Era l’ormai lontano Febbraio del 2010 quando in casa mia, in modo del tutto inaspettato, arrivò una copia dell’appena uscito Heavy Rain. Ricordo ancora che rimasi strabiliata dall’esperienza di gioco che offriva, del tutto diversa da ciò che era presente sul mercato all’epoca. Poi, essendo da sempre appassionata di gialli e thriller, non potevo non apprezzare il comparto narrativo del titolo di Quantic Dream.
Nel 2010 non avevo idea che dovevamo l’esistenza di Heavy Rain a un altro gioco: Fahrenheit.
È rigiocando ora Heavy Rain che riesco a vedere le tantissime analogie tra i due giochi, ma anche le piccole citazioni a Fahrenheit che David Cage ha disseminato nei suoi titoli successivi. Senza Fahrenheit, dubito che avremmo avuto modo di vivere la storia di Ethan Mars allo stesso modo.
Ho già avuto modo di parlarvi di Fahrenheit: Indigo Prophecy nel 2020, quando questo sito ancora era un portale in inglese. Si tratta di un gioco che non è invecchiato bene, tutt’altro, ma che dimostra fin da subito il fatto che fosse una versione di Heavy Rain più rudimentale. Non sono presenti tante variabili quante nel suo successore, ma si vede già come Quantic Dream volesse sperimentare. Anche la direzione di alcune scene può ricordare quello che abbiamo visto in seguito quando abbiamo giocato Heavy Rain nel 2010.
Insomma, Fahrenheit ha camminato affinché Heavy Rain potesse volare.


Spiccare il volo
Ed Heavy Rain ha davvero volato. Prima di decidermi a scrivere questo mio articolo, ho avuto modo di rigiocarlo da cima a fondo. Ho visto ogni finale, ogni piccola variabile inclusa. E siccome Clowen subito prima aveva giocato proprio a Fahrenheit, i confronti e i paragoni si sono fatti ancora più ovvi. Visti uno di fila all’altro, si può notare lo stesso taglio registico, il modo in cui Quantic Dream ha cercato di affinare negli anni ogni piccola azione dei personaggi su schermo.


Nonostante conoscessi Heavy Rain da cima a fondo, avendolo giocato più e più volte nel corso degli anni, ancora una volta il titolo è riuscito a farsi apprezzare. Non importa quanto bene si conoscano le vicende, è un gioco che proprio riesce a colpire ogni singola volta che si avvia.
Eviscerando i due giochi si possono notare tante piccole similitudini. Dalla condizione metereologica anomala, passando per il protagonista coinvolto in un omicidio, fino alla presenza di personaggi nelle forze dell’ordine. Questi sono solo alcuni elementi che aiutano a richiamare quanto visto precedentemente in Fahrenheit.
Alcuni riferimenti e similitudini si possono trovare anche nei lavori successivi di Quantic Dream, anche se all’apparenza meno ovvi.


Mettendo da parte un attimo le reference di David Cage ai suoi lavori precedenti, possiamo anche vedere come lo studio francese ha affinato il suo modo di realizzare giochi. Se Fahrenheit purtroppo dalla sua ha un’esperienza videoludica molto più rudimentale, Heavy Rain ha un gameplay molto affinato, e lo stesso si può dire anche della trama.
Personalmente ho adorato la storia di entrambi, ma la narrazione di Heavy Rain è decisamente più coesa, anche se non esente da difetti. Quello che si sente di più è un punto della trama non ben spiegato, dovuto al taglio di alcune sezioni di gioco in fase di sviluppo. A compensare ciò abbiamo un grosso miglioramento nel sistema di scelte rispetto al suo predecessore, accompagnato da alcune scene davvero iconiche.


Se non ci fosse stato Fahrenheit
E se Quantic Dream, nel lontano 2005 non avesse mai rilasciato Fahrenheit: Indigo Prophecy? Personalmente credo che il mondo videoludico non sarebbe stato lo stesso. Il boom delle avventure interattive (che distinguo dalle avventure grafiche, genere che esiste da molto prima), a partire dal successo Telltale Games e passando per i lavori di DON’T NOD e Supermassive Games, si è avuto davvero dopo l’uscita di Heavy Rain. Se però dobbiamo ringraziare un titolo per essere davvero il padre delle avventure interattive, dobbiamo omaggiare proprio quel piccolo gioco pubblicato da Atari.




Gioco fin dal 1998. Nel corso degli anni ho scritto per vari siti videoludici per poi aprire un mio blog. Nel tempo libero, oltre ai videogiochi, adoro Dungeons & Dragons (5e), Magic: The Gathering, leggere e ricamare.