A poco più di due anni dall’uscita su Epic Games Store, e di un anno dal suo rilascio su Steam e console casalinghe, Before We Leave è approdato infine anche su Nintendo Switch.
Sviluppato da Balancing Monkey Games e pubblicato da Team 17, Before We Leave è un gestionale city builder che vede l’umanità uscire dai bunker per ricominciare a colonizzare il pianeta e, in seguito, anche lo spazio. Il tutto con un approccio completamente pacifico e con uno sguardo verso l’inquinamento per non compiere gli errori del passato.
Se si pensa a un porting su Nintendo Switch, la prima domanda da porsi è: il gioco è ugualmente godibile sia in modalità fissa che portatile? Le ho testate entrambe a fondo per rispondervi in questa recensione!
Isole (e pianeti) da colonizzare
Before We Leave ci fa cominciare dal momento in cui i primi uomini escono da uno dei bunker. La prima necessità è quella di provvedere a costruire le prime strade e abitazioni, per poi concentrarci sugli approvvigionamenti e sulla Biblioteca, struttura che ci aiuta a recuperare conoscenze perdute.
Man mano che recuperiamo delle conoscenze, possiamo iniziare a costruire ascensori, ponti e scuole, ma anche miniere per l’estrazione di ferro e minerali, con annesse fabbriche. Queste fabbriche aumentano però il grado di inquinamento nelle caselle circostanti.
Una volta riparato un vecchio relitto, arriva il momento di colonizzare altre isole, le quali presentano tutte biomi differenti, e in grado quindi di produrre differenti risorse. Colonizzare è uno step necessario per proseguire nel gioco, in quanto la prima isola esaurisce subito le conoscenze e le risorse uniche da offrire.
Quando ci concentriamo sulle isole successive, gli step da ripetere sono i medesimi ogni volta.
L’umore degli abitanti è uno degli elementi da tenere in considerazione durante la nostra avventura. Tuttavia, durante le mie ore di gioco non ho avuto particolari problemi a soddisfare i loro bisogni. Sempre parlando degli abitanti, ognuno di loro ha un nome e una breve descrizione di ciò che gli/le piace fare, ma è una componente che inizia e finisce lì. Le ho trovate informazioni superflue che non hanno un vero e proprio seguito all’interno del gioco.
Altre meccaniche tipiche dei city builder invece risultano abbozzate e poco soddisfacenti sul lungo andare. Così come è decisamente deludente il fatto che, una volta passati al territorio successivo da colonizzare, quello precedente non ha più bisogno delle nostre attenzioni e può autogestirsi completamente.


Attenti alle strade!
Il più grande problema di cui si risente fin da subito è la ripetitività di fondo, data dal fatto che Before We Leave non offre imprevisti di impatto di alcun tipo. Se non contiamo qualche balena spaziale che ci attaccherà casualmente distruggendo qualche edificio, il più delle volte ci ritroviamo a ripetere le stesse azioni senza interruzioni di sorta.
Un elemento come il tasso di inquinamento dovrebbe essere di impatto maggiore in un city builder che si basa sulla premessa che il mondo è stato vittima di un disastro che ha portato gli abitanti a rinchiudersi per secoli in dei bunker. Invece è una componente marginale e facilmente risolvibile.
L’unico fastidio che gli amanti degli insediamenti ordinati potrebbero trovare è quello della costruzione delle strade. Infatti per costruire i vari edifici è necessario prima realizzare delle strade a cui agganciarli. L’insidia è nel fatto che, per sfruttare al meglio ognuna delle piccole isole che abbiamo a disposizione, dovremo riempirle per oltre un terzo da strade. Ciò non comporta una difficoltà effettiva, quanto più appunto un fastidio nella pianificazione urbana.
Il titolo, a causa della sua difficoltà tendente verso il basso, è più adatto a un pubblico neofita del genere. I fan di lunga data dei city builder invece potrebbero trovare il tasso di sfida poco stimolante.


Colonie portatili
Il piccolo mondo di Before We Leave risulta piacevole da guardare, con uno stile colorato e a suo modo unico, ma anche una realizzazione tecnica ineccepibile. Ad accompagnare la nostra colonizzazione, terrestre e non, c’è una colonna sonora decisamente orecchiabile e che si adatta al resto della direzione artistica.
Qualche piccolo neo l’ho trovato nella localizzazione dei testi in italiano, la quale non è sempre completa e lascia qualche riga di testo non tradotta anche nelle schermate delle meccaniche principali.
Passando invece a questo porting su Nintendo Switch, ho provato il gioco sia in modalità fissa che in portatile, favorendo quest’ultima. Nella versione portatile ho avuto modo di notare che i menù di gioco sono stati ridotti all’osso il più possibile e risultano tutto sommato comodi da navigare. Ciò che non ho apprezzato è la grandezza dei testi, la quale risulta troppo piccola per poter giocare comodamente in handheld.
Per il resto, Before We Leave regge perfettamente su Nintendo Switch: non ho riscontrato alcun problema da un punto di vista tecnico.


Un pianeta da lasciare
Before We Leave è un city builder senza infamia e senza lode. I neofiti del genere potranno apprezzarlo maggiormente, visto il tasso di sfida piuttosto basso. Trovo invece che i più pratici del genere potrebbero rischiare di annoiarsi dopo poche ore di gioco per la troppa ripetitività delle azioni da compiere.
In ogni caso, se voleste dare una possibilità al gioco, la versione rilasciata su Nintendo Switch è più che valida e consigliata per i giocatori sulla console della grande N.
Before We Leave - Nintendo Switch
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6/10
Riassumendo
Before We Leave risulta un city builder senza infamia e senza lode, adatto soprattutto ai neofiti del genere. Buona la conversione su Nintendo Switch, fatta eccezione per i testi dal font troppo piccolo per la modalità portatile.