Devo ammettere che Monark, titolo sviluppato da Lancarse e Furyu, ha destato la mia attenzione fin dalla prima volta che l’ho visto. Essendo fan di Shin Megami Tensei e del suo spin-off Persona non potevo non provare questo titolo, che ho avuto modo di giocare nella sua incarnazione per PlayStation 4 Pro.
Sarà riuscito Monark a destarsi dall’ombra del celebre franchise Atlus con una propria identità, soprattutto grazie all’esperienza di Lancarse con titoli RPG? Scopriamolo insieme!
I Sette Peccati Capitali
In Monark vestiamo i panni di un protagonista senza nome, come da tradizione per molti JRPG di questo tipo, il quale soffre di amnesia. Si ritrova intrappolato insieme agli altri studenti e al corpo scolastico nella scuola che frequenta, la Shin Mikado Academy, la quale è invasa da una misteriosa nebbia che sta portando alla follia molti studenti.
L’ingresso in un’altra dimensione e il contatto con un misterioso essere di nome Vanitas permettono al nostro protagonista di fare qualcosa per salvare sé stesso e tutti coloro che sono intrappolati nella scuola. Per farlo è necessario trovare i Pactbearer, ovvero coloro che hanno stretto un patto con i Monark, i quali rappresentano i sette peccati capitali.
Ci troviamo di fronte a una trama intrigante fin dalle prime battute, con un’atmosfera cupa e a tratti inquietante che fa ben distinguere Monark dagli altri giochi appartenenti alla stessa nicchia.
Nel corso delle circa 40+ ore per arrivare alla conclusione dell’avventura mi sono ritrovata di fronte a vari momenti emozionanti e coinvolgenti. Il gioco ha saputo invitarmi a scoprire sempre di più sui misteri della Shin Mikado Academy.


Strategia nel Peccare
Prima di iniziare il gioco vero e proprio ci viene chiesto di rispondere a una serie di domande. Queste servono per determinare la nostra affinità con i sette peccati capitali. Quello con cui abbiamo una maggiore compatibilità è determinante per quale sarà il nostro Fiend iniziale che potremo usare fin da subito in battaglia come alleato.
I Fiend di ogni peccato capitale hanno abilità uniche tra loro, e man mano che andiamo avanti ne otteniamo altri, in modo da poter sperimentare il potenziale di ognuno.
Nel corso dell’avventura la nostra affinità ai peccati può cambiare rispondendo a ulteriori domande quando poste o trovando dei particolari oggetti a giro per la scuola. Questi oggetti spesso richiedono un certo livello di affinità con il peccato in questione.


Passando al gameplay vero e proprio, Monark si pone come un RPG a turni con forti elementi strategici. Nel muovere i nostri personaggi (possiamo averne fino a sei nel party) dobbiamo fare attenzione al nostro posizionamento rispetto ai nemici e ai nostri alleati.
Se per esempio attacchiamo un nemico mentre i nostri compagni lo hanno a portata di tiro, al nostro attacco seguiranno i loro. Un altro esempio è che posizionandoci di spalle a un nemico è possibile infliggere più danni, ma lo stesso vale anche per loro.
Ovviamente non mancano nell’ambiente elementi in grado di darci vantaggi (come un punto di cura) o svantaggi (muri, aree dove viene diffuso veleno).
Una volta presa la mano con la componente strategica del gameplay gli scontri diventano divertenti e soddisfacenti. Ho trovato necessario del grinding in determinate situazioni, spesso conseguenti all’ingresso nel party di un nuovo alleato, il quale parte al livello 1 in ogni caso.
Per livellare i personaggi non ottengono punti esperienza, ma si utilizzano i punti SPIRIT (guadagnabili dopo ogni combattimento) per acquisire delle abilità. Ogni abilità ottenuta fa aumentare il personaggio di un livello, con conseguente aumento delle statistiche.


Follia e Risveglio
Componente fondamentale del gameplay è la Mad Gauge, una barra che si riempie sia quando esploriamo zone avvolte dalla nebbia, sia quando decidiamo di garantire un turno extra a un alleato. Se la barra raggiunge il 100% durante l’esplorazione, il protagonista sviene e si risveglia nell’infermeria della scuola. Se un qualsiasi personaggio invece lo raggiunge durante il combattimento, questi diventa più potente però finendo con l’attaccare indistintamente chiunque gli capiti a tiro. Dopo tre turni il personaggio finisce KO.
È possibile utilizzare degli oggetti per ridurre la percentuale di Madness accumulata, oppure basterà tornare nell’infermeria della scuola per riportarla allo 0%.
Altra percentuale presente, però solo in combattimento, è quella di Awakening, la quale aumenta quando un personaggio subisce danno. Una volta raggiunto il 100% di questa barra, il personaggio in questione diventa nettamente più forte senza però perdere il controllo.
È possibile anche raggiungere il 100% di entrambe le barre in contemporanea, più raramente rispetto agli altri due casi presentati, e raggiungere un terzo stato, ovvero Enlightenment. In questo stato il personaggio mantiene il controllo e diventa ancora più forte rispetto agli altri due stati.
Devo dire però che la meccanica della Mad Gauge mi ha convinta ben poco. Ho trovato fin troppo semplice evitare il raggiungimento del 100% munendomi di abbastanza oggetti per abbassare la percentuale o tornando in infermeria quando possibile. Ho risentito in poche occasioni delle conseguenze dovute alla perdita dei sensi, e in combattimento mi sono ritrovata maggiormente in modalità Awakened piuttosto che in Madness.


Peccati di… Grafica
Parlando del comparto grafico, è necessario dire che purtroppo Monark è graficamente davvero arretrato. Sia i modelli poligonali dei personaggi che le ambientazioni, le quali risultano davvero ridondanti andando avanti, sembrano appartenere alla settima generazione di console e non a quelle attuali.
Su PlayStation 4 Pro non ho riscontrato problemi tecnici di alcun tipo: Monark si è mantenuto su un frame rate stabile durante le mie sessioni di gioco e non ho notato particolari magagne tecniche. Non ho però avuto modo di provarlo anche su una PlayStation 4 base per verificare lì la stabilità del gioco.
Per quanto riguarda la direzione artistica e il comparto audio, Monark riesce a distinguersi per i design ispirati e per una colonna sonora ben realizzata e memorabile soprattutto durante le battaglie principali. Anche il doppiaggio è di buona fattura, e sorprendentemente di egual qualità, sia in inglese che in giapponese.


Assoluzione dai Peccati
Monark è riuscito a distinguersi dalla massa grazie a un gameplay divertente e a una direzione artistica decisamente ispirata. Purtroppo non si possono negare i difetti legati al comparto grafico, i quali si sarebbero potuti evitare con una maggiore cura. Anche alcune meccaniche inerenti al gameplay meriterebbero di essere riviste e migliorate nel caso Lancarse e Furyu decidano di continuare la serie.
Nonostante i difetti di cui ho parlato, consiglio comunque il titolo agli appassionati di JRPG, i quali apprezzeranno sicuramente il lavoro svolto dagli sviluppatori.
Monark
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7.5/10
In conclusione
Monark riesce a distinguersi con un’atmosfera caratteristica e grazie a un gameplay divertente e a una direzione artistica ispirata. Ciò è purtroppo minato da un comparto grafico non all’altezza, ma il titolo riesce a sapersi difendere grazie alle proprie qualità. Consigliato agli amanti dei JRPG!


Gioco fin dal 1998. Nel corso degli anni ho scritto per vari siti videoludici per poi aprire un mio blog. Nel tempo libero, oltre ai videogiochi, adoro Dungeons & Dragons (5e), Magic: The Gathering, leggere e ricamare.