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System Shock – Recensione

Ci sono titoli che rimangono impressi nell’immaginario videoludico anche anni dopo dalla loro uscita: System Shock è uno di questi cult. Originariamente rilasciato nel 1994, dopo diciannove anni il titolo torna con un remake ad opera di Nightdive Studios, software house che ha preso molto a cuore la serie realizzata da Looking Glass Studios.
È proprio grazie a Nightdive Studios che nel 2015 abbiamo visto una versione rimasterizzata di System Shock, mentre l’anno dopo venne fatta una campagna Kickstarter per realizzare il remake che mi trovo oggi a recensire.

Dopo essere tornata da un viaggio di sola andata per la Stazione Citadel ed essermi scontrata SHODAN, sono pronta a dirvi la mia su questo remake!

L’hacker e l’IA

In System Shock vestiamo i panni di un hacker, che troveremo intento a rubare dei progetti della TriOptimum Corporation. Il nostro scopo è quello di procurarci il loro cyber-impianto militare, ma è questione di secondi prima di essere scoperti.
Veniamo arrestati e portati nella Stazione Citadel, dove incontriamo uno dei dirigenti, Edward Diego, il quale ci propone un accordo. Questo consiste nell’hackerare l’IA SHODAN, che controlla la stazione, cambiandone dei parametri. Il tutto proprio in cambio del cyber-impianto che abbiamo cercato di rubare.
Dopo essere riusciti nel compito, rivelatosi piuttosto semplice, veniamo fatti addormentare. Al nostro risveglio abbiamo l’impianto che ci è stato promesso, ma troviamo anche la stazione nel caos più totale proprio per colpa di SHODAN.

La trama di System Shock è molto piacevole da seguire. Nightdive Studios è riuscito a creare un’ottima atmosfera, in modo da farci sentire osservati ogni volta che svoltiamo in un nuovo corridoio. Gli spazi claustrofobici della stazione spaziale accentuano il senso di ansia, dato anche dai vari file audio che troveremo nel corso della nostra avventura.

Edward Diego System Shock 2023

Sopravvivenza nella stazione

Il gameplay alla base è rimasto invariato. Ci troviamo di fronte a uno sparatutto in prima persona, nel quale dobbiamo districarci nella complessa mappa della stazione spaziale per poter procedere. In occasione del remake l’interfaccia è stata totalmente rivista, in modo da essere più pratica e moderna.

A partire dal combattimento con armi di fortuna, fino a quello con armi da fuoco, ci troviamo davanti a un gameplay davvero ben realizzato. Il gunplay è reattivo, e risponde bene ai comandi anche nelle situazioni più frenetiche. Vista la mole di nemici, che non è indifferente fin dalle prime battute, la reattività è un fattore decisamente importante e Nightdive Studios è riuscito a offrire un’ottima esperienza.

Oltre alle sparatorie contro i nemici ci troveremo anche dei rompicapi da risolvere, i quali richiedono un certo impegno e attenzione, ma anche dei momenti in cui dovremo entrare nel cyberspazio. Queste sezioni, tanto iconiche quanto divertenti da giocare, ci permettono di sbloccare porte della stazione per poter procedere.

Ad un primo impatto per i giocatori nuovi alla serie, potrebbe risultare complicato districarsi tra i vari corridoi per trovare la via. Il gioco non ci da direttamente dei suggerimenti, ma, tramite gli audio e i documenti che troveremo sparsi, potremo carpire qualche indizio che potrà tornarci utile in un secondo momento.
Questa struttura di gioco ci porterà, per forza di cose, ad esplorare ogni singolo angolo della Stazione Citadel, e potremo così scoprire qualche stanza piena di oggetti utili.

Durante la nostra avventura dovremo anche gestire il nostro inventario. Alcuni oggetti potranno essere rivenduti per dei crediti, mentre altri potremo direttamente vaporizzarli per ottenere un materiale scambiabile sempre per dei crediti. Questi ultimi potranno essere utilizzati per acquistare risorse utili, le quali sono disponibili tramite delle macchinette sparse per la stazione.

System Shock gameplay

SHODAN ti osserva

A inizio partita, invece del tradizionale selettore di difficoltà, ci troviamo davanti una serie di parametri da scegliere. Questi influenzano tra le varie opzioni la mole di nemici, la difficoltà nel cyberspazio, ma anche la reattività di SHODAN.
Possiamo, quindi, personalizzare la nostra esperienza a nostro piacimento, scegliendo di impostare tutti i parametri allo stesso livello, oppure cambiandoli come più preferiamo.

Quel che è certo è che System Shock, anche in questa sua nuova incarnazione, è un gioco dal livello di sfida non indifferente. Se ai settaggi più bassi ci troviamo già una mole di nemici piuttosto grande, a quelli più alti saremo costantemente braccati sia dai nemici, sia da SHODAN stessa. L’IA della stazione, infatti, ci starà sempre col fiato sul collo, in modo da seguire ogni nostro movimento e da metterci i bastoni contro le ruote.

La difficoltà influenza indirettamente anche la durata del gioco. Ai settaggi dei parametri più alti potremo impiegare anche più di trenta ore per il completamento, mentre a quelli più bassi la longevità si abbassa considerevolmente.
Quel che è certo, però, è che l’ampia personalizzazione del tasso di sfida porta con sé anche una certa rigiocabilità. La possibilità di cambiare ogni singolo parametro della difficoltà ci porta anche a volerci mettere alla prova in più partite, nel tentativo di superare SHODAN.

System Shock Game Over

Il fascino del Sci-Fi anni ’90

L’estetica di System Shock ricorda tantissimo le produzioni Sci-FI uscite tra gli anni Ottanta e Novanta. I corridoi e le stanze della Stazione Citadel sono pieni di luci e bottoni colorati e tanti altri elementi tipici di quel tipo di produzione. Ovviamente non mancano gli elementi Cyberpunk che pervadono l’intera produzione.
La resa grafica di ambienti e personaggi è ottima, complice un ottimo utilizzo dell’Unreal Engine 4. Molto belle da vedere anche le sezioni nel cyberspazio, le quali

Da un punto di vista tecnico non ho mai riscontrato particolari problemi. Il gioco è molto fluido e non presenta cali di framerate nemmeno nelle situazioni più concitate.
Sono rimasta colpita in positivo dai requisiti di sistema, i quali sono piuttosto bassi, ma che non incidono negativamente sulla produzione. System Shock, indipendentemente dalla scheda video richiesta, è molto piacevole sia da guardare, sia da giocare.

Ottimo anche il comparto sonoro, che ci aiuta ad immedesimarci sia con una buona colonna sonora, sia con i tanti rumori ambientali e file audio che troveremo in giro. Da segnalare che, anche in questo remake, SHODAN è stata doppiata dalla sua voce storica, ovvero Terri Brosius.

Cyberspace gameplay

Il ritorno di un cult

La parola chiave del remake di System Shock è una: fedeltà. Nightdive Studios ha svolto un lavoro eccelso nel dare nuova vita a questo titolo cult nel pieno rispetto del materiale originale, ma svecchiando allo stesso tempo alcuni elementi.

Sono curiosa di vedere cosa avrà in serbo per noi la serie di System Shock in futuro. Dopo un remake ben realizzato, sarebbe bello vedere i ragazzi di Nightdive Studios nuovamente al lavoro sulla IP.

System Shock
  • 9/10
    Voto - 9/10
9/10

Riassumendo

System Shock è un remake fedele del cult che ha plasmato la storia videoludica. Un titolo assolutamente imperdibile su PC.

Videogiocatrice da sempre, amante dei RPG e con una passione smodata per The Binding of Isaac. Nel tempo libero, oltre ai videogiochi, legge o ricama.