Negli ultimi anni abbiamo visto emergere diverse tipologie di soulslike, un genere che ormai si è diffuso ovunque, grazie al fatto che il prodotto di FromSoftware è riuscito a creare un vero e proprio filone. Anche Enotria: The Last Song rientra in questa categoria, ma la cosa più interessante è che si tratta di una produzione ispirata principalmente alle figure teatrali e al folklore italiani, accompagnata dai colori caldi ed estivi che da sempre contraddistinguono la nostra Italia, in particolare il Sud.
Ho avuto il piacere di ricevere un codice in anticipo grazie a Jyamma Games, diventando così anch’io una Maschera del Cambiamento, mentre esploravo le terre baciate dal sole di Enotria: The Last Song! Finalmente posso parlarvi della mia esperienza, avvenuta tra la scorsa settimana e l’inizio di questa, durante la quale ho provato il gioco con due diverse patch.
La maschera del cambiamento
Nel mondo di Enotria: The Last Song, tutto è bloccato in un copione da seguire senza cambiamenti e destinato a ripetersi. Gli Attori sono costretti a recitare la loro parte, senza la possibilità di uscire dagli schemi. Ogni ruolo principale è dettato dalle maschere Pulcinella, Colombina, Pantalone e Arlecchino. In questo contesto ci siamo noi, la Maschera del Cambiamento, anche conosciuti come il Senza Maschera, creati da Pulcinella. Il nostro compito non è interpretare il Canovaccio: infatti non abbiamo un ruolo in esso, e ciò ci permette di uscire dagli schemi.
Noi possediamo il potere dell’Ardore, che ci permetterà di porre fine a questa lunga sofferenza per gli Attori. A guidarci nella nostra avventura è Pulcinella, che compare di tanto in tanto come una sorta di Virgilio che accompagna Dante nella discesa dell’Inferno.
Comprenderemo le ragioni di ogni antagonista principale, e il gioco offre la possibilità di esplorare la lore nel dettaglio, molto più rispetto ai titoli di FromSoftware, grazie a note sparse nel mondo di gioco e consultabili dall’archivio presente nel menù. La direzione narrativa del team di sviluppo è da applausi, e mi ha sorpreso fino alla fine con una conclusione decisamente soddisfacente.
La bellezza della narrazione di Enotria: The Last Song sta nel fatto che ogni elemento è quasi sempre spiegato, nulla è lasciato al caso e tutto ciò che ci circonda racconta qualcosa di importante. Spesso, durante l’esplorazione di una zona, ci imbatteremo negli Attori che narrano tra loro una storia, spesso legata all’antagonista della zona in cui ci troviamo, dandoci un’idea di chi dovremo affrontare e di come viene visto dagli altri personaggi.
A muovere la scena
La parte fondamentale della produzione è sicuramente il sistema di combattimento, che combina elementi tipici del genere con novità che ne rinfrescano la giocabilità. Rispetto a quanto visto in altre produzioni, Enotria: The Last Song fa del contrattacco uno degli elementi cardine. Utilizzando il nostro braccio potremo deviare gli attacchi, stancare il nemico e poi sferrare una serie di colpi per riempire la sua barra. Una volta svuotata la barra della resistenza, potremo infliggere un colpo mortale, che spesso causa ingenti danni, soprattutto contro boss, togliendo una quantità significativa di energia.
Avremo a disposizione delle abilità che, una volta caricato l’Ardore, permetteranno di scagliare i Versi, ovvero degli attacchi in grado di offrire un notevole vantaggio sul nemico. Combinare questi con una sequenza di attacchi può rivelarsi la chiave per la vittoria.
Il gioco non si ferma qui: potremo accedere al Percorso degli Innovatori, dove è possibile apprendere perk da assegnare alla maschera equipaggiata. Questo elemento permette di personalizzare la build, potenziando ciò che più ci piace e determinando lo stile di gioco. Avremo a disposizione tre set di maschere personalizzabili, ognuna con i propri Versi, perk, oggetti e armamenti. Sarà possibile passare rapidamente da una maschera all’altra, portando con noi tre diverse build.
Per aumentare di livello ci servirà la Memoria, che non è altro che l’equivalente delle classiche anime da accumulare. Queste potranno essere ottenute sconfiggendo i nemici o distruggendo i Frammenti di Memoria che troveremo nel corso dell’avventura. Ci imbatteremo anche in oggetti di raro valore, che potremo vendere al mercante in cambio di questa valuta.
Sole, memorie e sangue…
All’interno degli scenari incontreremo personaggi che spesso avranno una storia da raccontare e ci chiederanno di fare qualcosa. Queste missioni non sono altro che storie secondarie, che potremo portare avanti completando gli obiettivi legati a ciascuna di esse. Una cosa che ho apprezzato è che alcune missioni sono collegate tra loro, portando a conseguenze inaspettate. Alcune sono molto criptiche, ma lasciano suggerimenti, come la missione dedicata a un certo rospo che incontreremo nella terza area del gioco (anche se in realtà, dopo la prima, le restanti aree possono essere affrontate contemporaneamente).
Il mondo di gioco è ricco di dettagli ed elementi da scoprire, con tre macro regioni, tutte differenti tra loro. Molte ricordano il Sud Italia e in generale altre aree toccate dal Mediterraneo, come la Grecia, mentre una in particolare rievoca le vie di Venezia. I colori delle ambientazioni sono con colori quasi sempre accesi. Nonostante la maggior parte delle aree sia molto luminosa, esiste una zona dove il sole non batte più e ci muoveremo illuminati solo dalla luce della luna.
L’idea di creare percorsi visibili solo dopo aver utilizzato il nostro potere rende il level design unico e accattivante. I personaggi, molti dei quali ispirati a figure teatrali, sono ben realizzati e caratterizzati con cura.
La difficoltà del gioco è abbastanza accessibile anche a un pubblico meno esperto, grazie agli elementi ruolistici nell’avanzamento del Senza Maschera. Tuttavia, non fatevi ingannare: a un certo punto il gioco ci richiederà di farmare di più per essere all’altezza dei nemici che incontreremo. Per chi cerca una sfida ulteriore, ci sono portali che ci permettono di affrontare ondate di nemici o un boss segreto pronto a ucciderci. Purtroppo, l’unico difetto risiede proprio in questa difficoltà altalenante soprattutto contro alcuni boss, rendendo l’esperienza a tratti frustrante.
Lato tecnico funzionale
Dal punto di vista tecnico, ho avuto il piacere di provare il gioco con due patch durante la mia esperienza pre-lancio. Posso affermare che il framerate è sempre rimasto stabile, senza problemi di performance, giocando con impostazioni al massimo e DLSS attivo. L’unico inconveniente a livello di prestazioni è stato un freeze durante l’esplorazione di Litumnia, quando il gioco si è bloccato improvvisamente, per poi riprendersi dopo pochissimo.
A livello grafico, è stato fatto un ottimo lavoro, soprattutto sugli scenari che esploreremo con il Senza Maschera. Le animazioni in gioco sono ben curate, anche se quella che non ho apprezzato riguarda il modo innaturale in cui i nemici si rialzano da terra, portando spesso quelli più grossi a compenetrarsi poligonalmente.
L’IA nemica è abbastanza reattiva, ma in entrambe le patch ho riscontrato un bug fastidioso: colpendo ripetutamente un nemico con i Versi, questo si immobilizzava, smettendo di combattere. Si tratta di problemi tecnici che verranno sicuramente corretti con le prossime patch, ma è giusto segnalarlo nella recensione. Avrei anche gradito una maggiore varietà nel design dei nemici, soprattutto nella seconda area, dove molti risultano quasi identici.
La qualità del doppiaggio italiano è davvero alta, rendendo bene l’atmosfera teatrale dei personaggi, sempre vividi. Ho apprezzato anche la colonna sonora, che aggiunge la giusta dose di adrenalina durante gli scontri più intensi.
Si cala il sipario!
In conclusione, Enotria: The Last Song è un buon prodotto che mi ha saputo intrattenere e divertire per tutta la sua durata. Nonostante qualche problema tecnico, il gioco risulta molto piacevole da giocare su PC. Le ambientazioni sono ispirate e riescono a evocare la bellezza della nostra terra. I principali difetti risiedono in alcuni sbalzi di difficoltà, non troppo gravi, ma che potrebbero rendere l’esperienza ostica per i meno avvezzi.
Consiglio l’acquisto del gioco di Jyamma Games a chi cerca un soulslike divertente, fresco e capace di intrattenere con la sua lore. Che siate anche voi la Maschera del Cambiamento!
Enotria: The Last Song
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8/10
Riassumendo
Enotria: The Last Song è un titolo fresco e ispirato, che riesce a divertire e intrattenere nonostante qualche difetto tecnico e picchi di difficoltà. Un’esperienza consigliata a chi ama i soulslike e cerca un’avventura che omaggia il folklore italiano.