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Emio: L’uomo che sorride – Recensione

Dopo il remake dei primi due titoli di Famicom Detective Club, la serie finalmente vede l’uscita di un capitolo inedito con Emio: L’uomo che sorride. Non solo siamo di fronte a una nuova avventura per i protagonisti della serie nata su NES, come fa intendere anche il titolo, ma è anche la prima con i testi totalmente localizzati in italiano.

Dietro la scrittura di Emio: L’uomo che sorride torna nuovamente Yoshio Sakamoto, il quale si era occupato dei tre titoli precedenti della serie (compreso lo spin-off BS Tantei Club: Yuki no Kieta Kako esclusivo per Satellaview, un add-on per Super Famicom uscito solo in Giappone).

Dopo aver concluso le indagini sono finalmente pronta a parlarvi della mia esperienza con il nuovo capitolo di Famicom Detective Club: questo tardivo sequel sarà riuscito a riaccendere la scintilla dopo così tanti anni? Scopriamolo insieme!

Dalla leggenda metropolitana…

In qualità di assistente presso l’Agenzia Investigativa Itsugi, il protagonista viene chiamato sulla scena del crimine di un omicidio appena avvenuto. Non solo la vittima è un ragazzo delle medie, ma un particolare sembrerebbe ricollegarlo a una serie di delitti mai risolti diciotto anni prima: un sacchetto di carta con sopra un volto disegnato che copre il volto è sempre presente.
Non solo l’ombra del ritorno di un serial killer dal passato inizia a gettare ombre sul caso, ma i dettagli degli omicidi si ricollegano anche a una vecchia leggenda metropolitana, quella di Emio: L’uomo che sorride.
Nel corso dei dodici capitoli che compongono la narrazione dobbiamo indagare nei panni del protagonista, di cui possiamo scegliere noi il nome, e di Ayumi Tachibana, la nostra amica e collega presso l’agenzia.

Emio Ayumi Tachibana

La storia risulta interessante, ma è particolarmente prevedibile soprattutto per gli appassionati di gialli e di true crime. Parte dell’esperienza è composta dalle teorie ed elucubrazioni che dovrebbero accompagnarci nel corso delle vicende, ma i dialoghi puntano troppo a indicarci la soluzione effettiva del caso.
Certe volte alcune intuizioni sono piuttosto ovvie, ma per farle “capire” al nostro protagonista ci vogliono giri e rigiri nei dialoghi e nelle deduzioni.

Il finale è piuttosto affrettato e lascia molti elementi senza spiegazione: per fare luce su alcune parti fondamentali è necessario vedere un epilogo. Questo, per quanto sia composto anche da una cutscene animata molto piacevole da guardare, risulta staccato dal resto della produzione.
Tutti gli elementi dell’epilogo sono informazioni di cui veniamo tenuti volutamente e forzatamente all’oscuro, ed è una scelta del team di sviluppo che non ho apprezzato. Essendo Emio: L’uomo che sorride una visual novel investigativa, avrei voluto effettivamente… indagare.

…Alla scena del crimine

Rispetto ad altri titoli dello stesso genere, in Emio: L’uomo che sorride non abbiamo un’analisi approfondita della scena del crimine o di quelle di interesse (come invece si ha in visual novel come, per farvi un esempio, nella serie Ace Attorney).
Tutto si basa esclusivamente sui dialoghi con le persone collegate al caso in corso o con gli investigatori della polizia. Quello che dobbiamo fare è continuare a cliccare sulle solite opzioni (Chiama, Ascolta/Chiedi, Mostra, Pensa e alle volte dovremo cliccare sul nostro interlocutore o su qualcosa nello scenario) per portare avanti la conversazione.

Non è raro che a volte il dialogo arrivi a un punto di stallo e non è sempre ovvio cosa dobbiamo cliccare per procedere oltre. Il trucco per i casi più ostici è semplicemente cliccare le opzioni anche più volte, finché non si arriva al punto di svolta.

Quasi alla fine di ogni capitolo, i nostri protagonisti si ritrovano presso l’Agenzia Investigativa Itsugi per cercare di dedurre qualcosa dalle informazioni raccolte. Questi momenti compongono quasi tutti quelli che richiedono di fare delle scelte selezionando la risposta giusta. Sbagliare in questi frangenti non comporta alcuna punizione per il giocatore: o Ayumi ci fa una ramanzina mentre ci corregge, o dobbiamo selezionare la risposta giusta per procedere.

Emio: L’uomo che sorride non è un’avventura molto longeva: in una decina di ore scarse si può arrivare alla conclusione dell’epilogo. Inoltre non sono presenti né contenuti secondari, né finali alternativi che possano spingere a rigiocare il titolo.
A livello di gameplay non ci sono particolari cambiamenti rispetto al remake dei primi due capitoli: si tratta di uno stile di gioco fortemente ancorato al passato, visto che rispecchia in tutto e per tutto quanto visto su Famicom e Super Famicom nelle meccaniche.

Nel minimo dettaglio

Visivamente parlando Emio: L’uomo che sorride è veramente ben realizzato. I personaggi sono molto espressivi, cosa fondamentale vista l’importanza dei dialoghi nel titolo. Anche le illustrazioni degli scenari sono ben fatte e ricche di dettagli.
Come vi dicevo in precedenza, l’epilogo del gioco è composto anche da una cutscene animata davvero ben fatta. Questa è stata realizzata dallo Studio MAPPA, che tra i suoi numerosi lavori include Jujutsu Kaisen, CHAINSAW MAN e il remake di Ranma 1/2 in uscita questo Ottobre su Netflix.

Il titolo è interamente doppiato in lingua giapponese, con Megumi Ogata (Shinji Ikari da Neon Genesis Evangelion, Makoto Naegi in Danganronpa tra i vari ruoli) e Yuko Minaguchi (Momiji da Ninja Gaiden/Dead or Alive, Videl da Dragon Ball Z tra i vari ruoli) a doppiare rispettivamente il protagonista e Ayumi Tachibana. In generale il doppiaggio è veramente ben realizzato, anche per quanto riguarda i personaggi minori.
Sempre dal punto di vista del sonoro abbiamo una buona colonna sonora che ci accompagna nel corso di tutta l’avventura.

Tecnicamente parlando non ho riscontrato problemi di alcun tipo, mentre nella localizzazione italiana dei testi ho notato qualche piccolo errore, anche se per fortuna non ne ho trovati molti.

Emio L'uomo che sorride

Un sorriso forzato

Secondo me Emio: L’uomo che sorride poteva osare di più. L’idea di fondo e la premessa sono interessanti, ma si capisce un po’ troppo da subito dove vuole andare a parare la narrazione. Anche l’epilogo poteva essere integrato meglio nella parte finale del titolo, la quale ha anche alcune scelte di sceneggiatura che mi sono piaciute poco.
Si tratta di un titolo che consiglierei solo ai fan delle visual novel e dei titoli investigativi, a patto di voler fare i conti con una forma di gameplay decisamente più vetusta rispetto ad altri esponenti odierni del genere.

Emio: L'uomo che sorride
  • 6.5/10
    Voto - 6.5/10
6.5/10

Riassumendo

Emio: L’uomo che sorride è un titolo che poteva osare di più narrativamente parlando e che ha delle meccaniche ancorate al passato.

Videogiocatrice da sempre, amante dei RPG e con una passione smodata per The Binding of Isaac. Nel tempo libero, oltre ai videogiochi, legge o ricama.