Darkest Dungeon II
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Darkest Dungeon II – Recensione versione PlayStation 5

A un anno dal rilascio su PC, Darkest Dungeon II è finalmente approdato in data odierna anche su console. Ho apprezzato molto il titolo di Red Hook Studios nella sua incarnazione su Steam, che ho avuto modo di giocare all’uscita per recensirlo per voi. La nuova formula, che si distacca dalla struttura del primo capitolo, è risultata decisamente vincente, creando un ottimo titolo per gli amanti dei roguelite.

Mi è stata data l’occasione dagli sviluppatori di giocare a Darkest Dungeon II nella sua incarnazione per PlayStation 5, con incluso anche il DLC The Binding Blade. Dopo essermi immersa nuovamente nell’opera di Red Hook Studios, sono pronta a dirvi la mia opinione in merito!

Verso la Montagna

Il mondo è in rovina e sta a quattro eroi trasportare l’ultima Fiamma della Speranza. Il loro obiettivo è uno: fermare l’apocalisse e la follia che sta dilagando nel mondo.

Nel corso di cinque atti, chiamati Confessioni, dobbiamo raggiungere la Montagna ed eliminare il boss di turno, differente per ogni Confessione. Per farlo dobbiamo attraversare delle Regioni, intervallate da delle locande dove potremo rifocillarci, sostituire i compagni morti (a patto di aver sbloccato altri personaggi presso il Tabernacolo) e potenziare le abilità dei nostri eroi.

Nella prima Confessione, Diniego, dobbiamo attraversare due Regioni prima di arrivare alla Montagna: queste sono sempre La Selva e La Degradata.
Dalla seconda Confessione in poi, invece, dobbiamo attraversare tre Regioni e tra le scelte troviamo anche Il Fetore e L’Approdo; inoltre è presente anche una Regione speciale chiamata Il Canale, che non ha una mappa consultabile, è di grandezza minore e non conta per il numero di Regioni da completare per raggiungere la Montagna. Inoltre, per poter sconfiggere il boss dell’atto, dobbiamo equipaggiare un trofeo, ottenibile completando con successo un Covo, alla nostra diligenza.

Dopo ogni spedizione che intraprendiamo, che sia questa un successo o meno, in base alle azioni compiute e ai progressi fatti otteniamo delle Candele. Queste servono nel Tabernacolo per sbloccare nuovi eroi, potenziare quelli che abbiamo e ottenere potenziamenti per la diligenza. Possiamo spendere le candele anche per sbloccare nuovi oggetti da usare in battaglia, nelle locande o degli Ornamenti da equipaggiare.

Sentieri impervi

Le Regioni da attraversare sono colme di pericoli e difficoltà da superare. Abbiamo a disposizione una mappa incompleta che ci mostra i vari percorsi che possiamo intraprendere, ma che non ci dice sempre cosa ci aspetta alla fine di un sentiero. Per avere una visione più completa della mappa abbiamo bisogno di imbatterci in una Torre di Segnalazione. Visitare una torre ci mostra anche eventuali intoppi durante i vari sentieri, come danni alle ruote o al corpo della diligenza, ma anche scontri casuali.

Tra le mete dei vari sentieri troviamo vari punti di interesse, tra cui anche i Covi, divisi in tre scontri distinti e che ci danno un Trofeo una volta completati tutti, e le Tane Ferine, con due scontri consecutivi che ci danno come premio un oggetto da scambiare alla prossima locanda per degli sconti e altri vantaggi.
Per terminare una Regione dobbiamo per forza superare un combattimento presso il Bastione dell’Oblio prima di raggiungere la locanda.

Gli scontri ricalcano quanto visto nel primo Darkest Dungeon, con un sistema di combattimento a turni dove la posizione di ogni personaggio è estremamente importante per utilizzare specifiche abilità.
Torna l’indicatore di Stress, il quale una volta riempito può portare un personaggio ad avere una Crisi o a trovare nuova Determinazione.

I Legami tra i vari personaggi sono davvero importanti. Se ne creiamo uno positivo possiamo avere dei vantaggi in battaglia, con abilità potenziate e la possibilità di essere supportati mentre attacchiamo. Creando una relazione negativa, invece, determinate abilità possono causarci dei malus e costarci anche la vita se non stiamo attenti.
Il nostro party reagisce in base ai tratti di ognuno, ma anche a determinate classi. Per farvi un esempio pratico, la Vestale e la Ladra di Tombe sono più portate a dialoghi con effetti negativi sulla loro relazione.

Darkest Dungeon II Selva

Una spedizione senza intoppi

Red Hook Studios ha avuto il compito estremamente difficile di rendere fruibili i comandi di Darkest Dungeon II, che facevano largo uso della tastiera su PC, anche da controller: posso dire che lo studio di sviluppo è riuscito nell’impresa. Mi è servito un po’ per abituarmi alla gran mole di comandi presenti soprattutto durante l’esplorazione delle Regioni, ma dopo poco ci ho preso la mano e ho avuto un’esperienza molto comoda e piacevole nell’incarnazione su console.

Come vi dicevo all’inizio, nello specifico ho giocato alla versione PlayStation 5: Darkest Dungeon II si è rivelato molto fluido e senza problemi tecnici di alcun tipo sull’ammiraglia di casa Sony. L’unico aggiustamento che ho dovuto fare è stato abbassare leggermente il volume dell’aut del DualSense, poiché i suoni erano particolarmente alti.

Un roguelite imperdibile

Darkest Dungeon II è decisamente un’esperienza imperdibile per gli amanti dei roguelite e per i fan del primo capitolo anche nella sua incarnazione per console. Red Hook Studios ha svolto un lavoro decisamente encomiabile, riuscendo a rendere l’esperienza decisamente piacevole anche con pad alla mano.

Darkest Dungeon II
Darkest Dungeon II – PS5
Riassumendo
Red Hook Studios ha svolto un lavoro encomiabile nel realizzare il porting di Darkest Dungeon II su console. L’esperienza che ho avuto su PlayStation 5 è stata fluida e senza alcun problema.
Pro
Tantissimi personaggi con abilità differenti
Impegnativo al punto giusto
Direzione artistica ispirata
Contro
10
Videogiocatrice da sempre, amante dei RPG e con una passione smodata per The Binding of Isaac. Nel tempo libero, oltre ai videogiochi, legge o ricama.