È quasi passato un anno dal debutto di Final Fantasy VII Rebirth su PlayStation 5. Ammetto di aver trascorso così tante ore in compagnia di Cloud e compagni che spesso non mi accorgevo dello scorrere del tempo. Questo secondo capitolo rappresenta un tassello fondamentale per la serie Remake, soprattutto perché è riuscito a migliorare quasi tutte le carte messe in gioco dal primo titolo.
Come prevedibile, il titolo non è rimasto confinato alla console di Sony, ma è finalmente approdato anche su PC, dove i giocatori avevano già apprezzato il Remake. Ho avuto il piacere di giocare a Final Fantasy VII Rebirth sia su PC che su Steam Deck, cercando di esplorare e testare ogni aspetto su entrambe le piattaforme. Dopo aver calcato ancora una volta le strade di Midgar, sono pronto a raccontarvi la mia esperienza!

Final Fantasy VII Rebirth
Sviluppatore: Square Enix
Distributore: Square Enix
Piattaforme: PC
Data di uscita: 23/01/2025
Dall’ultimo filmato
Il titolo non riprende esattamente dall’ultimo filmato visto nel finale di Intergrade, ma ci catapulta nei panni di Zack. Nel filmato, il SOLDIER di prima classe assiste a un grave incidente, in cui alcuni dei coinvolti sono proprio i nostri eroi, ad eccezione di Cloud. Ciò che attira la sua attenzione è la presenza di Aerith, spingendolo a lanciarsi verso di lei per salvarla. Come ben sappiamo, questa scena si discosta dalla timeline originale della serie, suggerendo quasi l’esistenza di un mondo parallelo.
Tuttavia, il gioco non ci lascia troppo a lungo nei panni di Zack, trasportandoci presto nei ricordi di Cloud, che sta raccontando ai compagni il suo primo incontro con Sephiroth.
Da questo punto in poi inizia il percorso verso il mondo aperto del gioco, offrendoci la libertà di esplorare e approfondire ogni angolo dell’ambientazione. Final Fantasy VII Rebirth introduce numerose trame secondarie, narrate attraverso gli occhi di alcuni personaggi nelle loro missioni dedicate. A mio avviso, la trama di Rebirth è coinvolgente ed emozionante, capace di toccare nel profondo qualunque fan di Final Fantasy che abbia almeno apprezzato il Remake.

Un mondo pulsante
Ciò che rende questo secondo capitolo particolarmente piacevole da giocare è sicuramente il suo open world, suddiviso in varie regioni. Ognuna di esse è ricca di attività da esplorare e provare, rendendo l’esperienza ancora più coinvolgente. Come ci si poteva aspettare, data la presenza di alcune località iconiche, sono presenti numerosi minigiochi in cui potremo metterci alla prova cercando di ottenere punteggi eccellenti.
Per gli amanti dei giochi di carte, è stato introdotto Queen’s Blood, un gioco strategico che ci permette di sfidare molti personaggi sparsi per la mappa. Inutile dire che è possibile collezionare carte e acquistare mazzi dai venditori dedicati, così da rendere le nostre strategie sempre più letali!
Per quanto riguarda l’esplorazione, avremo a disposizione diverse tipologie di Chocobo per muoverci nella mappa. A seconda della regione in cui ci troveremo, potremo sbloccare Chocobo con abilità uniche di movimento, ma su questo non voglio anticiparvi troppo per non rovinarvi la sorpresa! In questo capitolo, inoltre, rivestono un ruolo fondamentale anche le torri, che ci permetteranno di tracciare sulla mappa tutte le attività vicine, un po’ come avviene con i punti di sincronizzazione nei vari Assassin’s Creed.

Le performance su PC
Dopo aver esplorato per diverse ore la versione PC, devo ammettere che il lavoro svolto dal team di sviluppo è davvero encomiabile. Ho avuto il piacere di far girare il gioco a impostazioni massime utilizzando una RTX 4060, così da apprezzare al meglio le ambientazioni che Final Fantasy VII Rebirth ha da offrire.
Una cosa che mi ha colpito positivamente è l’ottimizzazione: il team di sviluppo ha fatto in modo che il gioco non risultasse inaccessibile per chi non possiede una GPU di ultima generazione. Le opzioni di personalizzazione grafica sono numerose e offrono un’incredibile versatilità. Uno dei maggiori punti critici per le GPU riguarda il fatto che al momento il titolo è ottimizzato esclusivamente per il DLSS di Nvidia. Purtroppo, non è stata ancora confermata la compatibilità con l’AMD FSR, creando così un evidente svantaggio per chi ha sempre utilizzato GPU AMD.
Rispetto alla versione PlayStation 5, che già vantava un ottimo lavoro tecnico, devo dire che su PC il gioco acquista nuova linfa vitale. La prima cosa che mi ha colpito è il sistema di illuminazione, rivisto per offrire un’ambientazione ancora più immersiva e realistica. Anche i modelli poligonali hanno ricevuto un netto miglioramento, soprattutto nei dettagli di vestiti e armi. È possibile configurare il gioco tramite preset predefiniti, ma chi desidera un’esperienza più personalizzata può regolare i settaggi grafici in base alla propria configurazione.

Una Spada Potens per Steam Deck
Ho giocato a Final Fantasy VII Rebirth anche su Steam Deck, grazie al fatto che Square Enix ha reso il gioco verificato fin dal lancio. La risoluzione target è di 720p, con la qualità grafica impostata su medio-bassa. In queste condizioni, il gioco risulta molto fluido e piacevole da giocare, anche durante le battaglie contro i boss che presentano un numero maggiore di effetti a schermo. Anche durante l’esplorazione, il titolo è riuscito a mantenere un’ottima stabilità: un lavoro davvero encomiabile da parte degli sviluppatori.
Ovviamente, trattandosi di un titolo che richiede una certa potenza di calcolo per funzionare, la batteria di Steam Deck ne risente, e non poco. Giocando con luminosità media, l’autonomia si aggira intorno alle due ore prima di raggiungere un livello critico di carica. C’era da aspettarselo, d’altronde anche Cyberpunk 2077 soffre dello stesso “problema”.

Commento Finale
La versione PC di Final Fantasy VII Rebirth è promossa a pieni voti: il lavoro svolto dal team di sviluppo è davvero eccezionale. Dal punto di vista tecnico, il gioco offre una versatilità impressionante cercando di non escludere nemmeno le configurazioni più datate. Anche le performance su Steam Deck sono decisamente ottime, sebbene nella prima settimana abbiano richiesto qualche patch per correggere alcune incertezze.
Per quanto riguarda il gioco in sé, presenta una delle trame meglio riuscite della serie negli ultimi anni, con un racconto toccante e profondo. I contenuti sono davvero numerosi e offrono un’impressionante quantità di ore di gioco!
Le uniche note negative riguardano l’assenza del supporto all’FSR e la presenza di alcuni piccoli artefatti grafici durante l’esplorazione, che in certi punti minano leggermente la qualità visiva.
Lascia un commento