Dopo un’Open Beta che ci ha lasciati più desiderosi che mai di tornare a Sanctuarium, Diablo IV alla fine è arrivato tra noi. Dopo ore passate a massacrare demoni e creature mostruose sia in co-operativa che in singleplayer su Xbox Series X, sono finalmente pronta a parlarvi del ritorno di Lilith e della nostra chiamata alle armi.
Vi anticipo già che il mio viaggio a Sanctuarium si è rivelato davvero soddisfacente, offrendomi svariate ore di divertimento che aumenteranno ulteriormente dopo questa mia recensione!
Il ritorno della Figlia dell’Odio
Ci ritroviamo a vestire i panni di un viandante che si ritrova nel piccolo villaggio di Nevesk mentre cercava di sfuggire a una tormenta. Nel tentativo di aiutare gli abitanti del villaggio finisce col trovarsi coinvolto nel ritorno di Lilith, la figlia di Mephisto, a Sanctuarium. Gli obiettivi del potente demone ci sono ignoti, ma siamo più che determinati a fermarla prima che si scateni il caos nel resto del mondo.
Nel corso dei sei atti, più il prologo e l’epilogo, ci ritroviamo con una narrazione coinvolgente e dai toni molto maturi. Nelle missioni principali, ma anche nelle svariate secondarie, siamo messi di fronte alle gesta malefiche di Lilith e ai problemi che tormentano il mondo di gioco.
Durante la nostra epopea per le terre di Sanctuarium, non ci mancherà di incontrare svariati personaggi fondamentali per proseguire con la storia. Questi sono ben scritti ed è sempre interessante scoprire di più sulle loro motivazioni e sul loro passato.
Non solo, anche alcuni personaggi delle quest secondarie risultano piuttosto memorabili. Diablo IV sfrutta ogni piccolo momento della nostra esperienza di gioco per lasciare il segno e coinvolgerci sempre di più sia nella narrazione principale che nelle vicende minori. E lo fa grazie anche a un villain principale, Lilith, davvero carismatico e dalla presenza imponente. I momenti con la Figlia dell’Odio su schermo sono decisamente indimenticabili.


Orde nell’oscurità
Nelle formula base del gameplay, Diablo IV non porta differenze troppo sostanziali rispetto al suo predecessore. Questa volta ci troviamo cinque classi: Barbaro, Incantatore, Druido, Tagliagole e Negromante. Queste cinque classi riescono nel differenziarsi tra loro, offrendo esperienze molto diverse tra loro, ma tutte piuttosto bilanciate.
Una novità rispetto a Diablo III è la possibilità ora di arrampicarsi e interagire con l’ambiente per superare spazi angusti. Arrampicandoci o saltando possiamo così scoprire tesori nascosti o percorsi secondari utili per la nostra esplorazione.
Durante la campagna principale ci ritroviamo tantissime missioni secondarie, ma anche delle spedizioni e tanti altri luoghi da ripulire dalle presenze demoniache. Ciò rende la nostra esperienza decisamente longeva già prima di raggiungere l’endgame, il quale aggiunge ancora più cose da fare oltre agli ultimi due livelli del mondo.
Parlando di livelli del mondo, quelli che abbiamo a disposizione in totale sono quattro. I primi due sono disponibili fin da subito, mentre gli altri due sono sbloccatili soltanto una volta finita la campagna principale.
Ho iniziato la mia esperienza fin da subito con il secondo livello di difficoltà del mondo, e devo dire che sono rimasta soddisfatta dai nemici più forti e dalle ricompense aggiuntive. Il gioco non è particolarmente ostico, ma è in grado di metterci alla prova di tanto in tanto con alcuni nemici davvero potenti.
Per un’ulteriore sfida possiamo creare dei personaggi Hardcore, i quali una volta morti sono persi per sempre. Ho deciso di affrontare una partita in modalità Hardcore per la mia esperienza singleplayer, e la sto trovando una sfida interessante da portare avanti.


A caccia del loot migliore
Man mano che proseguiamo con la nostra avventura, troviamo anche del loot sempre più potente e raro. Questo, tra equipaggiamento e armi, ci permette di essere sempre più resistenti e letali aumentando la nostra Armatura e la nostra Potenza.
Più raro è il loot che troviamo, e più sono gli effetti che questo ci garantisce. Tra modificatori delle statistiche, fino ad aumenti delle resistenze e delle percentuali di danno, dobbiamo stare attenti a quale ci offre di più oltre al punteggio puro di.
Non solo, possiamo decidere di potenziare le nostre armi e il nostro equipaggiamento presso un Fabbro, oppure presso un Gioielliere (o, come direbbe Corinna di Boris, gioieiere) quando si tratta di anelli e collane. Possiamo aumentarne il livello (fino a tre per gli oggetti da comune a rari, fino a quattro per quelli leggendari) spendendo oro e risorse.
Dal Gioielliere possiamo anche aggiungere castoni ad armi ed equipaggiamenti, i quali ci permettono di inserire delle gemme. Le gemme ci garantiscono dei piccoli boost in base a dove li equipaggiamo. Se le incastoniamo nelle armi, ad esempio, possiamo fare una percentuale di danno elementale in più.
Quando decidiamo di sbarazzarci del loot che non ci serve più, possiamo venderlo da uno dei tanti mercanti in cambio di oro, oppure possiamo decidere di riciclarlo presso il Fabbro. Riciclare ci permette, oltre a ottenere dei materiali che ci servono per potenziare l’equipaggiamento, di sbloccare l’aspetto di quel dato loot. Così facendo possiamo usarlo per personalizzare il nostro glamour presso il guardaroba. In questo modo, nel caso ci dovessimo trovare dell’equipaggiamento troppo sgargiante e che stona, potremmo avere un aspetto più passabile.


La bellezza di un mondo decadente
Nella sua direzione artistica, Diablo IV abbraccia a pieno i temi oscuri che ha deciso di affrontare. Si respira l’atmosfera dei primi due titoli della serie sia nelle tematiche, sia in ogni singolo scorcio del gioco.
Ci troviamo di fronte a un mondo di gioco ispirato, così come i personaggi principali delle vicende, e con dei bei dungeon da affrontare sia nella storia che nelle spedizioni.
Purtroppo si riscontra una certa ripetitività soprattutto nelle Cantine, le quali hanno sempre la stessa struttura, ma anche in alcuni dei dungeon minori.
Tecnicamente parlando, Diablo IV è inattaccabile. Durante la mia esperienza su Xbox Series X non ho mai riscontrato problemi né di framerate, né con i caricamenti delle vaste aree di gioco. Ho provato il titolo sia in singleplayer, sia in co-operativa online e in locale. Nemmeno durante le mie sessioni online ho avuto problemi né del gioco in sé, né con la mia connessione.
La colonna sonora che ci accompagna nelle terre di Sanctuarium è davvero ben realizzata. Ad accompagnarla abbiamo anche un ottimo doppiaggio in italiano che ben ci restituisce le emozioni provate dai vari personaggi.


Un viaggio a Sanctuarium indimenticabile
L’esperienza che ho avuto, e che sto ancora avendo, con Diablo IV è semplicemente indimenticabile. Dalla narrazione solida al gameplay divertente e appagante, ci troviamo di fronte a un gioco davvero ben confezionato. Le possibilità di personalizzazione delle varie classi, e il modo in cui sono state ben calibrate tra loro, ci fa venire voglia di creare ogni tipo di personaggio che ci viene in mente.
La campagna principale è solo l’inizio e, tra un endgame ancora più longevo e i contenuti che arriveranno in futuro per espandere la narrazione, Sanctuarium sarà una meta videoludica da tenere d’occhio ancora a lungo.


Diablo IV
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9/10
Riassumendo
Diablo IV è un ottimo titolo dalla trama solida e dal gameplay divertente e appagante. Consigliato sia ai fan della serie, sia a coloro che vi si approcciano per la prima volta.