Last Resort mi ha interessata fin da subito, vuoi per i richiami a videogiochi come Dead Island e The Last of Us, o vuoi perché dei giochi di ruolo a tema apocalittico non mi stanco mai.
Il gioco è realizzato da Fumble GDR, autori anche di PRISM e di Green Oaks, e pubblicato da MS Edizioni.
Avendo apprezzato particolarmente le produzioni targate Fumble GDR che ho giocato finora, avevo pochi dubbi sul fatto che mi sarebbe piaciuto anche Last Resort. Ho avuto modo sia di giocarci da narratore che da sopravvissuto, e ora sono finalmente pronta a dirvi la mia su questo interessante gioco di ruolo!
Leggere in caso di apocalisse zombie
Il manuale di Last Resort colpisce fin da subito per le sue dimensioni contenute e il suo regolamento semplice e diretto. In una sessantina di pagine abbiamo tutto ciò che ci serve per iniziare a giocare.
Rispetto a PRISM, di cui vi ho scritto nelle scorse settimane, per giocare a Last Resort ritengo sia importante che tutti i giocatori leggano il manuale almeno una volta. Visto il focus per la gestione delle risorse, di cui vi parlerò meglio poco più avanti, è importante che tutti al tavolo siano preparati al meglio. C’è da dire che comunque, rispetto ad altri giochi dai manuali di grandezza non indifferente, scorrere tra le regole principali del gioco è un’operazione che non richiede troppo tempo.
Ancora una volta voglio prendermi un attimo per elogiare Fumble GDR per l’attenzione posta sempre verso il comfort di tutti al tavolo di gioco. Anche qui troviamo un paragrafo dedicato a come gestire le situazioni di disagio al tavolo.
In questo caso specifico, ci vengono forniti tre frasi da dire, ovvero “riavvolgi” per far narrare di nuovo gli ultimi avvenimenti in modo diverso, “avanti veloce” per chiudere velocemente la scena o per chiudere con un fade to black, e “pausa” per fermare il gioco.
Ho trovato molto interessanti gli scenari proposti per giocare, ovvero Last Resort on Earth, che è quello classico ambientato in un resort, più altri tre di cui uno ambientato nello spazio, uno ispirato a Lost e uno a The Last of Us. L’importante è mantenere un’ambientazione ristretta come un’isola, una nave da crociera o comunque spazi ben delimitati.
Un’avventura in Last Resort può durare fino a dodici sessioni di gioco. Ho trovato il titolo molto versatile anche per avventure più brevi e per delle One Shot, nelle quali giocarsi il tutto per tutto con le ultime risorse dell’ambientazione!
Le risorse per la sopravvivenza
Nelle scorse righe ho detto una parola chiave per spiegarvi le meccaniche di gioco: risorse. Tutto si basa infatti sulla gestione sia di quelle disponibili nell’ambientazione scelta, sia di ciò che hanno a disposizione i sopravvissuti.
Tutti i personaggi creati dai giocatori hanno due risorse che rappresentano la salute fisica e quella mentale: Sangue e Spirito. L’esaurimento di una delle due comporta rispettivamente la morte o il crollo mentale, segnando la fine della storia per quel sopravvissuto. Sotto queste due risorse sono presenti per ognuna tre righe a testa, dedicate rispettivamente alle Cicatrici e alle Afflizioni che il personaggio potrebbe subire.
Ogni personaggio ha anche quattro altre risorse a testa, che possono essere scelte a piacere senza particolari limitazioni. Queste risorse possono essere sia astratte, come una particolare competenza in qualcosa, sia fisiche, ma di cui non è necessario tenere conto in modo dettagliato.
Ognuno ha a disposizione tre equipaggiamenti per iniziare l’avventura. Questi hanno una durezza da 1 a 3, che indica quanto sono resistenti, e una gittata da 0 a 10, la quale indica il limite di incrementi da usare con l’oggetto.
Per una taglia di dado
Tutte le risorse, che siano quelle dei personaggi o quelle dell’isola stessa, hanno una taglia di dado. Per quanto riguarda i sopravvissuti, La somma delle taglie di dado per Sangue e Spirito non può essere superiore a 12, mentre per le altre quattro risorse la somma non deve andare oltre a 32. La taglia minima è 4, mentre quella massima è 10.
Chiaramente la taglia di dado diventa estremamente importante per sopravvivere all’avventura. Infatti quando viene fatta una prova, si tira il dado che risponde alla taglia di dado della risorsa usata. Un successo si ha con un 5 o più come risultato, un successo con complicazione si ha con un 3 o un 4, altrimenti si ha un fallimento.
Certo, si può potenziare il dado per portarlo fino a un massimo di d12, ma in generale più è piccola la taglia della risorsa e maggiori sono i rischi.
Fallimenti o successi con complicazione portano a consumare una risorsa riducendone la taglia di dado. Nel caso si abbia già un d4 come taglia, la risorsa viene esaurita.
Ho trovato questa meccanica delle taglie di dado molto interessante. Fin dalla creazione del personaggio si deve ponderare bene i valori da scegliere per le varie risorse, e bisogna anche saperle giocare bene nelle prove.
Last Resort ci da la possibilità di ripristinare le varie risorse fino alla loro taglia di dado originale, ma essendo in un contesto apocalittico non è di certo sempre facile.
Mi è piaciuto anche il sistema dei punti esperienza. Invece di acquisire livelli con i personaggi, i punti guadagnati (fino a 8) si possono spendere per ottenere dei Talenti.
Questi costano da 2 a 8 punti esperienza e possono aiutare non di poco i sopravvissuti. Tutti i Talenti con un teschio accanto al nome sono tutti quelli che il Game Master può mettere alle Minacce, in modo da rendere i nemici ancora più pericolosi.
Una vacanza all’insegna della sopravvivenza
Last Resort è un gioco di ruolo che colpisce nel segno. Ha un sistema di gioco facile da apprendere, ma anche molto flessibile all’inventiva dei giocatori e del Game Master. I quattro scenari proposti nel manuale già permettono di spaziare molto con tematiche e ambientazione. Risulta anche immediato creare una propria ambientazione, magari prendendo ispirazione dal nostro videogioco o serie post-apocalittico preferito!
Assolutamente consigliato per portare al tavolo di gioco una ventata d’aria fresca, sia per il sistema proposto che per le tematiche che troppo spesso non vengono usate nei GDR!