Sono già passati quattro anni da quando ho messo per la prima volta le mani su Remnant: From the Ashes. Un titolo che portava con sé tantissime novità interessanti sul mercato videoludico, grazie a un gameplay dinamico e che ricorda a tratti il genere Soulslike.
Visto il suo grande successo, dopo le versioni dedicate alle console di nuova generazione, gli sviluppatori hanno deciso di creare un’edizione ad hoc per i giocatori su Nintendo Switch.
L’ultima resistenza
Il mondo è stato distrutto a causa della Piaga Root, delle creature pericolose che si sono appropriate della terra con la forza bruta. I pochi sopravvissuti sono costretti a nascondersi nei rifugi più disperati. Il problema è stato causato dalla scoperta di alcuni portali che conducevano verso altri mondi.
I più fortunati sono riusciti a nascondersi all’interno dei bunker, cercando di trovare un’offensiva che possa scacciare una volta per tutte questa forza nemica. Verremo a conoscenza dell’esistenza di una torre dove ha origine l’epidemia dei Root, e dove potremo scoprire come fermare l’espansione.
Uno dei principali elementi che ho più apprezzato è la presenza di personaggi variegati, con dialoghi più articolati attraverso scelte multiple.
Spesso le nostre scelte saranno importanti durante i dialoghi e potranno determinare anche il rapporto con alcuni personaggi secondari. Purtroppo non spiccano personaggi memorabili nel cast, fatta eccezione per due che giocano un ruolo più fondamentale all’interno della trama.
In compenso la storia del gioco è piacevole da seguire, alla base molto semplice, ma che riesce a estendersi nei piccoli dettagli. La trama è un elemento molto secondario all’interno della produzione, gli sviluppatori non puntavano alla memorabilità, ma sono riusciti a offrire comunque un’esperienza piacevole.
La potenza procedurale
Per chi non lo sapesse, il gioco offre un level design generato in modo procedurale. Ogni partita che affronteremo ci offrirà sempre qualcosa di diverso e di nuovo. Per quanto si tratti di una meccanica interessante e che mette un pizzico di unicità tra i Soulslike, dall’altra troviamo una ripetitività di fondo dovuta a una scarsa varietà del generatore.
Dall’altro lato della medaglia, ad abbattere la ripetitività ci pensa la durata, che si attesta sulla ventina di ore per completare la prima run senza contenuti aggiuntivi.
Non sono solo le mappe a essere generate casualmente, ma anche gli oggetti e il posizionamento dei nemici che andremo ad affrontare. Il tutto diventa interessante quando si gioca in co-op, dato che è possibile ospitare nella propria sessione fino a due giocatori.
Un gameplay dinamico
Alla base il gameplay riprende molto quello visto nei titoli Soulslike, come i punti di controllo e l’utilizzo delle pozioni che vengono ricaricate al falò di Remnant: From the Ashes. Le principali armi per difenderci saranno per lo più bocche di fuoco, con la possibilità di alternare con un’arma corpo a corpo che sarà utile da sfruttare con i nemici più agguerriti e che preferiscono un approccio diretto.
Rispetto a molti altri titoli dello stesso genere, qui è possibile cambiare difficoltà per rendere l’esperienza molto più accessibile ai giocatori meno esperti. Personalmente ho trovato il gioco molto equilibrato, riesce a donare il giusto senso di sfida. Spesso bisognerà valutare bene i combattimenti da scegliere, perché ad ogni passo falso la morte sarà lì ad aspettarci.
Una versione portatile di qualità
I controlli della versione Nintendo Switch sono ben strutturati e comodi da giocare in modalità portatile. Durante le mie sessioni non ho quasi mai avuto problemi di framerate, il tutto gira in modo granitico a 30 fps. Per raggiungere questa stabilità è stata sacrificata la qualità delle texture, molto bassa, soprattutto quelle dedicate agli ambienti.
Nonostante la qualità non raggiunga i livelli dell’alta risoluzione, il team di sviluppo ha saputo mascherare bene per rendere tutto sommato piacevole la vista durante le sessioni in portatile. Il lavoro di ottimizzazione è veramente superbo: non erano in molti a credere che fosse possibile far girare un gioco del genere senza troppi problemi, e il team di sviluppo c’è riuscito.
Un doppiaggio discreto
Nella versione Italiana del gioco è possibile ascoltare un doppiaggio completamente localizzato. Nonostante alcune voci del cast siano famose e offrano una recitazione di qualità, altre risultano molto stonate per il personaggio che viene interpretato. In compenso mi sento di dover promuovere la localizzazione testuale, molto precisa e senza troppi errori.
Promossa anche la colonna sonora che ha saputo intrattenermi con le sue note peculiari. Anche se non tutte le tracce sono memorabili.
In conclusione
Devo dire che questa nuova versione di Remnant: From the Ashes mi ha sorpreso in positivo ed è stata una bella esperienza rigiocarlo in modalità portatile. L’unico difetto è che la qualità grafica è stata totalmente sacrificata, la risoluzione non riesce a raggiungere neanche l’alta definizione. Dall’altra parte della medaglia abbiamo un framerate piuttosto solido, congelato a 30 fps e che in modalità portatile riesce donare un’esperienza degna.
Remnant: From the Ashes
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7.5/10
Riassumendo
La versione per Nintendo Switch di Remnant: From the Ashes è promossa, nonostante qualche piccolo difetto. Si tratta di un’occasione importante per chi non ha mai giocato al titolo, soprattutto perché questa versione include tutti i contenuti aggiuntivi!