è promosso, grazie al suo stile unico e a una narrazione quasi sempre piacevole. I suoi contenuti aggiuntivi aggiungono diverse ore di gioco e approfondiscono la storia di P-3.
Pro
Una storia interessante, ma...
Grande varietà di armi
Il primo e il terzo contenuto aggiuntivo aggiungono maggiore profondità alla storia
Contro
...alcune volte pecca nei colpi di scena
Con il secondo DLC si poteva osare di più
9
Condividi
Scritto da
Federico Molino - Director and PR Manager

Classe 1996, assiduo consumatore di giochi di ruolo, amante della fotografia e informatico a tempo pieno.

Lascia un commento

Seguici su Facebook!

Guardaci su Twitch!

Articoli correlati
Dragon Quest I & II HD-2D Remake

Dragon Quest I & II HD-2D Remake – Recensione

A distanza di un anno dall’ottimo Dragon Quest III HD-2D Remake, sono...

Sacred 2 Remaster – Recensione

La serie di Sacred è una di quelle che ricordo con grande...

ARC Raiders – Recensione

Quando venne annunciato ARC Raiders ammetto che ero rimasto intrigato fin da...

Anima: Gate of Memories I&II Remaster – Recensione

Tra le cose che non mi aspettavo di quest’anno c’è sicuramente il...