Vi devo confessare che da un po’ di tempo, quasi due anni, ho perso il filo con quello che sta succedendo con Magic: The Gathering. Non è tanto perché ci sto giocando meno o perché partecipo a meno pre-release o draft, ma più perché stanno uscendo troppi set.
Fino a qualche anno la struttura dei rilasci era molto più chiara: c’erano delle ben chiare stagioni degli spoiler, molto piacevoli da seguire e in grado di far salire l’hype prima di un’uscita. Ora invece sembra di essere in una stagione degli spoiler perenne, con set su set in programma, tra quelli principali, e legali in Standard, e quelli indirizzati ad altri formati. Senza contare che escono mazzi Commander quasi continuamente, quando prima era più facile stare dietro a questa tipologia di prodotti.
Già io non sono mai stata una persona super attenta a ogni singola uscita, però di tanto in tanto mi è sempre piaciuto sbirciare gli spoiler in concomitanza con le uscite principali dell’anno. Ora però ho proprio perso il filo con ciò che sta succedendo nel mondo di Magic: The Gathering, semplicemente perché c’è semplicemente troppo da tenere in conto. Nemmeno il tempo di leggermi le carte di un set per bene e decidere se e quali potrebbero servire per i miei mazzi, che subito è già uscito un set nuovo.
La questione di Universes Beyond
Vi ho già detto che di Magic: The Gathering stanno uscendo troppe carte in un anno. Ecco, tutto questo mio discorso era senza contare tutte quelle di Universes Beyond, o Mondi Altrove. Per chi non segue ciò che sta succedendo in casa Wizards of the Coast e Hasbro, si tratta di una serie di set fatti in collaborazione con alcuni brand importanti nella cultura pop. Quest’anno, per farvi un esempio, abbiamo visto il rilascio di un set di Magic dedicato a Il Signore degli Anelli, con tanto di versione alternativa de L’Unico Anello stampata in singola copia.
L’idea di per sé nemmeno mi dispiace, visto che può essere una scusa per far avvicinare più persone al gioco. Tuttavia negli ultimi tempi questa tipologia di set si sta moltiplicando a dismisura.
Nelle ultime due settimane, e non sto scherzando, ho visto sulla pagina Facebook ufficiale di Magic: The Gathering le carte del set dedicato a Doctor Who, quelle del set di Fallout e già l’annuncio dell’imminente collaborazione con Marvel. Tutto questo ignorando che ci sono già altre collab annunciate, come quella con Assassin’s Creed. E ognuno di questi set ovviamente ha anche i propri precon di Commander, tanto per non farci mancare nulla!
Ci tengo a sottolineare che non si tratta di carte già esistenti con un artwork dedicato al franchise della collaborazione, tipo le illustrazioni alternative per i primi Secret Lair, ma proprio di carte totalmente nuove. Quindi si arricchisce ulteriormente la stagione perenne di spoiler, che è già passata al prossimo set ambientato a Ixalan.
Quando il tanto diventa troppo
Confesso che questa mole di contenuti continui mi sta alienando dal mondo di Magic: The Gathering. Già è un po’ che mi sto limitando a giocare e perfezionare i miei mazzi Commander, ma ogni volta che provo a riavvicinarmi in vista di un prerelease o altro finisco col perdermi nuovamente.
Tutte queste uscite mi rendono anche una perenne indecisa su dove spendere i miei soldi. Ci sono tante carte interessanti ogni volta, ma è tosta scegliere il set da favorire. Di solito finisco col non comprare nulla, optando piuttosto per prendermi le carte singole più avanti.
Mi rendo conto che questa mia opinione non è condivisa da tutti i giocatori di Magic. C’è chi apprezza che Hasbro e Wizards of the Coast stiano investendo per rilasciare sempre più prodotti vari tra loro, e non è mia intenzione dar contro a chi la pensa così. Credo però di non essere nemmeno l’unica a sentirsi così, per questo ho deciso di parlarvene in questo mio articolo.
Alla fine Magic: The Gathering, per quanto io abbia perso il filo con le uscite, era ed è tuttora un gioco che mi diverte tantissimo. Mi piace parlarvi dei miei mazzi Commander, come ho fatto con Hapatra, Visir dei Veleni e Krenko, Capocosca. Non escludo nemmeno il parlarvi in futuro delle mie impressioni su qualche set e quant’altro, ma non penso riuscirò a rimanere più di tanto al passo con il ritmo che hanno preso con i set.