Era l’ormai lontana estate del 2011 quando vidi per la prima volta un video dedicato a Catherine. Ai tempi possedevo già Persona 3 e Persona 4, ma conoscevo ancora superficialmente il lavoro di Atlus. Rimasi subito ammaliata dal concept del titolo, dalle tematiche trattate fino al gameplay unico nel suo genere. La mia smania per giocare Catherine arrivò a livelli tali da portarmi ad acquistare la Limited Edition statunitense poiché la release europea non era stata ancora annunciata.
In questi anni ho giocato più volte il titolo nella versione originale e ho iniziato Full Body su PlayStation 4. Tuttavia è stato mentre giocavo in questi giorni la versione Xbox 360 del titolo che ho fatto una riflessione.
Dal 2011 a oggi mi era sfuggita una tematica, che vorrei affrontare con voi in questo mio articolo. Confesso che è anche una scusa per parlarvi ancora una volta di Catherine e del perché sia, per me, uno dei migliori titoli della generazione PlayStation 3/Xbox 360.
Il titolo non parla solo di relazioni, matrimoni, tradimenti e del divenire adulti in generale. Catherine parla del peccato di ignavia.
L’Ignavia di Vincent
Dante Alighieri li chiamava ignavi, Giovanni Verga vinti, Italo Svevo invece inetti, ma il concetto rimane lo stesso. Un ignavo è colui che non prende mai una decisione produttiva nella vita, ma piuttosto si lascia trascinare dagli eventi. Sarà che ho rispolverato queste nozioni di letteratura italiana di recente, ma in Vincent Brooks ho rivisto tutte le caratteristiche di colui che compie un “peccato” di ignavia.
Vincent non ha semplicemente un dilemma sul se sposarsi o meno, per quasi tutta la durata del gioco non compie qualsiasi decisione se non nel confessionale. Il nostro protagonista si ritrova fino alla fine a essere trascinato dagli eventi, in un tira e molla tra la decisa Katherine e la misteriosa Catherine. Nemmeno nei momenti più concitati si rifiuta di compiere una scelta netta, neppure quando Katherine gli comunica di essere incinta.

Assistiamo quindi per tutto il tempo a un uomo che non è davvero intrappolato in ciò che si aspetta la società da lui. Piuttosto la gabbia in cui si ritrova Vincent è creata dal suo rifiuto nel compiere qualsiasi scelta.
Quando avviene il Cambiamento?
A un certo punto qualcosa cambia nella mente di Vincent Brooks, ed è dopo la settima notte di scalate per giungere la Cattedrale. Ad aspettarlo alla base del livello non c’è una versione mostruosa di una delle due donne, e nemmeno il bambino tanto temuto. Ad aspettarlo c’è una versione oscura di sé stesso.
Shadow of Vincent è il nemico con il pattern di “attacco” più feroce in tutto il gioco, secondo solo a Dumuzid con il suo raggio stile Morte Nera. Nei momenti in cui non mette attivamente i bastoni tra le ruote nella scalata, si limita a seguirlo e a fare taunting nell’oscurità.
Svela il suo volto solo al termine del livello, quando decide di divorare (e uccidere nella vita reale) Steve Delhomme.

Proprio dopo aver affrontato sé stesso nell’incubo, si iniziano a vedere alcuni cambiamenti negli atteggiamenti di Vincent, i quali culminano durante la scalata dell’Empireo durante la nona e ultima notte.
Astaroth proprio durante la notte dell’Empireo afferma che non si finisce di scalare senza trovare un qualche tipo di risposta. Questa però non è solo chi scegliere tra le due donne (o se Vincent dovrebbe rimanere single per un po’). La risposta di Vincent è che per vivere una vita degna deve prendere delle decisioni proattive, non importa che tipo di esito diano.
La scalata di Vincent gli permette di uscire dalla gabbia costruita dal suo peccato di ignavia e di cominciare a vivere prendendo piena responsabilità per ciò che succederà.

Undici anni dopo, ancora Attuale
Sto scrivendo questo articolo nell’Agosto del 2022, undici anni esatti da quando vidi quel primo trailer di Catherine che tanto mi intrigò. Il bello è che undici anni dopo trovo che questo titolo riesca a dare ancora messaggi attuali e da cui si può trarre qualche insegnamento. Insegnamenti non solo sulla vita amorosa e di coppia, ma anche sul percorso di crescita che ogni individuo deve fare per realizzarsi al meglio.
In Catherine si parla del concetto della True Freedom, la Vera Libertà, che secondo Astaroth si può ottenere solo scalando la torre e arrivando alla Cattedrale. E se la True Freedom non fosse altro che un modo per dire che ci dobbiamo liberare dalle gabbie che ci imponiamo? Che sia per la nostra ignavia nei confronti della vita o per altri motivi?

Personalmente da quel lontano 2011 in cui avviai il gioco per la prima volta sono cambiate molte cose. La prima volta non riuscivo a vedere oltre il dilemma amoroso tra Catherine e Katherine, presa anche dalla mia gabbia personale che mi ero creata attorno.
Ora che sono cresciuta sia di età, non sono più una ragazzina, sia a livello di crescita interiore, riesco a vedere ancora di più le varie sfaccettature nel gioco.
Ora che vedo il gioco a tutto tondo, lo apprezzo ancora più di prima.
Basta evitare di parlare di Catherine: Full Body.
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